SCIENZA E RICERCA
Pagelle genetiche nel nostro futuro
Tokyo, museo Miraikan. Sala dedicata al Dna
Sergio Pistoi, biologo e giornalista scientifico, è il terzo autore protagonista del ciclo di incontri tra pubblico e finalisti del premio Galileo.
Cosa ha significato la decodificazione completa del Dna umano?
Il Progetto Genoma Umano (Human Genome Project, HGP) è la seconda più grande impresa (dopo il programma spaziale Apollo) nella storia della scienza e della tecnologia per costi, ambizioni e numero di ricercatori. Invece di portare l’uomo sulla Luna però lo ha portato ad esplorare la struttura dentro di sé. Un’impresa titanica durata 15 anni, che ha comportato la lettura di circa 3 miliardi e 200 milioni di nucleotidi, le quattro lettere che compongono l’alfabeto con cui è scritto il nostro Dna (guanina, adenina, timina, e citosina, spesso indicate con le iniziali G, A, T e C ndr). Il risultato è un database dove oggi ci sono tutte le informazioni genetiche sulla nostra specie.
Cosa ci dice oggi la lettura del Dna?
Il Progetto Genoma non ha portato alla lettura del patrimonio genetico individuale: i campioni provenivano infatti da una decina di volontari anonimi. È il Dna di tutti e di nessuno. Oggi però chiunque può commissionare l’analisi del proprio genoma, con prezzi che partono da 99 dollari. Basta ordinare il kit a casa via internet, sputare in una provetta e spedire tutto a una delle tante aziende disponibili sul mercato. Le prospettive, da un punto di vista scientifico, sono importantissime: dal confronto tra i vari genomi individuali si possono ad esempio ricavare informazioni essenziali su alcune malattie, come l’ictus o l’infarto. Da un punto di vista individuale è ancora difficile prevedere concretamente le patologie – il cui sviluppo dipende anche dall’ambiente e dallo stile di vita – ma già ora questi dati sono utili in applicazioni come la farmacogenomica, che vede il modo in cui un determinato farmaco agisce sul nostro profilo genetico. Questa non è fantascienza, ma il nuovo modo in cui le industrie stanno già producendo alcuni farmaci di nuova generazione.
Quali sono le caratteristiche e i rischi della genomica di massa?
La cosa più rivoluzionaria che ho constatato è che, una volta che il nostro Dna viene decodificato, esso diventa a tutti gli effetti un file digitale, che come tale può essere condiviso attraverso internet. Il nostro Dna insomma è un contenuto off line che oggi può essere trasferito anche on line. Nasce il social networking genetico: un fenomeno imprevedibile persino per i più arditi scrittori di fantascienza. Anch’io, scrivendo il libro, ho fatto fare l’analisi del mio Dna e l’ho condiviso con altri utenti sul sito di una società privata: poco dopo ho iniziato a ricevere “richieste di amicizia” da persone che avevano un patrimonio genetico simile al mio. Mentre Facebook ha cambiato il concetto di amicizia, questi servizi potrebbero un giorno ridefinire quello di famiglia e di parentela. Tutto questo probabilmente ci porta a un mondo dove il nostro Dna diventerà sempre più parte della vita quotidiana. I rischi ovviamente ci sono, come in tutte le nuove tecnologie, ma bisogna anche evitare anche ogni tipo di “genocondria”. La legge è arrivata in tempo: già oggi alle assicurazioni e ai datori di lavoro è vietato usare informazioni di questo tipo per compiere delle discriminazioni. Ad ogni modo bisogna ricordare, prima di aver paura di multinazionali e degli hacker, che i primi nemici della nostra privacy siamo innanzitutto noi stessi con i nostri comportamenti sbagliati.
Quali sono oggi gli obiettivi della ricerca sul Dna, in particolare quello umano?
Le prospettive oggi sono di riuscire a comprendere sempre più i dati del nostro patrimonio genetico. Finora abbiamo considerato il nostro Dna come un libro: in realtà si tratta di una struttura molto più complessa, tridimensionale, in cui i geni interagiscono tra loro. La decodifica del genoma umano non è che la fine dell’inizio del processo: c’è chi ha detto che ora i ricercatori potrebbero essere impegnati per altri 100 anni per capire come funziona. I cittadini potranno avere delle “pagelle genetiche” sempre più affidabili, che evidenzieranno per tempo le malattie a cui sono più esposti. Piaccia o no questo è il futuro, e non credo che sia del tutto negativo.
Perché uno studente o un lavoratore dovrebbe interessarsi al Dna e leggere il suo libro?
Innanzitutto perché tutti abbiamo un Dna, e quindi abbiamo qualcosa da scoprire e da imparare su di esso. La seconda ragione è che il nostro patrimonio genetico è un argomento di conversazione fantastico, che interessa la gente perché ci parla delle nostre origini. Negli Usa migliaia di persone utilizzano i test genetici per scoprire le loro origini: molti di loro poi raccontano i risultati nel loro blog o con un video su Youtube (come questo ndr). La cosa più interessante è però vedere decifrato il proprio Dna: un’esperienza che avvicina alla scienza e coinvolge emotivamente, soprattutto i giovani.
Daniele Mont D’Arpizio
Sergio Pistoi, Il Dna incontra Facebook. Venezia, Marsilio, 2012