Padova, bombardamento dell'11 marzo 1944, le macerie nella chiesa degli Eremitani
Cinegiornali, documentari, repertori, fotografie: un affresco del Novecento con oltre 77mila filmati e 431.882 foto disponibili online, un contenitore di memorie, sogni, trasformazioni dell’Italia del XX secolo, un patrimonio prezioso riconosciuto dall’Unesco. È l'Archivio Luce. Dopo le tappe di Roma, Buenos Aires, Catania, Matera e Napoli la mostra Luce, l’immaginario italiano arriva a Padova (dal 15 giugno al 2 settembre, Centro culturale Altinate San Gaetano, ingresso libero) proponendo un viaggio nel tempo a partire dal 1924, anno della fondazione dell’Istituto Luce, per scoprire come eravamo: come erano gli italiani ma, soprattutto, come venivano raccontati in epoca fascista attraverso i toni della propaganda. Dai comizi di Mussolini, passando per lo sconforto dei soldati e la povertà dei contadini messi in scena sorridenti davanti all’obiettivo, fino ad arrivare ai volti del cinema.
Cappella degli Scrovegni, lavori di protezione degli affreschi di Giotto - 17 maggio 1944: un operaio sistema sacchi di sabbia davanti al Giudizio universale dipinto sulla controfacciata
Una sezione della mostra è dedicata alla città. Al documentario sulla visita di Mussolini in Veneto e, in particolare, a Padova, seguono le fotografie della chiesa degli Eremitani devastata dal bombardamento aereo dell’11 marzo 1944 e il filmato che racconta quel dramma, attraverso il tentativo di recupero dei frammenti della cappella Ovetari da parte di un cittadino, per salvare la bellezza martoriata degli affreschi di Andrea Mantegna. E ancora, ecco le immagini che documentano i lavori di protezione antiaerea sulla statua del Gattamelata e quelli degli affreschi di Giotto agli Scrovegni, i filmati sulle feste della goliardia padovana a partire dagli anni Venti, quelli dedicati alle sfide del calcio Padova, al caffè Pedrocchi e alle maschere di Sartori. La mostra, promossa dal comune di Padova, ideata e realizzata da Istituto Luce-Cinecittà, è curata da Gabriele D’Autilia (curatore scientifico e testi) e da Roland Sejko (curatore artistico e regia video).
Lavori di protezione antiaerea della statua del Gattamelata, settembre 1940