SOCIETÀ
In India si combatte il gender gap tra adolescenti con le donne capo villaggi
Nel 1993 l’India, attraverso un emendamento costituzionale, impose un aumento della presenza di donne all’interno dei propri sistemi autogovernativi, destinando un terzo dei seggi e riservando la stessa percentuale a incarichi presidenziali. Una decisione che può sembrare utopistica ma che non lo è: attraverso la raccolta di dati nell’area del Bengala occidentale, sono stati dimostrati in una ricerca gli effetti positivi di questa legge, in particolare per le bambine e le ragazze in ambito scolastico.
Female Leadership Raises Aspirations and Educational Attainment for Girls: A Policy Experiment in India è uno studio condotto da Lori Beaman (Northwestern University), Esther Duflo (premio Nobel per l’economia 2019, MIT di Boston), Rohini Pande (Harvard University) e Petia Topalova (International Monetary Fund): l’obiettivo era di monitorare gli effetti positivi dell’esposizione a un modello femminile forte, in questo caso una donna come pradhan (capo di un villaggio).
Here's the first of the official 2019 #NobelPrize portraits: the youngest person to be awarded the Prize in Economic Sciences, Esther Duflo. Together with her husband Abhijit Banerjee and their colleague Michael Kremer, they developed a new approach to alleviating global poverty. pic.twitter.com/kI5hvXj3YD
— The Nobel Prize (@NobelPrize) February 3, 2020
I soggetti principali dell’esperimento sono state sia le ragazze adolescenti tra gli 11 e i 15 anni che le famiglie: sono state interrogati 15 nuclei familiari per ogni villaggio. Per poter avere una varietà sufficiente di risposte, sono stati presi in esame 465 centri abitativi, suddivisi poi in base al numero di volte che hanno eletto una donna come pradhan nelle votazioni del 1998 e del 2003: due volte, una sola oppure nessuna.
La ricerca spiega che ci sono due strumenti principali attraverso cui una leadership femminile può contribuire a migliorare la vita di un villaggio o a diminuire la differenza di genere: promuovendo politiche e interventi oppure diventando modelli di successo a cui le bambine e le ragazze possono ispirarsi. Ciò che accomuna queste due vie è la visione a lungo termine: nel primo caso le donne tendono a investire in beni pubblici essenziali, come le infrastrutture idriche oppure l’istruzione, e nel secondo riescono a modellare le convinzioni odierne di genere, sia nei genitori che nelle adolescenti, in vista del domani.
I risultati presentati derivano da una serie di questionari presentati al campione di famiglie indiane, con l’obiettivo di confrontare il cambiamento delle aspirazioni di genitori e figli. In primo luogo, sono state raccolte le informazioni relative ai membri della famiglia: se ha mai frequentato una scuola, qual è il livello di istruzione e se legge o scrive regolarmente. A questo si sono aggiunte le domande, riservate solamente ai figli, sull'utilizzo del tempo al di fuori della scuola, in particolare se partecipano ad attività agricole oppure si occupano delle faccende domestiche. Il terzo questionario, più articolato, viene presentato ai genitori in un primo momento e si divide in quattro ambiti “futuri”: il livello di istruzione desiderato, l’età auspicata per il matrimonio, l’occupazione che si spera per i propri figli e se si desidera un figlio come pradhan.
Quali sono allora gli effetti di questa politica? Tenendo conto che una riduzione determinante del gender gap si è vista solamente a partire dalla seconda elezione, l’influenza della presenza di un pradhan femminile ha migliorato le aspirazioni dei genitori nei confronti delle figlie, lasciando invariate tuttavia quelle relative ai figli. La madri in particolare sperano in un livello di istruzione elevato e un’occupazione migliore per le proprie figlie mentre i padri, avendo un esempio nel proprio villaggio, tendono a considerare il ruolo di pradhan accessibile anche alla prole femminile. Questo succede con maggior forza nei villaggi che hanno vissuto due elezioni in cui si nota anche un miglioramento dal punto di vista scolastico e una diminuzione del tempo dedicato alle faccende domestiche. Questo ultimo fattore non diminuisce nel caso in cui ci troviamo di fronte realtà in cui non ci sono state pradhan di genere femminile.
Come detto in precedenza, la “risposta alla dose” è iniziata solamente nel 2003: nonostante ciò, la ricerca ha dimostrato come un’esposizione naturale a determinati modelli reali, in un arco temporale non troppo breve, possa essere una soluzione per risolvere o almeno ridurre il gender gap. Questo cambiamento positivo a livello locale lo si trova anche in quello nazionale: il numero di parlamentari donne in India ha raggiunto nel 2019 un nuovo record, ottenendo il 14,39% di seggi.