CULTURA
L'arte di Kintera risolve il conflitto tra natura e tecnologia (facendole dialogare)
Krištof Kintera fotografato da Massimo Pistore
All'ingresso gli alberi "nervosi" e rovesciati, con tronco e rami color della notte, reggono globi terresti e, scossi da improvvise scariche, accolgono il visitatore portandolo subito altrove, in una terra di confine tra stupore e turbamento.
I due Nervous trees, con la testa mappamondo, degni compagni del Demogorgone di Stranger things, anticipano il senso di un progetto site-specific, svelando l'atmosfera del breve viaggio proposto da How nature works dell'artista ceco Krištof Kintera (fino al 9 gennaio 2022). Superati gli spazi aperti dell'orto antico, varcata la soglia delle serre, si entra in un universo parallelo che potremmo ritrovare in un film di Guillermo Del Toro o nella fabbrica di Willy Wonka. Sembra di stare su un set cinematografico o, per l’appunto, nella testa di un artista estremamente visionario.
Le serre ottocentesche dell’Orto botanico dell’università di Padova ospitano una esposizione nata dagli scarti dell’Era dell’informazione, che riesce a risolvere il conflitto tra sistemi biologici e artificiali, facendoli dialogare. Tra erbari post-naturali (fate attenzione ai nomi scelti: Audiola Humilis, Samsunga Vulgaris, Purpura Notitia) e fiori, come spugne o blocchi di ghiaccio, creati con materiale plastico e fili di rame, che tanto ricordano quelli reali, si realizza un continuo gioco di scambio e confronto tra natura e tecnologia (attraverso l'utilizzo dei Qr code il visitatore può rintracciare gli erbari conservati all'orto, proposti anche in mostra con una piccola selezione).
Qui, dunque, trova spazio una nuova natura. "E le nuove piante di Kintera - commenta Barbara Baldan, prefetto dell'Orto botanico, in una nota di presentazione - richiamano da vicino le “vecchie” piante, componendo un ricco scenario in cui scienza e tecnologia sembrano integrarsi perfettamente in un luogo dove la memoria culturale collettiva e la permanenza di relazioni reali sono ancora vive".
Un intero ambiente (segnalato dallo stesso artista in una mappa su legno) è dedicata a una Silicon Valley in miniatura, realizzata utilizzando scarti di materiale informatico: circuiti, cavi, schede madri, periferiche. E, sfruttando la passerella che circonda la piccola ma estesa metropoli, osservando dall'alto ogni suo dettaglio, si possono trovare chiare tracce di un micromondo che vibra e si espande, superando i confini e seguendo cavi che sembrano fiumi o lunghissime radici. Possiamo riconoscere (ma ognuno darà poi la propria interpretazione libera) un parcheggio, alcune fabbriche, un parco giochi, persino una baraccopoli e un enorme albero che svetta e domina tutto.
Qualche passo ed ecco un laboratorio postnaturale e una officina dei fulmini. Prima di raggiungere il tavolo da lavoro, che ricorda quello di un vero botanico ma è popolato da cavi, schede e tastiere - in realtà vi sono più postazioni, che sembrano abbandonate in tutta fretta, dove possiamo ritrovare anche fotografie, appunti, schizzi e qualche biscotto al cioccolato -, ci si ritrova a osservare alcuni pannelli segnati da macchie e fili neri irregolari. Sono le scure forme astratte nate dall'alto voltaggio elettrico prodotto dalla macchina Lichtenberg, dal nome del fisico Georg Christoph Lichtenberg che studiò le figure che compaiono sulla superficie o all'interno di materiali isolanti a seguito di una scarica elettrica. Sembrano cicatrici su un corpo colpito da un fulmine o reticoli di nervature delle piante.
Scrive Emanuele Montibeller, direttore artistico Arte Sella: "L’opera di Krištof Kintera è sospesa tra passato e futuro. La prima impressione, percorrendo la sua esposizione alle serre dell’Orto botanico di Padova, è quella di trovarsi in una Wunderkammer rinascimentale, un gabinetto delle meraviglie che raccoglie esemplari botanici rari o bizzarri, organismi frutto di improbabili ibridazioni. E proprio come per le antiche Wunderkammer, anche qui domina l’artificio, solo che i mirabilia creati dalla sapiente tecnica di Kintera non sono costituiti di innesti botanici, animali o minerali, ma da materiali di scarto elettrici e elettronici. Ci troviamo di fronte a una 'botanica parallela', per citare il lavoro di Leo Lionni".
Kintera, classe 1973, è un artista mixed media il cui lavoro deriva dalla fusione di belle arti, performance e scenografia. Il suo modo di osservare, interagire ed esprimere una critica sociale ne ha definito il lavoro, in cui oggetti di uso comune sono abilmente modificati. È il fondatore di Jednotka, ensemble di teatro sperimentale, e autore del concept del festival annuale 4+4 dny v pohybu. Ha esposto i suoi lavori in tutto il mondo, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti.
La mostra dell'Orto botanico è stata realizzata in collaborazione con Arte Sella. E infatti, parallelamente all'esposizione padovana, nell'area di Malga Costa è stata inaugurata un'altra installazione di Krištof Kintera: Memoriale della luce che fu, monumento tangibile nato da qualcosa di intangibile come la luce.
Per approfondire:
Artist Book: Postnaturalia - Collezione Maramotti, Reggio Emilia e Silvana Editoriale, Milano | 300 pages | 2017