SCIENZA E RICERCA
Orgasm gap: perché l’orgasmo sembra essere una moda per tanti, ma un lusso per poche?
Si tratta di un tema piuttosto ricorrente e uno di quelli che attira facilmente l’attenzione sui social. Non è dunque difficile imbattersi nell’ennesimo post o articolo in cui l’espertə di turno ci spiega l’orgasm gap tra i due sessi. Vari possono essere gli studi citati, ma a prescindere dal nome dell’autorə o della rivista, il dato insistentemente significativo rimane sempre lo stesso: le donne hanno dei tassi di orgasmo minori rispetto agli uomini del 20-30%. Ma perché?
Mentre il pene è sempre stato l’organo di riferimento principale per il piacere maschile, non è ancora scontato dove risieda il piacere sessuale femminile. Alcuni studi suggeriscono differenze anatomiche tra donne che hanno orgasmi anche con la penetrazione e donne che hanno orgasmi solo attraverso la stimolazione diretta della clitoride. Marie Bonaparte già a fine 800 aveva notato che, minore era la distanza tra il glande della clitoride e l’ingresso (o ostio) vaginale, maggiore era la frequenza degli orgasmi riportati durante il coito. Ad oggi sappiamo che le differenze anatomiche giocano un ruolo nel determinare le zone genitali erogene, ma sappiamo anche che la clitoride, omologa embrionale del pene, è la principale responsabile del piacere sessuale femminile. La densa innervazione di pene e clitoride (circa 10.000 terminazioni nervose) rende infatti questi organi particolarmente sensibili, sensibilità che aumenta in risposta a stimoli erogeni e ad un conseguente aumento di afflusso di sangue a livello genitale. È proprio l’aumento di sangue, insieme al ridotto deflusso venoso, che rende inoltre possibile l’erezione - sia nel caso del pene che della clitoride; tuttavia, essendo la maggior parte della clitoride nascosta, la sua erezione è meno visibile.
Anatomia e fisiologia a parte, sappiamo che vi sono tanti fattori che possono impattare la risposta sessuale umana. Per esempio, il tempo: tempo come età. L’età sembra in effetti giocare un ruolo significativo, ma in quale direzione? Gli studi riportano risultati contrastanti: se da una parte alcuni suggeriscono che ormoni e menopausa possono interferire con la risposta sessuale, altri non hanno evidenziato differenze nella frequenza dell’orgasmo femminile a seconda dell’età. Simile ambiguità aleggia attorno all’andropausa, caratterizzata da un graduale calo del testosterone, e i suoi effetti negativi sul funzionamento sessuale maschile; tuttavia, sembra che l’associazione tra minor testosterone e minor libido ed erezione non sia così lineare. In generale, è importante ricordare che l’effetto di un ormone non dipende soltanto dalla quantità dell’ormone, ma anche dalla sensibilità del tessuto a quell’ormone, la quale dipende dai recettori.
Ci sono inoltre fattori che riescono anche a sovrastare, o contrastare, l’effetto dell’età e dei cambiamenti fisiologici. Tra questi troviamo l’orientamento sessuale: le donne lesbiche e gli uomini gay e bisessuali riportano tassi più alti di orgasmo rispetto alla controparte più giovane. La durata del rapporto gioca inoltre un ruolo importante: un uomo impiega tra i 5 e i 9 minuti per avere un orgasmo in un rapporto penetrativo, mentre per le donne si parla di una media di 14 minuti; l’orgasmo femminile richiede dunque più tempo. E infine, il tipo di stimolazione. Infatti, seppur il 90% delle donne pratichi il sesso con penetrazione, circa il 40% di esse non prova un orgasmo con la penetrazione, mentre la stimolazione diretta manuale della clitoride garantisce l’orgasmo al 77% delle interessate.
Oltre a togliere il focus sulla penetrazione, facciamo un passo più in su, verso l’alto, per giungere ad un altro centro del piacere: la mente. Mentre negli uomini è chiara e diretta l’associazione tra erezione (eccitazione genitale) ed il sentirsi eccitati (eccitazione mentale), per le donne il nesso non è così scontato. L’aumento di lubrificazione è lento e più “nascosto”, non associato ad un segnale così evidente visivamente e alla percezione sensoriale come nel caso dell’erezione; infatti, non è strano sentir parlare di eccitazione mentale e genitale come due eventi distinti nel mondo femminile. Posso sentirmi eccitata a livello mentale, e non genitale, o viceversa. Ciò suggerisce che, solitamente, per le donne l’eccitazione non è qualcosa che nasce in maniera automatica: non basta toccare i punti giusti, non basta avere un feedback visivo (come l’erezione) per aprire il canale del piacere. Piuttosto, c’è bisogno che la mente trovi uno stimolo erotico: che sia una fantasia, un odore, un modo di parlare, o le sensazioni provenienti dalla stimolazione genitale in sé. Ed evitare che la mente si fissi invece su quelli che chiamiamo pensieri intrusivi, che bloccano l’eccitazione e il piacere.
Anatomia, età, orientamento sessuale, durata del rapporto, mente erotica. Sembrano tanti gli elementi che rendono il piacere sessuale femminile, rispetto a quello maschile, così complesso. Ma, c’è un ma. Tutti i dati riportati e discussi fino a qui si riferiscono all’orgasmo durante un rapporto sessuale. Troviamo un bias notevole verso lo studio della risposta sessuale in coppia, “scordandoci” che le prime, e forse più frequenti, esperienze sessuali avvengono con noi stessi. Con noi stesse. Rowland e colleghi (2019) hanno chiesto a più di 2.000 donne quanto fosse difficile avere un orgasmo durante un rapporto con partner. I risultati indicano che, sia le donne con difficoltà che quelle senza difficoltà ad avere un orgasmo durante un rapporto, impiegano in media lo stesso tempo ad avere un orgasmo con la masturbazione: 8 minuti. Se dunque è vero che c’è un orgasm gap tra i sessi nei rapporti eterosessuali, il discorso cambia quando parliamo di orgasmo con la masturbazione; e le differenze si cancellano. Ciò dimostra la poca rilevanza dell’anatomia, rispetto ai fattori psicosociali, nel raggiungimento del picco di piacere nelle donne.
Per quanto sia dunque importante parlare di orgasm gap, non dobbiamo scordarci che la nostra sessualità non prende forma solo in funzione di altre persone. Il detto “prima di amare un’altra persona, devi imparare ad amare te stessa” si applica dunque alla sfera sessuale: “prima di fare l’amore con un’altra persona, devi imparare a farlo con te stessa”. Solo così possiamo prendere consapevolezza di cosa ci dà piacere, e come chiederlo. Arriviamo dunque al dunque. Possiamo concludere che: l’anatomia predispone donne diverse a preferire zone di stimolazione diverse, ma la clitoride favorisce l’accesso più facile al piacere; tanti fattori possono influenzare la sessualità, ma nessuno di questi è definitivo (neanche l’età); a prescindere dall’altro, è importante scoprire autonomamente e capire il proprio piacere, per poi ricercarlo in un rapporto. Tenendo comunque sempre un occhio di riguardo per dove va a finire l’attenzione, per non dimenticarsi di “stimolare” anche la mente, senza la quale la stimolazione di qualsiasi organo rimarrebbe forse una mera percezione sensoriale piuttosto che piacevole.