CULTURA

Caro Babbo Natale...

È morto a 85 anni, a Burgess Hill in Gran Bretagna, l’attore John Moore, il volto di Babbo Natale degli spot della Coca Cola. Ogni Natale interpretava Santa Claus e per il resto dell'anno faceva il tassista e il barista. la notizia è apparsa sui giornali il primo di novembre. L’attore inglese, sguardo bonario e sorriso delizioso, ha reso simpatico Babbo Natale al mondo intero senza suscitare domande ma offrendo fiducia.

Il Natale condito dalla neve, le renne, l’albero e il nonno dalla gran barba bianca vestito di rosso appare uno stereotipo della globalizzazione: oramai in tutto il mondo i bambini a Natale si aspettano che i regali arrivino attraverso il camino anche se abitano un appartamento coi termosifoni. 

"Babbo Natale è vestito di scarlatto: è un re... Ma in quale categoria bisogna collocarlo dal punto di vista della tipologia religiosa? Non è un essere mitico, poiché non c'è mito che renda conto della sua origine e delle sue funzioni; e non è nemmeno un personaggio di leggenda, poiché non è collegato a nessun racconto semistorico. Appartiene piuttosto alla famiglia delle divinità. È la divinità di una sola fascia di età della nostra società e la sola differenza tra Babbo Natale e una vera divinità è che gli adulti non credono in lui, benché incoraggino i propri figli a crederci”. Scrive così l’antropologo Claude Lévi-Strauss in Babbo Natale giustiziato, uno dei rarissimi studi su questa figura, che decide di indagare a partire da una polemica nata in Francia: “Ieri, 23 dicembre 1951, a Digione, Babbo Natale è stato impiccato alla cancellata della cattedrale e arso pubblicamente sul sagrato. La spettacolare esecuzione è state decisa con il clero, che ha condannato Babbo Natale come usurpatore ed eretico. Egli è stato accusato di paganizzare la festa del Natale e di essersi insediato in essa come un cuculo occupandovi un posto sempre più grande. Gli si rimprovera soprattutto di essersi introdotto in tutte le scuole pubbliche da cui il presepe è scrupolosamente bandito”. Ma a fronte di questo “supplizio” il Babbo Natale viene immediatamente risuscitato in municipio per iniziativa delle autorità comunali che ne fanno un martire della lotta per la tolleranza”.

Parte da qui Lévi-Strauss perché capisce che non si tratta di un semplice fatto di cronaca: “L'idea di una figura divina la cui morte è necessaria per rigenerare il tempo cioè la vita, è un complemento dello schema mitico nel quale il ruolo di mediazione risolutiva è assolto dai morti e dal loro inverso speculare costituito dai bambini”, scrive Buttitta nell’introduzione al volume edito da Sellerio.

Prima che Babbo Natale diventasse uno stereotipo edulcorato, i bambini lo aspettavano con ansia perché “se non sei stato buono niente regalo” come ci ricorda ancora il carbone, anche se dolce, che finisce in genere nella calza della befana.

Lo studio del “ciclo dei 12 giorni”, quelli che vanno dal solstizio a capodanno, è un periodo propizio alla comunicazione tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti, un periodo pieno di pericoli perché i due mondi si mescolano e quindi riti, feste, luci, abeti, doni ci servono per compiere il passaggio senza offendere i morti. I bambini, a cui la festa è dedicata, sono i vicari dei morti nel mondo dei vivi e Lévi-Strauss rileva che “Babbo Natale è dunque, anzitutto, l'espressione di un codice differenziale che distingue i bambini dagli adolescenti e dagli adulti”.

Lo storico delle religioni Arnold van Gennep definisce il “ciclo dei dodici giorni” un periodo di sospensione dal quotidiano e di inversione e rovesciamento dei ruoli: il solstizio segnala una presenza della morte che si esorcizza offrendo doni ai bambini i quali, data la loro condizione, rappresentano un varco nella barriera che divide i morti dai viti, e le questue come la “chiara stella” così simile a quella di Halloween.

L’ascendente diretto di Santa Claus è un personaggio storico, il vescovo Nicola di Mira (IV secolo d.C.), il cui culto dal IX secolo si diffuse in Occidente - Roma e Italia meridionale, Germania, Francia, Inghilterra - culto che partendo dalle feste collegate al solstizio d’inverno. Nell’antica Roma i Saturnali venivano celebrati nella settimana tra il 17 e il 20 dicembre, prolungati poi fino al 24, collegati con la morte e la rinascita simbolica del sole e per favorire la diffusione del cristianesimo, la Chiesa romana stabilì in quella stessa data la ricorrenza della nascita di Cristo.

Prima del “nostro” Babbo Natale, Santa Claus o San Nicola, non era un personaggio buono ma un giudice: se eri nella lista dei cattivi la punizione era certa perché San Nicola era accompagnato da un personaggio che si incaricava di eseguire il castigo: in Francia era père Fouettard, un abate che usava lo scudiscio; in Olanda  Zwarte Piet, l’uomo nero che mangia i bambini; in numerosi paesi dell’Est Europa era il diavolo stesso e nelle Alpi tirolesi c’era - e in alcune dell’Alto Adige c’è ancora - il krampus: la sera del 5 dicembre correva per le strade questo essere mitico, una mescolanza tra il diavolo e il lupo mannaro, pronto a punire i bambini cattivi. La “magia del natale” era quella del sollievo per averla scampata.

Dalla metà dell’Ottocento è negli Stati Uniti che la figura di Santa Klaus, importata dagli immigrati germanici, man mano si trasforma nel gran vecchio vestito di rosso, dalla barba bianca e dal dolce sorriso che elargisce doni e trasuda bontà, una “secolarizzazione” che accompagna l’affermarsi della borghesia cittadina e la crescita del ruolo economico e sociale della famiglia.

È il Canto di Natale di Charles Dickens che ci traghetta alla grande bontà di papà Natale distributore di doni che troverà la propria definizione  iconografica nel 1863 su Harper's Weekly grazie alla penna del disegnatore statunitense Thomas Nast.

Da allora lo spirito del commercio ha portato Babbo Natale in tutte le case del mondo surclassando, più che accompagnando, lo spirito cristiano del Natale. L’esecuzione del 1951 sul sagrato del duomo di Digione ha solo sancito la vittoria di “un’eresia” che nonostante tutto ci consente di riflettere sulla contiguità del mondo dei vivi e dei morti anche grazie ad una semplice coincidenza per cui, nel 2014 Babbo Natale muore nel giorno di Halloween.

Donatella Gasperi

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