SOCIETÀ

Dolomiti, quanto valgono?

Pagare un biglietto d’ingresso al parco delle Dolomiti, in nome dei servizi ambientali? Parrebbe di sì: più del 60 per cento di un campione di intervistati sarebbe pronto a spendere pur di entrare nell’area delle alpi bellunesi. Le Dolomiti costituiscono un paesaggio montano di estrema bellezza, al quale gran parte di noi attribuisce un valore assai elevato. È possibile quantificare il valore delle risorse o dei servizi ambientali che esse forniscono ed esprimerlo mediante un indicatore monetario? Qual può essere la sua l'utilità? La conoscenza del valore dei beni ambientali consente di adottare strategie adeguate, volte a valorizzare la loro funzione turistica e ricreativa.

Le risorse ambientali sono beni pubblici, quindi disponibili all'uso senza sostanziali limitazioni e senza che per questo venga sostenuto un prezzo per l'acquisto. Poiché molte risorse naturali entrano a vario titolo nei processi produttivi dei beni privati, ciò può facilmente dar luogo ad un sovra utilizzo. In un'ottica di impiego efficiente delle risorse naturali, diviene importante poter disporre di informazioni relative al loro valore, al fine di poter allocare tali risorse in modo ottimale tra le diverse alternative d'uso. Di recente, Michele Da Pozzo, il direttore del Parco Naturale delle Dolomiti d'Ampezzo dal 1991, ha contattato il dipartimento Territorio e sistemi agro forestali con alcuni quesiti. Il Parco Naturale delle Dolomiti d'Ampezzo è una delle aree protette più belle delle Alpi, che si caratterizza per un ampio bacino di utenza, meta di visitatori provenienti anche da paesi stranieri. Una gestione accorta dell'area mira, da un lato alla valorizzazione a fini ricreativi del territorio e dall'altro, alla conservazione del patrimonio naturale. In un contesto economico che vede un continuo assottigliamento di risorse finanziarie destinate alla gestione, si pongono due problemi: ottimizzare la strategia di sviluppo e valorizzazione per la fruizione turistica e valutare l'effetto della possibile introduzione di un biglietto di accesso. Sebbene quest'ultima imposizione possa suscitare un certo sconcerto, potrebbe rivelarsi, in futuro, irrinunciabile per raccogliere fondi volti a garantire l'apertura al pubblico del parco. In ogni caso, affinché tali politiche ambientali siano efficienti, è necessario pianificarle a partire dall'analisi della domanda ricreativa. Conoscere ciò che sottende alla domanda d'uso del territorio, avere informazioni relative alle attitudini e alle preferenze dei visitatori e al valore dei beni ambientali, è un elemento rilevante in un processo di pianificazione e gestione. Il valore attribuito dai visitatori alle risorse naturali è tradizionalmente espresso, in economia ambientale, tramite un indice economico monetario, che quantifica la disponibilità a pagare per fruire del bene. Nell'area protetta di Cortina d'Ampezzo, è stata effettuata un'indagine volta a quantificare la disponibilità a pagare (cioè il valore) attribuito dai visitatori ad alcune componenti ambientali e servizi che caratterizzano l'area Dolomitica. I visitatori che frequentano il parco sono mossi da varie motivazioni: contatto con la natura lontano da luoghi sovraffollati, osservazione della flora e della fauna selvatica, contemplazione del paesaggio, pratica di attività sportive e alpinistiche (escursioni e arrampicata), interesse verso aspetti storico-culturali connessi alla Grande Guerra. Qual è il valore monetario espresso dai visitatori per poter fruire al meglio di queste componenti ambientali, che rendono uniche le Dolomiti? Oggetto di analisi è stato, a titolo di esempio, l'importanza attribuita a itinerari tematici focalizzati sul patrimonio floristico e vegetazionale. Vi era interesse a esplorare le reazioni a un'eventuale riduzione o estensione della rete sentieristica; questa con l'esplicita finalità di comprendere la perdita di valore ricreativo causata da una eventuale interdizione di accesso ad alcune aree per preservare l'adeguato sviluppo della fauna selvatica. Ancora, qual era il valore attribuito alle vie ferrate, itinerari tradizionalmente associati ad aspetti storico-culturali relativi alla Grande Guerra, che consentono di raggiungere punti panoramici altrimenti inaccessibili ai più? In che modo le dinamiche di sovraffollamento e la percezione di fenomeni di congestione riducono il benessere derivante dal contatto con la natura? L'impiego di adeguati modelli di analisi ha consentito di rispondere a tali quesiti, ponendo, ad esempio, in evidenza la notevole importanza attribuita dai visitatori agli itinerari tematici, che consentono di godere appieno dei preziosi endemismi floristici. Ugualmente, elevato è stato il valore associato alla possibilità di continuare ad accedere ad ampie zone panoramiche del parco, grazie ad una adeguata rete sentieristica. Ancora, molto elevato è stato il valore attribuito al benessere associato a esperienze lontane da fenomeni di congestione. Questi valori sono stati quantificati ed espressi tramite un indicatore monetario, che può essere d'aiuto anche nel definire un eventuale biglietto di accesso al parco. L’indagine è stata condotta attraverso la somministrazione di un questionario a 600 persone. I dati raccolti sono stati interessanti: per quanto riguarda la possibilità di usufrire del parco con un ticket di ingresso, tra gli intervistati c’era la disponibilità a pagare 4-6 euro per evitare la congestione del luogo (fino a 50 persone lungo i sentieri); tra 1,5 e 3 euro per avere invece tra i 7 e 10 itinerari tematici; tra i 3 e 4,5 euro per evitare il decremento della rete sentieristica; un euro e mezzo per avere itinerari lungo le vie ferrate. Poco interesse invece per la disponibilità di brochure o guide del parco: i visitatori sarebbero disposti a pagare meno di un euro.

L’indagine può essere ulteriormente arricchita se si tralascia il contesto locale per adottare un'ottica a scala regionale, il cui oggetto di studio è la montagna veneta nel suo complesso, con siti montuosi prealpini e dolomitici. Come si modificano i flussi dei visitatori e i benefici ricreativi a seguito di variazioni delle caratteristiche ambientali o di servizi turistici? Se un sito montuoso è oggetto di degrado ambientale, di quanto si ridurrà il numero dei visitatori e secondo quali modalità questi si ridistribuiranno le visite negli altri massicci montuosi?

Simili informazioni possono essere di supporto all'ente preposto alla gestione delle risorse ambientali, al fine di valutare al meglio gli interventi di pianificazione e gestione.

 

Mara Thiene

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