CULTURA
A tutto c’è rimedio: basta scegliere il libro giusto
Il cospicuo (oltre 600 pagine) Curarsi con i libri delle inglesi Ella Berthoud e Susan Elderki, pittrice l'una, scrittrice affermata l'altra, è stata edito in Italia con eleganza da Sellerio, in copertina ha un quadro di Norman Rockwell ed è già un caso editoriale. Si tratta di un dispenser di rimedi letterari a ogni malanno curati con la prescrizione della lettura di uno o più titoli della narrativa mondiale.
Un'antologia di suggerimenti per rimediare a una vasta gamma di afflizioni fisiche e psichiche che gravano su questi tempi grami, elencate enciclopedicamente in ordine alfabetico. Non solo la nausea quindi (no, il rimedio non è Camus, le autrici non fanno omeopatia - ma Evelyn Waugh con Ritorno a Brideshead) ma anche il "malessere del lunedì mattina" (ci pensa la Signora Dalloway a farlo passare), “l'andare in pensione" (un male che la riforma Fornero, dalle nostre parti, ha debellato per sempre) e persino "essere santarellini": per questo occorre prendere esempio dal Maestro e Margherita e rinvigorirsi di energia luciferina.
A proposito di odor di santità e di zolfo, una situazione annoverata dalle autrici come crogiuolo di tutti i mali è il Natale. Alla fausta ricorrenza che cade nei prossimi giorni esse ascrivono infatti, oltre ad alcolismo, costipazione, diarrea (“Non perdete un istante! scegliete un romanzo da questo elenco!”) anche gola, flatulenza e obesità.
Da non perdere le voci psicosomatiche quali "famiglia-gestire la propria" "sposati-essere", "coming out", "bambini - essere sotto pressione per avere", "al verde- essere" (corollario di molti dei mali suddetti). I bugiardini dei farmaci sono divertenti, molto British e pure maledettamete seri; gustosi gli intercalari, a mo' di bollettini medici, delle schede sui più frequenti disturbi della lettura (aver disperso la propria biblioteca prestandone i volumi a destra e manca, non riuscire a finire un libro per non volersene distaccare) e gli elenchi tematici di "dieci migliori titoli per".
Il libro, è segnalato nelle avvertenze, è un work in progress, un gioco aperto inclusivo che prosegue nel sito della casa editrice; a parte l'emulazione che potrebbe portare nello stilare elenchi di rimedi legati ai film tratti dai libri (ma anche a quadri e canzoni), il libro stesso si accresce nella traduzione. Something is found in translation e così l'edizione italiana, rispetto all'originale, si avvale da alcuni suggerimenti scelti tra i tanti arrivati dai librai nostrani i quali - attenzione- non hanno segnalato solo autori italiani ma anche Koch e Durrenmatt. In quanto ai libri della letteratura italiana, Novel cure in origine ne prevedeva solo tre: di Baricco, Marani e Tomasi di Lampedusa. Niente commenti per favore. Poi sono stati inseriti dal curatore alla nostra edizione, tra gli altri, anche Manzoni (per l'agorafobia), Camilleri (per tirarsi su), Carofiglio (per gli attacchi di panico) e infine Guareschi, Calvino e Boccaccio tutti scelti "per ridere". Popolo di santarellini, poeti, navigatori e buffoni che siamo.
Silvia Veroli