SOCIETÀ
Un mondo di oggetti intelligenti. E l’uomo?
“Fare predizioni è difficile, soprattutto per il futuro”. È ironico Andrew ‘Andy’ S. Tanenbaum, uno dei maggiori esperti al mondo di Computer Sciences, ma se c’è da fare ipotesi e tracciare scenari non si tira certo indietro. Il 20 novembre lo scienziato statunitense, attualmente in forza alla Vrije Universiteit di Amsterdam, ha incontrato gli studenti dell’Università di Padova (assieme a quelli di Ferrara e di Ca’ Foscari, collegati in diretta sul web), tracciando alcuni scenari sull’evoluzione tecnologica dei prossimi 30 anni.
Nel 1983 l’IBM System/370 modello 135, allora punto di riferimento mondiale in fatto di computer, aveva 96 KB di Ram e costava 475.000 dollari; oggi un IPad è 500 volte più veloce, ha 10.000 volte più memoria Ram e costa un millesimo. “Se l’industria aeronautica si fosse evoluta con gli stessi ritmi, oggi un Boeing 737 ci metterebbe pochi secondi da Roma a Milano, porterebbe tre milioni di passeggeri e costerebbe 100.000 dollari – scherza oggi Tanenbaum – Poi magari sarebbe da buttare dopo ogni volo”.
Macchine sempre più complesse e potenti. Il problema però non è la storia, quanto il futuro: come saranno, cosa faranno i computer del 2043, e in che modo incideranno sulla nostra vita? Se si tiene conto della legge di Moore, secondo la quale i calcolatori raddoppiano le loro prestazioni all’incirca ogni 18 mesi, si può provare a tracciare qualche ipotesi. Per quanto riguarda l’architettura hardware, lasciata per il momento da parte la ricerca esasperata sulle prestazioni del singolo chip, la strada sembra essere sempre più quella dei sistemi multicore, in cui i singoli processori vengono assemblati come mattoncini di costruzioni sempre più complesse. I computer a loro volta sono collegati in cloud e grid, secondo un complesso gioco di scatole cinesi multiple che sta già producendo sistemi sempre più potenti.
Internet sarà sempre più potente e veloce, e di questo passo fra 30 anni potrebbe arrivare a 2000 gigabites per secondo: roba da scaricare 50 film in alta definizione al secondo. Sui nuovi processori le strade praticabili sono diverse: potranno essere ottici invece che elettrici (come del resto lo sono già i cd e i dvd), mentre è proprio di questi giorni la notizia della produzione e commercializzazione del primo computer quantistico, con possibilità in gran parte inesplorate ma promettenti in campi come la crittografia e i big data (e non è forse un caso che primi esemplari siano stati acquistati da colossi come Lockheed Martin, Google e Nasa). I calcolatori del futuro potrebbero inoltre beneficiare dei risultati delle nanotecnologie, con circuiti sempre più piccoli ed efficienti, e delle biotecnologie, magari arrivando a ‘salvare’ i dati direttamente in un filamento di Dna. Idoneo magari un giorno, chissà, a ‘programmare’ direttamente gli organismi biologici in cui sarà impiantato.
“Internet delle cose”. In futuro i processori non si limiteranno a rendere sempre più potenti i calcolatori: saranno praticamente dappertutto. Già oggi sono incorporati nella maggior parte delle automobili e degli elettrodomestici: presto potrebbero essere anche su vestiti, libri, pentole e siringhe. Praticamente ogni utensile potrà incorporare un chip da 32 bit, resistente a quasi tutte le condizioni di temperatura e umidità. Tutte le cose saranno ‘intelligenti’ e interconnesse: potremo chiedere al nostro orologio da polso o al telefonino dove sono le chiavi o il tale libro che non riusciamo a trovare, oppure quanto latte abbiamo in frigo. Un vero e proprio ‘Internet of things’, popolato da oggetti reali e non solo da informazioni. Questi processori potranno essere impiantati anche sulle persone? Problemi di sicurezza e di privacy enormi, ma potrebbero esserci anche vantaggi: ad esempio per i diabetici, i portatori di pacemakers o di gravi patologie, che in questo modo sarebbero costantemente monitorati.
È impossibile riassumere in poche parole la quantità di informazioni e di spunti portati da Andrew Tanenbaum. Tutto, nelle parole del docente e ricercatore americano, è destinato a diventare sempre più smart, a cominciare da case e automobili. Basti pensare alle macchine senza conducente a cui Google ha fatto già percorrere più di 500.000 chilometri di test: l’obiettivo è di renderle un giorno così “intelligenti” da accompagnarci al lavoro per poi tornare autonomamente alla base. Niente più tassisti né camionisti e anche i parcheggi nelle città prebbero essere riconvertiti ad aree verdi. Un bel grattacapo per le compagnie assicurative: i premi delle polizze dovrebbero scendere, ma in caso di incidente di chi sarà la colpa?
Anche il mondo dell’educazione e dell’università potrebbe essere rivoluzionato, grazie in particolare all’affermarsi dei corsi on line (già oggi in rapida crescita), mentre la produzione industriale sarà profondamente trasformata dal diffondersi di stampanti in 3D rapide ed efficienti, in grado di produrre direttamente in casa nostra oggetti sempre più complessi.
Nei prossimi anni insomma la nostra vita continuerà ad essere costantemente rivoluzionata dall’informatica e dalla robotica e questo è prevedibile già sulla base di tecnologie esistenti e in parte utilizzate. I punti interrogativi, oltre alle implicazioni etiche e sociali, riguardano i singoli aspetti come ad esempio la nuova economia virtuale (i bitcoins che si stanno diffondendo nelle transazioni on line) e soprattutto l’intelligenza artificiale. “Per ora l’ Artificial intelligence è ancora concentrata sugli oggetti – ha detto Tanenbaum – Per quanto riguarda il resto, nonostante se ne parli da decenni, finora non ci sono ancora stati risultati tangibili”. Da un punto di vista più ampio c’è poi il problema di come questi cambiamenti incideranno sulla nostra stessa umanità. Sul punto Tanenbaum è ottimista: “L’uomo è fondamentalmente lo stesso da 10.000 anni e non credo che cambierà: ha sempre utilizzato strumenti, anche se via via sempre più complicati. In fondo credo che i giovani del 1900 non abbiano visto meno cambiamenti di quelli del 1980: provate solo a pensare a cosa hanno significato l’elettricità, l’invenzione dell’automobile, dell’aereo...”.
Daniele Mont D’Arpizio