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Cinema di Resistenza: La battaglia di Algeri

Il Centro di Ateneo per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea dell'Università di Padova, con il patrocinio dell'ANPI Padova, propone quattro film incentrati sulla guerra partigiana: non si può certo pretendere di offrire un panorama minimamente esaustivo dei molteplici approcci alla materia incandescente della Resistenza che nel corso degli anni si sono alternati nel cinema italiano. Molto più modestamente, sono stati scelti quattro film tra di loro molto diversi, a partire dai quali si prova ad articolare un discorso critico intorno alla guerra partigiana, e alle interpretazioni che di questo evento fondativo si sono succedute nel corso di tre decenni.

A inaugurare la rassegna è Achung!Banditi! di Lizzani, il 5 novembre: cinema militante, girato grazie a una colletta di cooperative di operai (erano tempi duri, per i partigiani e anche per gli operai). E difatti Lizzani mette al centro le virtù e le opere resistenziali di operai antifascisti/comunisti. I nemici sono tedeschi (qui, come in Roma città aperta, i fascisti sfumano, di fatto non ci sono), e il centro dell’azione partigiana è tenuto saldamente dalla classe operaia. Partigiani e operai lottano per la salvezza della fabbrica (e della patria). Non casualmente film del 1951, quando la Resistenza è sotto attacco, politico e anche poliziesco.

Dieci anni dopo, Un giorno da leoni di Nanni Loy, in visione il 12 novembre: picaresco affresco di una guerra partigiana sfrantumata e dalle origini incerte, dove sottoproletariato e avventurieri si convincono molto lentamente, aiutati da illuminato intellettuale e quadro politico, a entrare nella grande storia: non più la classe, ma singoli individui, piccole storie che si fondono in un finale di impegno e di sacrificio coraggioso.

Cinque anni dopo, Gillo Pontecorvo gira La battaglia di Algeri, capolavoro assoluto, animato dagli echi delle lotte anticoloniali, e dove non è difficile intravedere, dietro la ferocia dei parà francesi, il sadismo raziocinante della Gestapo quanto il napalm in Vietnam. Cinema resistente, che evoca con potenza assoluta le lotte di liberazione, errori e tragedie, illusioni e ineluttabilità. In programma il 3 dicembre.

Infine, nel 1982, La notte di San Lorenzo dei fratelli Taviani mette in scena, come nessuno aveva fatto fino ad allora, la lotta fratricida, la bestialità fascista, la guerra civile, con parecchi anni di anticipo sul saggio di Pavone. Si è ormai lontani da qualunque tentativo di ricreare la guerra partigiana in modo realistico, i partigiani vengono presentati in fogge omeriche, la ferocia della guerra civile è assoluta e fuori dal tempo. Quest'ultimo appuntamento chiude la rassegna il 9 dicembre.

Si fa così dunque un assaggio, e un tentativo di mettere al lavoro il grande cinema, per suscitare qualche domanda non troppo banale sulla guerra partigiana, e le sue molte memorie e declinazioni.

L'ingresso è gratuito. È consigliata la prenotazione per e-mail a casrec@unipd.it.

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