SCIENZA E RICERCA

Adriatico. Dalla laguna al mare

“Sono stato a Torcello, Burano, Murano […] a Mazzorbo e a Malamocco […], ho avuto modo di vedere le isole Realtine e, da ultimo, Chioggia”. Breviario mediterraneo, Predrag Matvejević

Il nostro viaggio alla scoperta dell'Alto Adriatico inizia dalla laguna, più precisamente dalla stazione idrobiologica Umberto D'Ancora di Chioggia, dove ogni giorno i biologi marini dell'università di Padova svolgono ricerche sul campo con impegno e passione. Questa serie nasce da una idea della redazione de Il Bo Live e della professoressa Carlotta Mazzoldi, docente di Biologia marina dell'ateneo padovano, e del suo gruppo di colleghi docenti, ricercatori e studenti. "Iniziamo una serie dedicata all'Adriatico, alla sua biodiversità, alla sua ricchezza, alle fragilità, alle minacce e al contributo che, attraverso comportamenti responsabili, ognuno di noi può dare per permetterne la conservazione", spiega Carlotta Mazzoldi in apertura di questo episodio. "Per accompagnarvi in questo viaggio alla scoperta dell'Adriatico ci è sembrato naturale partire da Chioggia e dalla laguna di Venezia. Laguna e mare infatti sono connessi tra loro con organismi che passano da un ambiente all'altro, seguendo quelli che sono i flussi dell'acqua".

Riprese e montaggio: Massimo Pistore

Dalla laguna al mare

"Come tutte le lagune, quella di Venezia è un ambiente di transizione nello spazio, perché si trova al confine tra terraferma e mare, e nel tempo, perché è un ambiente in continua evoluzione", racconta Alberto Baràusse, ricercatore in Ecologia all'università di Padova. "Sono ambienti che si evolvono continuamente o verso una forma marina o verso l'interramento. La laguna di Venezia è un esempio perfetto. Secoli fa la Serenissima deviò il corso dei fiumi, come il Piave e il Brenta, al di fuori della laguna proprio perché quest'ultima si stava interrando e non si voleva che questo accadesse, per ragioni legate alla difesa, al commercio, per evitare la malaria. Oggi il problema è opposto: la laguna si sta evolvendo verso una forma marina perché si sta svuotando dei sedimenti, ne entrano pochi e sono in atto fenomeni di erosione interna. La laguna, dunque, cambia continuamente". E Baràusse continua: "La laguna di Venezia è stata abitata per secoli ma è anche costituita da meravigliose forme naturali come le barene, ambienti che si trovano nell'intervallo di escursione delle maree. Sembrano isolette ricoperte da normale erba, in realtà si tratta di una vegetazione molto particolare, alofila, in grado di crescere in un'acqua con salinità intermedia che oscilla con le maree. Sono ambienti molto delicati, che stanno sparendo a causa del fenomeno di erosione causato principalmente dall'uomo".

"La laguna nasce tra la terra e il mare. Senza il mare non vi è laguna perché le maree che entrano ed escono dalla laguna di Venezia portano con sé materiale solido e nutrienti. E ovviamente, insieme all'acqua, entrano ed escono essere viventi come i pesci. I sedimenti che arrivano dal mare contribuiscono a creare le stesse barene, così i sedimenti che giungono dai fiumi. La laguna si trova nel punto in cui queste due granfi forze, i fiumi e il mare, si incontrano. Questo incontro contribuisce a formare l'ecosistema della laguna di Venezia".

I ricercatori dell'università mi hanno insegnato che la laguna è l'asilo nido del mare Eros Grego, pescatore

La ricerca

"Chioggia si trova vicino alla bocca di porto che mette in comunicazione la laguna con il mare Adriatico. Per questo è un posto molto interessante dove fare ricerca sull'ambiente", spiega Baràusse. "Da un lato dobbiamo proteggere habitat e specie che si trovano in mare e in laguna, dall'altro sentiamo la necessità di continuare a ricavare benefici da questi ecosistemi in modo sostenibile, pensiamo alla pesca e al diportismo". A Chioggia si trovano la stazione idrobiologica Umberto D'Ancona (che sta per essere ampliata con nuovi laboratori) e il Museo di Zoologia adriatica Giuseppe Olivi. 

I pescatori

"I pescatori sono spesso rappresentati (e non solo nei quadri dozzinali o sulle cartoline illustrate) con le facce rugose, come scavate dalla pioggia e dal sole, dal vento e dalle onde, ma si può quasi affermare che non si mostrano mai le loro mani incallite dal sale e dalle reti, dalle funi e dai remi". Breviario mediterraneo, Predrag Matvejević

Dopo aver introdotto la relazione tra laguna e mare, spostiamo l'attenzione sui pescatori. Sulle loro storie, fatte di esperienza e lavoro duro. Da diversi anni i pescatori della laguna di Venezia collaborano con l'ateneo di Padova, condividendo conoscenze e buone pratiche utili a tutelare il mare, i suoi "abitanti" e gli ambienti più vulnerabili: dalle seppie agli squali, passando appunto per le barene.

Federica Poli, borsista post dottorato, proprio con i pescatori sta portando avanti un lavoro di collaborazione basato sulla fiducia, il rispetto e il dialogo: "I pescatori della laguna hanno tutta una serie di conoscenze - per esempio, come era l'ambiente in passato, dove si trovavano i giovanili e come si muovevano gli adulti - che si rivelano importanti per noi, non solo per capire la biologia delle diverse specie della laguna e la biodiversità degli ambienti, ma sono importantissime in questo momento per capire i cambiamenti che sono in atto. Perché i pescatori vivono i cambiamenti ogni giorno in prima linea. Hanno una reale percezione degli effetti".

In questo episodio incontriamo le storie e l'esperienza di Domenico Rossi, pescatore della Laguna nord, Eros Grego, pescatore della Laguna sud, ed Enzo Naccari, ex pescatore che oggi rappresenta la Cooperativa Lagunare Allevatori Molluschi. Ai loro racconti, tra esperienze e riflessioni sui cambiamenti avvenuti in laguna negli ultimi anni, si aggiungono le parole di Igor Coccato della Cooperativa San Marco di Burano. 

Ricordo, quando ero bambino, che in canale, qui, arrivava qualche pesce luna Enzo Naccari (indicando il canale accanto al mercato ittico di Chioggia)

Protagonisti del primo episodio

Carlotta Mazzoldi, docente di Biologia Marina - Università di Padova. Si occupa di biologia di specie ittiche commerciali e di pesca

Alberto Baràusse, ricercatore in Ecologia - Università di Padova. Si occupa di modellistica ecologica e gestione e conservazione degli ecosistemi costieri

Enzo Naccari, Cooperativa Lagunare Allevatori Molluschi

Domenico Rossi, pescatore Laguna nord

Igor Coccato, Cooperativa San Marco, pescatori di Burano

Federica Poli, borsista post dottorato - Università di Padova. Si occupa di ecologia e riproduzione di specie ittiche e pesca lagunare

Eros Grego, pescatore Laguna sud


Un'idea di Francesca Boccaletto e Massimo Pistore
Riprese e montaggio: Massimo Pistore
Responsabile di produzione: Francesca Boccaletto
Fotografie: Andrea Signori e Massimo Pistore
in collaborazione con la Stazione idrobiologica Umberto D'Ancona, Chioggia 
Dipartimento di Biologia, ​Università di Padova

Le citazioni sono tratte dal libro Breviario mediterraneo di Predrag Matvejević (Garzanti)

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