IN ATENEO

Piave Futura: ecco il progetto vincitore

Il gran giorno è arrivato: la Commissione ha individuato il progetto che andrà a dare il nuovo volto al Campus delle Scienze sociali ed economiche dell’Università di Padova. Nel giugno scorso infatti, era stato indetto un concorso per creare un progetto di fattibilità tecnica ed economica per il nuovo campus di scienze sociali ed economiche che sorgerà nell'ex caserma Piave.

Il progetto di rendere l'ex caserma Piave a tutti gli effetti un campus universitario è quindi  entrato nel vivo.  Il concorso, chiamato "Piave Futura", mirava a trasformare l'area di 51mila metri quadrati in uno spazio dedicato ai giovani ed alla cittadinanza. "Oggi è un giorno di grande festa - ha dichiarato il Magnifico Rettore Rosario Rizzuto -. Per arrivare a ciò che vediamo oggi ci sono state due fasi di selezione, la prima con uno studio dei curricula dei 10 studi, tutti di altissimo livello. Oggi è un grande punto di partenza, da un vuoto si è costruito un luogo emozionale, un campus che sarà aperto, attraversabile anche dalla cittadinanza".

Il progetto vincitore è stato quindi quello che ha unito il locale con un grande nome di un archistar. La Steam srl, società fondata nel 1992 per iniziativa di Mauro Strada, professore ordinario di Tecnica del controllo ambientale e titolare del corso di Acustica applicata presso il Dipartimento di Costruzione dell'architettura dell'università IUAV di Venezia, ha trovato l'appoggio della David Chipperfield Architets.

Il progetto quindi prevede sui 51mila metri quadrati un vero e proprio campus con una futuristica struttura centrale in cui sorgerà anche una biblioteca. 

La proposta vincitrice si compone principalmente di due elementi: da un lato quello statico con gli edifici già preesistenti, dal'altro uno dinamico con un edificio completamente nuovo, a forma ovale, che riprende un tema ricorrente della città patavina. 

L'edificio avrà una parte esterna, chiamata "soft" ed una parte interna, interrata, chiamata "hard", che vedrà al suo interno un'Aula Magna, una biblioteca, ristorazione, aule studio ed esercizi commerciali. Per il resto il progetto tende a rivitalizzare gran parte degli edifici già esistenti, facendoli tornare in vita grazie ad un'accurata restaurazione.

Grande importanza infine avranno anche le aree verdi, in un luogo che sarà esclusivamente pedonale e ciclabile.

"La città ha parecchi buchi neri - ha dichiarato il sindaco Sergio Giordani -, oggi uno di questi è stato coperto e darà vita a tutta la zona".

Alberto Scuttari, direttore generale Università di Padova: presentazione del progetto vincitore

Questa la motivazione con cui si è assegnato il primo posto al progetto:

"“La Commissione, nel giudicare, ha preso in considerazione preliminarmente i caratteri architettonici della Caserma Piave, il suo sedime (entrambi oggetto di notifica di valore culturale) ed il contesto urbano circostante. Questo, collocato fra la cinta delle mura medievali e l’ampliamento costituito dalle mura rinascimentali, si presenta come storicamente caratterizzato da un’occupazione edilizia non fitta. Se poi si considerano l’adiacente monastero delle Visitandine ed il sito della Caserma Prandina si può vedere come la natura del luogo sia qualificata da una rarefazione edilizia e quindi dalla presenza di ampi spazi inedificati. Questo è un carattere morfologico tipico anche del complesso della Caserma Piave. Quindi, fra i 10 progetti esaminati, tutti meritevoli di attenzione ed architettonicamente pregevoli, analizzandoli uno ad uno, secondo i criteri individuati dal disciplinare, la Commissione ha attribuito i punteggi, individuando così i primi 3 a cui conferire il premio. Il progetto primo classificato, identificato dal codice X2X843, risponde, in maniera essenziale ed innovativa, alla difficile esigenza di combinare il rispetto del monumento vincolato (anche nel suo sedime, quindi nei suoi spazi liberi e nella relazione visiva fra le parti, compresa la menzionata “rarefazione” costruttiva) con l’immissione di una realtà architettonica contemporanea, necessaria a risolvere i cogenti problemi funzionali e distributivi richiesti da un insediamento universitario. Inoltre sceglie una dimensione che, avvalendosi anche di un attento uso di spazi e volumi interrati, si mantiene molto misurata e piuttosto bassa, senza modificare le vedute dall’esterno verso il sito della Caserma e lo sky-line urbano. Garantisce una piena fluidità degli spazi esterni e conserva totalmente libero il sito dell’antica chiesa di Sant’Agostino, demolita agli inizi dell’Ottocento. Sito che potrebbe essere, in futuro, oggetto di scavo archeologico ed anche di sistemazione architettonica. Assicura, infine, buona fruibilità degli spazi, costi parametrici ragionevoli di esecuzione, contenimento dei costi di gestione e manutenzione e quindi rappresenta un punto di equilibrio fra le nuove esigenze di espansione di alcuni Dipartimenti universitari e quelle di tutela, esplicitate nello strumento di vincolo. In ultimo, si osserva che il progetto ben si sofferma sulle esigenze e particolarità del restauro e degli edifici storici a diverso titolo facenti parte dell’ex Caserma Piave, contemperando al meglio le diverse qualità e scelte esplicitate in sede concorsuale. In sede di effettiva definizione del progetto di fattibilità, l’idea sviluppata in sede concorsuale potrà essere ulteriormente affinata tramite un serrato rapporto con gli organi dell’Università ed anche un fruttuoso dialogo con gli uffici dell’Amministrazione Statale di tutela. Del progetto secondo classificato, identificato dal codice 8YKDDK, la Commissione ha apprezzato la notevole qualità architettonica e il forte carattere della soluzione proposta, la quale si pone nei confronti delle preesistenze e del contesto urbano circostante in maniera assertiva. Il progetto propone la collocazione di numerosi spazi per la didattica al centro del lotto sotto una copertura ipostila. Tali ambienti, disposti ad "elle", abbracciano su due lati lo spazio vuoto ma parzialmente coperto dell'agorà, fulcro compositivo di tutta la proposta progettuale. La nuova edificazione si caratterizza per l'approccio fortemente tecnologico delle soluzioni adottate, e per l'utilizzo di un impalcato architettonico capace di valorizzare il sistema costruttivo ed il montaggio delle sue parti. Il progetto garantisce fluidità degli spazi esterni, conserva totalmente libero il sito dell’antica chiesa di Sant’Agostino e tiene in considerazione le esigenze e particolarità del restauro e degli edifici storici a diverso titolo facenti parte dell’ex Caserma Piave. Il progetto terzo classificato, identificato dal codice CP2916, si orienta a conservare quanto più libera possibile la corte verde principale della Caserma, lavorando con le nuove edificazioni ai suoi margini e ricercando nella varietà costruttiva e linguistica dei nuovi volumi proposti una nuova immagine per il complesso. Nella forte caratterizzazione dei singoli nuovi manufatti si è rintracciata una precisa volontà di enfatizzare alcuni fondali precisi sui lati interni della corte e sul prospetto su via Piave. Il progetto conserva totalmente libero il sito dell’antica chiesa di Sant’Agostino e tiene in considerazione le esigenze e particolarità del restauro degli edifici storici, a diverso titolo facenti parte dell’ex Caserma Piave."

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