CULTURA

I cambiamenti climatici secondo Marina Abramović

Indossato il casco per la realtà virtuale, con visore e cuffie, non si torna più indietro. La sensazione da fine del mondo ti avvolge lentamente e infine ti divora. Come Houdini, l'avatar di Marina Abramović attende, immersa nell'acqua di una vasca verticale da cui è impossibile uscire. Cerca le mani del "giocatore", si allunga per favorire un contatto, ma il tempo si consuma in fretta e la scena cambia improvvisamente: tuoni, lampi, acqua dappertutto, un imponente muro di ghiaccio di fronte e tu, pietrificato, con i piedi su una zattera instabile di assi di legno. Poi, la tempesta che anticipa l'apocalisse. Inizia a piovere, sempre più forte, il mare si agita e si alza, l'iceberg comincia a disintegrarsi ed enormi pezzi di ghiaccio si staccano dalla parete. Quando la paura si fa profonda e disperata, il "gioco" finisce. L'obiettivo è raggiunto e il messaggio è arrivato forte e chiaro: ecco quello che ci aspetta, se non scegliamo di agire subito, siamo destinati a soccombere perché la natura non avrà pietà di noi. Ripartiamo dall'empatia, dall'ascolto: è questo che ci chiede l'artista.

Alla Galleria Ca'Rezzonico a Venezia, fino al 6 luglio, nei giorni di Biennale ma fuori dal circuito ufficiale delle mostre, presentata da Phi centre, accanto alle opere di Renata Morales, Marina Abramović propone Rising (ingresso libero) e ci invita a riflettere, comprendere, agire attraverso buone pratiche condivise (raccolte anche in una app), puntando sull'emozione suscitata da un gioco interattivo prodotto in collaborazione con Acute art, laboratorio e centro di ricerca diretto da Daniel Birnbaum che offre agli artisti la possibilità di sfruttare tecnologie d'avanguardia (realtà virtuali, aumentate e miste) per la creazione delle loro visioni rendendole coinvolgenti e immersive. Abramović ci esorta a riconsiderare il nostro impatto sul mondo, chiedendoci di scegliere se salvarla e salvarci o lasciarla annegare e vivere quell'incubo di acqua, oscurità e ghiaccio, passando ben presto dal virtuale al reale. Al visitatore viene proposto un video che racconta il "dietro le quinte" del progetto e anticipa l'esperienza immersiva: "Qualunque cosa tu possa fare con il corpo, come avatar lo puoi fare all'infinito".

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