SCIENZA E RICERCA

Caso Stoppani: nanoparticelle di maghemite per il risanamento

Prosegue la messa in sicurezza degli stabilimenti di lavorazione del cromo ex Stoppani, a Cogoleto in provincia di Genova. A stabilirlo è un decreto legge approvato recentemente dal Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. “Il caso dell’azienda Stoppani è emblematico, perché per circa un centinaio d’anni ha sversato nei terreni circostanti cromo esavalente. Solo un dato: a fronte di un limite di legge di cromo esavalente accettato di 10 microgrammi (un millesimo di milligrammo ndr) litro, nelle acque del sito la concentrazione massima è di 500 milligrammi litro”. Lo sottolinea Gabriella Salviulo, del dipartimento di Geoscienze dell’università di Padova, che sta studiando il caso – e possibili soluzioni – con Simone Molinari dello stesso dipartimento e Fabio Vianello, del dipartimento di Biomedicina comparata e alimentazione. 

“Il problema dell’inquinamento di acque e suoli da metalli pesanti – continua –, più in generale da sostanze tossiche, è un problema importante a livello locale, nazionale e internazionale. A seconda delle regioni di studio ci può essere un agente inquinante prevalente, piuttosto che un altro, ma l’importante è mettere a punto dei metodi di risanamento che siano sostenibili dal punto di vista economico, sociale e ambientale, ma anche innovativi e applicabili su larga scala”.

Gabriella Salviulo e Fabio Vianello illustrano gli studi sulle nanoparticelle di maghemite per il risanamento di acque inquinate da cromo esavalente. Riprese e montaggio di Elisa Speronello

Il gruppo di ricerca sta studiando, in particolare, l’impiego di nanoparticelle di maghemite per il risanamento di acque inquinate da cromo esavalente. L’analisi è stata condotta prima in laboratorio con acque a composizione nota e i risultati sono stati positivi: dopo un solo ciclo di applicazione le nanoparticelle hanno assorbito il cromo esavalente, ottenendo così il completo risanamento dell’acqua. Sulla base di questi risultati, il team è passato allo studio di un caso emblematico come quello dell’ex fabbrica Stoppani e ha confermato l’efficacia e l’efficienza delle nanoparticelle anche per concentrazioni così elevate di inquinanti.  Ora l’obiettivo è andare a esaminare il ruolo della composizione mineralogica dei terreni nell’inquinamento da cromo esavalente.

Gli scienziati, inoltre, stanno valutando il comportamento delle nanoparticelle di maghemite nei confronti di un altro inquinante, l’arsenico, e i risultati finora raggiunti sono promettenti. Le ricerche si collocano nell'ambito del progetto di ricerca dal titolo Chromium and arsenic removal from contaminated water and soil: environmental application of maghemite nanoparticle coordinato da Gabriella Salviulo. 

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