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È uno speciale richiamo a dare il via a una battuta di caccia tra gli scimpanzé. Comunicare in questo frangente ha un ruolo cruciale: aiuta gli scimpanzé a reclutare compagni e aumenta le probabilità di successo dell’operazione. A scoprirlo è stato un gruppo di scienziati dell’università di Zurigo, come si legge sulle pagine della rivista Science Advances. Proprio come accade tra gli esseri umani, quindi, anche tra gli scimpanzé la comunicazione aiuta a coordinare i complessi comportamenti di cooperazione. E questo indicherebbe che comunicazione e cooperazione si sarebbero co-evolute molto prima di quanto immaginato finora: milioni di anni fa, quando esseri umani e scimpanzé si sono separati dal loro ultimo antenato comune.
Il team guidato da Joseph Mine e Zarin Machanda ha studiato in particolare la comunità di scimpanzé di Kanyawara: un gruppo composto da circa 60 individui che controllano un’area di circa 15 km quadrati, all’interno del Parco Nazionale di Kibale, in Uganda. Ormai è un fatto noto: la dieta degli scimpanzé è per lo più a base di frutta e vegetali, ma questi nostri parenti non disdegnano la carne. E anzi, pattugliano le foreste e le chiome degli alberi muovendosi in gruppo, proprio per dare la caccia ad altri piccoli mammiferi, spesso altri primati. Di solito gli scimpanzé di Kanyawara cacciano colobi rossi dell’Uganda (Piliocolobus tephrosceles): minute scimmie agilissime, che pesano una decina di chili (gli sicmpanzé, in media, pesano 50-60 chili). Ed è in questi casi che la cooperazione è più che mai necessaria: catturare animali piccoli e agili nella foresta non è affatto semplice, serve un grande lavoro di squadra. E la chiave di un buon lavoro di squadra sta tutto nella comunicazione.
Un urlo di caccia efficace nel reclutamento
I ricercatori hanno tenuto d’occhio in particolare 74 scimpanzé della comunità di Kanyawara. E tra le 2398 osservazioni effettuate in 23 anni, dal 1996 al 2018, si sono concentrati solo sulle 307 battute di caccia registrate, analizzando le vocalizzazioni prodotte dai primati in queste occasioni, proprio per capire se i loro vocalizzi avevano un qualche ruolo strategico. Se fossero, per esempio, associati a una maggiore probabilità di cooptare più partecipanti, o se il numero e il tipo di suoni emessi fosse in qualche modo correlato al successo nella caccia. E hanno scoperto che in effetti, quando la battuta veniva annunciata da un “urlo di caccia” aveva maggiori possibilità di andare a buon fine, perché venivano coinvolti più scimpanzé.
Il richiamo iniziale funziona un po’ come le antiche trombe inglesi utilizzate per la caccia alla volpe: annuncia che la battuta ha inizio, e serve a radunare gli altri membri del gruppo e a invitarli a prendere parte alla caccia. Quando uno scimpanzé lancia un “richiamo di caccia” viene rapidamente raggiunto da uno o più compagni, e questo ovviamente rende più efficace l’intera operazione. Più il gruppo è numeroso, infatti, meno tempo è necessario per catturare una preda.
Secondo gli autori, quindi, queste vocalizzazioni sono inequivocabilmente dei segnali motivazionali rivolti ai compagni con l’obiettivo di reclutarli. Tuttavia ancora non si sa con precisione come funzionano esattamente e come vengono recepiti da chi è in ascolto: potrebbero fungere da generico invito, oppure essere un preciso comando eseguito dai compagni in base alle gerarchie di gruppo. Di sicuro, però, per coordinare un comportamento di cooperazione come la caccia, gli scimpanzé utilizzano la comunicazione, proprio come avviene negli esseri umani. E questo vuol dire che il legame tra queste due capacità – cooperazione e comunicazione – potrebbe essere molto più antico di quanto immaginato finora: risalirebbe ad almeno 7 milioni di anni fa, quando umani e scimpanzé si sono separati dal loro ultimo antenato comune nel corso dell’evoluzione.