SCIENZA E RICERCA
L'editoriale. Comunicare la scienza: non è così facile come sembra
Non tutti sanno che sotto l’ala nuova della sede dell’Università di Padova c’è un ponte di epoca romana. È quello che vedete alle mie spalle, nel museo di scienze Archeologiche e arte. Ci dà un’idea di una Padova molto diversa rispetto a quella odierna.
Il modello del ponte di San Lorenzo è uno strumento di comunicazione e di didattica. Parlo di comunicazione perché la settimana scorsa ho polemizzato con un editoriale di Science. Oggi ne commento un altro, su cui – questa volta – non ho nulla da eccepire: “Non è così semplice come sembra” comunicare la scienza. Perché veniamo da due anni in cui scienziati e ricercatori sono stati messi in prima linea, ci sono movimenti anti-scientifici e la diffusione di fake news. E c’è una forte pressione affinché si comunichi di più e meglio.
Ma, si chiede il direttore di Science, cosa possiamo fare di più? Ed elenca i corsi propedeutici di comunicazione della scienza. Ma comunicare non significa solo tradurre dal gergo tecnico al linguaggio di senso comune, è qualcosa di più complesso. Non occorre solo parlare dei risultati ma far capire il concetto di scienza come working progress, del metodo scientifico e della revisione delle ricerche. È necessario applicare il metodo scientifico anche nel modo in cui si parla al grande pubblico e non basta seppellire di dati il tuo interlocutore ma lo devi portare dentro a una narrazione. E non si può pretendere che ogni scienziato sia in automatico un grande comunicatore. La conclusione è interessante:
- Bisogna avere molto rispetto e attenzione nei confronti dell’importanza strategica della comunicazione della scienza.
- Non ci si improvvisa comunicatori della scienza, ma che si sia scienziati o giornalisti, ci vuole una professionalità.
Non è così semplice e, purtroppo, in questi due anni ce ne siamo accorti.