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In Salute. L'estate dei bambini: buone pratiche per stare bene

L’anno scolastico è concluso da oltre un mese e i libri, almeno per molti – accanto alle mille altre attività pomeridiane –,  sono compagni di viaggio meno presenti. In questa stagione spiagge, piscine, parchi e campi sportivi sono i luoghi di ritrovo più frequentati da bambini e bambine. Le alte temperature estive però, l'esposizione prolungata al sole, il gioco e il movimento richiedono delle accortezze, delle buone pratiche che è bene osservare per la salute e il benessere dei più piccoli: dalla scelta di cibi freschi e nutrienti all'idratazione, fino alle precauzioni necessarie per evitare le scottature. Abbiamo approfondito l’argomento con Rino Agostiniani della Società italiana di pediatria, direttore  della Pediatria e neonatologia dell’ospedale San Jacopo di Pistoia, cominciando proprio dalle buone abitudini a tavola.

“Soprattutto nel periodo estivo – spiega Agostiniani – è importante preferire un’alimentazione che abbia una componente rilevante di alimenti più facilmente digeribili, quindi con una buona dose di carboidrati, ed è importante soprattutto privilegiare frutta e verdura che sono la base di una dieta equilibrata sia nella vita del bambino che dell'adulto”. 

In proposito la Società italiana di pediatria (Sip) dà indicazioni precise: la frutta di stagione è ricca di acqua, fibre, minerali e vitamine e i bambini dovrebbero essere abituati  a mangiarne quotidianamente fin dai primi anni di vita. A pranzo e in spiaggia sono da prediligere piatti unici e leggeri come le insalate di riso o i panini farciti con verdure, olio crudo, prosciutto o mozzarella. Accanto a pasta e riso vanno considerati anche sorgo, miglio e quinoa; germogli di bamboo e foglie di cassava accanto a pomodori e melanzane; mele e ciliegie, ma anche papaya secondo la “piramide alimentare transculturale” proposta dalla società. Ancora, il pesce e i legumi sono considerati le migliori fonti di proteine. Via libera anche a latticini e uova, fonti di calcio e vitamina D. Per quel che riguarda le carni, è consigliato preferire le bianche alle rosse, meno grasse e più digeribili. Sono da evitare infine i cibi ricchi di grassi o troppo elaborati, come la pasta al forno e le pizze ripiene, poiché richiedono tempi lunghi di digestione. E le fritture andrebbero evitate, specie nei bambini al di sotto dei tre anni di età.

Intervista a Rino Agostiniani, Società italiana di pediatria. Servizio e montaggio di Monica Panetto

Nella stagione calda un altro aspetto da considerare è l’apporto di liquidi. “L'idratazione è fondamentale, dato che in estate si suda di più e questo vale in modo particolare per i ragazzi. Spesso la difficoltà con i più piccoli è riuscire a farli bere a sufficienza. Se consideriamo la quota di liquidi presente negli alimenti, il fabbisogno è di oltre un litro al giorno per i bambini di pochi anni di età. Via via che crescono la quantità di liquidi necessaria arriva al litro e mezzo, due. È da privilegiare l'acqua, ma in certe occasioni possono essere assunte anche altre bevande, come il tè, evitando quelle esageratamente zuccherate”. Che tendono a saziare eccessivamente, riducendo l’apporto di cibi più nutrienti. “Anche se il bambino non manifesta molta sete, almeno ogni ora proporrei comunque qualcosa da bere durante il periodo estivo”.

Nonostante il caldo, l’attività motoria non va trascurata. “È importante che i bambini svolgano attività fisica – osserva Agostiniani –, dato che oggi mediamente ne svolgono troppo poca. È chiaro che in estate ci sono momenti della giornata con temperature estremamente elevate e, soprattutto, con un tasso di umidità ambientale rilevante. Per questo è preferibile fare movimento nelle prime ore del mattino e nel tardo pomeriggio. Il fatto che il bambino sudi è normale, non deve essere fonte di preoccupazione. Basta farlo bere. Per quel che riguarda la tipologia di sport, i ragazzi devono dedicarsi a ciò che li appassiona, perché ci devono essere il desiderio e il piacere di svolgere un'attività senza che questa sia imposta”.

Se si sceglie il mare per le vacanze o si va con i ragazzi in piscina all’aperto, come si è detto serve cautela nelle ore centrali della giornata, soprattutto con i bambini nel primo anno di vita. Il sole ha sicuramente effetti positivi sul nostro organismo, favorisce la formazione della vitamina D, aumenta il metabolismo di alcuni ormoni, ed è benefico per la psiche e l’umore. Inoltre alcune malattie infiammatorie, come l’eczema e la psoriasi, traggono giovamento dall’esposizione ai raggi solari. Nonostante ciò, è importante adottare alcuni accorgimenti, soprattutto con i più piccoli. Il sistema di risposta al sole fino al primo anno di vita è ancora un po’ immaturo e i melanociti, cioè le cellule dell’epidermide, non sono in grado di proteggere la pelle dal sole. Per questa ragione bambini e bambine andrebbero esposti il meno possibile e al di sotto dei sei mesi si dovrebbe addirittura evitare di farlo. Dopo i primi 6-12 mesi il fanciullo può stare al sole ma con molta prudenza, dato che le esposizioni eccessive nei primi anni di vita, specie se causano anche scottature, possono portare ad alterazioni nei melanociti e cheratinociti, che potrebbero avere conseguenze negli anni successivi. Almeno fino ai 12 mesi si dovrebbero preferire filtri solari di tipo fisico, costituiti cioè da particelle a base di ossido di zinco e/o biossido di titanio che dunque non penetrano nella pelle e sono potenzialmente meno irritanti rispetto ai filtri chimici. 

Quando le temperature diventano particolarmente elevate, poter rinfrescare gli spazi in cui si vive offre non poco sollievo. “L'aria condizionata migliora la qualità del vivere in ambienti chiusi e in auto, ma va usata con attenzione”. È consigliata una temperatura di 24-25 gradi centigradi, costante in tutti gli ambienti della casa, per evitare sbalzi da una stanza all’altra. “Può essere utile il deumidificatore, che toglie l'umidità e riduce molto il fastidio del caldo. È importante inoltre ricordare di pulire ciclicamente i filtri, perché si possono accumulare muffe fastidiose per la salute”.

Durante l’estate, terminate le lezioni e le attività cui solitamente i ragazzi si dedicano nel corso dell’anno, i più piccoli hanno molto più tempo a disposizione. “Io penso che le vacanze estive siano un periodo importante da dedicare alla famiglia, alle letture, alle passeggiate, all’attività fisica – sottolinea Agostiniani –. Certo, via via che si avvicina l’inizio dell'anno scolastico conviene riprendere lentamente determinati ritmi, migliorando per esempio gli orari del sonno, ma anche concedendo ai bambini del tempo con i compagni abituali, così da permettere loro di raccontarsi le esperienze vissute. In questo modo si recuperano delle abitudini simili a quelle del periodo scolastico”.

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