Si è tenuto a Padova l'ultima settimana di marzo il meeting della fase finale di RRI-practice, Responsible research and innovation in practice, un progetto triennale, finanziato da Horizon2020, che dal 2016 impegna una dozzina di Centri di ricerca europei ed extra europei nello stabilire le linee guida dell'RRI, la responsible research and innovation. Ogni progetto di ricerca, per ottenere finanziamenti, dal campo delle biotecnologie a quello ingegneristico, deve dimostrare che il lavoro e l'innovazione che propone non solo incontrino le necessità della società ma anche che le ricerche e le innovazioni vengano condotte in maniera responsabile. Padova è coinvolta nel progetto con un finanziamento gestito da Federico Neresini, direttore del Ciga (Centro per le decisioni giuridico-ambientali e la certificazione etica d’impresa).
Due ospiti del meeting, coinvolti nel progetto, ci hanno spiegato in cosa consiste il loro lavoro.
Alexei Grinbaum, fisico e filosofo, si occupa di etica della ricerca scientifica in Francia per la Commission for atomic energy and alternative energies
Alexei Grinbaum è fisico e filosofo, si occupa di etica della ricerca scientifica in Francia per la Commission for atomic energy and alternative energies. “Padova in realtà è il luogo di nascita dell'approccio responsabile alla ricerca e all'innovazione. Nel XVIII secolo Mosè Luzzatto, studente dell'ateneo patavino, scrisse il suo trattato più famoso, Mesillat Yesharim, 'Il cammino dei giusti'”. Il concetto più importante contenuto nel trattato, scritto in lingua ebraica, è quello di 'vigilanza' (watchfulness), la capacità di restare lucidi. È qui che affondano le radici, secondo Alexei Grinbaum, i valori di responsabilità della ricerca, e in particolare di etica della ricerca, che vengono oggi adottati nelle direttive dell'Unione Europea. L'etica della ricerca vede coinvolte due parti: gli scienziati e il pubblico generico. “Gli scienziati devono chiedersi 'come dobbiamo rivolgerci alla società in merito alle ricerche e le innovazioni di cui siamo responsabili?'. Il pubblico generico invece è consapevole che la scienza trasforma la società molto velocemente, ma spesso le tecnologie rimangono delle scatole nere di cui non si conosce il funzionamento, persino lo smartphone. Come e perché la società dovrebbe fidarsi? Queste sono i due quesiti che tengono insieme scienza e società e che marcano la necessità di una ricerca e un'innovazione responsabili”.
Il lavoro di Alexei Grinbaum nel concreto consiste nel creare occasioni di coinvolgimento del pubblico nelle attività scientifiche (public engagement) ma non solo. “Facciamo anche molta formazione nel campo dell'etica per i ricercatori, giovani e meno giovani. Credo che sia davvero molto importante creare una cultura di contemplazione riflessiva, di 'vigilanza', come si diceva qui a Padova una volta, per i ricercatori di domani. Oltre all'etica ci sono altri strumenti, come la conoscenza dei codici di condotta, le leggi e i regolamenti. Con il nostro progetto, RRI-practice (Responsible Research and Innovation in practice) miriamo a tenere insieme tutta questa serie di pratiche, il coinvolgimento del pubblico, l'accesso libero, l'uguaglianza di genere e tentiamo di coinvolgere anche Paesi come la Cina, il Brasile, India, Australia, Stati Uniti, perché la scienza è un'impresa internazionale ed è importante avere questi confronti in molti Paesi”.
Ellen-Marie Forsberg, direttrice manageriale del Ostfold Research Institute in Norvegia e co-coordinatice del progetto RRI-practice
Ellen-Marie Forsberg è direttrice manageriale del Ostfold Research Institute in Norvegia e co-coordinatice del progetto RRI-practice, il progetto europeo di supporto a una ricerca e un'innovazione responsabili. “RRI sta per ricerca e innovazione responsabili. L'innovazione ha effetti sempre più impattanti sulla società, sul mondo, sull'ambiente e dobbiamo essere responsabili nel modo in cui conduciamo la ricerca e l'innovazione. Il che non significa soltanto fare ricerca per contribuire a risolvere le sfide della società, ma anche evitare che la ricerca e l'innovazione abbiano effetti negativi. Nel progetto studiamo e supportiamo le strategie per rendere operative le pratiche di RRI in diverse organizzazioni, sia quelle che conducono la ricerca, sia quelle che la finanziano.
Abbiamo lavorato anche con l'università di Padova e abbiamo visto la qualità e il livello di engagement e divulgazione, il coinvolgimento degli studenti di dottorato, penso che sia davvero molto importante vedere giovani ricercatori che avranno molte responsabilità nei prossimi anni che vengono formati anche sul piano dell'etica della ricerca”.
“Un buon esempio di come un ente finanziatore promuove la RRI è il programma di digital life del Norwegian Research Council. Tutti coloro che applicano devono includere nel loro progetto di ricerca strategie di RRI, devono avere una visione anticipatrice degli effetti della loro ricerca, devono prevedere quale sarà l'impatto sulla società, che si tratti di biotecnologie o ingegneria.La responsabilità si può declinare in diversi ambiti. La Commissione Europea spesso mette in risalto l'etica, l'uguaglianza di genere, il coinvolgimento del pubblico, l'accesso libero e la formazione scientifica, mentre altri enti finanziatori mettono più in risalto la visione anticipatoria. I risultati di RRI-practice comprenderanno molte descrizioni delle buone pratiche che possono guidare le organizzazioni e gli enti di ricerca a implementare l'RRI, sia in ambito di assegnazione dei finanziamenti sia nell'ambito della ricerca vera e propria. E comunicheremo anche sia alla Commissione Europea sia agli enti finanziatori nazionali come supportare l'RRI”.