MONDO SALUTE

In Salute. Proteggersi dal colpo di calore

Ogni anno, con l’arrivo del caldo, i telegiornali ci martellano con i soliti avvertimenti che tutti ormai conosciamo a memoria: evitare di uscire nelle ore più calde, bere molta acqua, stare all’ombra, applicare la crema solare. È però importante memorizzare e seguire queste indicazioni per goderci l’estate e tutelare la nostra salute. Con il caldo non si scherza, specialmente durante questa estate infuocata e quelle che si prospettano per gli anni futuri.

Le elevate temperature che la stagione estiva porta con sé aumentano il rischio di essere colpiti da un colpo di calore, le cui conseguenze sulla salute possono essere anche molto gravi. In questo episodio di In Salute scopriamo quali sono i principali sintomi di questa condizione patologica, da quali fattori è causata e come possiamo evitarla, con l’aiuto del dottor Marco Bordonali, direttore del Pronto Soccorso dell’Ospedale San Giuseppe di Milano.

Siamo esposti al calore con tutta la nostra superficie corporea, e gli abiti che indossiamo limitano la dispersione massima del calore da parte dell’organismo che, come si sa, dovrebbe mantenersi a una temperatura di circa 36-37 °C” spiega Bordonali. “Quando la temperatura esterna si alza, il corpo mette in atto dei meccanismi, ovvero la respirazione e la sudorazione, per disperdere all’esterno il calore prodotto dall’interno.

Nel momento in cui le temperature esterne sono molto elevate, e superano quindi i 35 °C, tali meccanismi di dissipazione del calore possono rivelarsi insufficienti e il calore in eccesso viene accumulato all’interno. Il problema è che una temperatura corporea superiore rispetto a quella ottimale può danneggiare le cellule, sia quelle del sistema nervoso, sia quelle deputate al metabolismo. Si crea perciò una specie di circolo vizioso che riscalda il corpo ancora di più, causando il colpo di calore.

È bene specificare che questo disturbo insorge come conseguenza ad esposizioni prolungate al caldo e non, ad esempio, in ambienti ventilati o dove le temperature si aggirano attorno ai 30 °C. Al contrario, in questo periodo di canicola e temperature molto elevate, i rischi di sperimentare i sintomi associati a questa condizione sono effettivamente più alti”.

L'intervista al dottor Marco Bordonali. Montaggio di Barbara Paknazar

I sintomi in questione possono essere sia di tipo neurologico, sia derivanti da un’eccessiva vasodilatazione e dal conseguente abbassamento della pressione sanguigna. “Il colpo di calore causa tutti i fastidi legati all’ipotensione (come giramenti di testa, svenimenti e vertigini), sudorazione profusa e, se l’esposizione al caldo continua, anche problemi neurologici come cefalea, sonnolenza, e, nei casi peggiori, coma”, continua il dottore. “Chiaramente, i sintomi neurologici indicano una situazione di particolare gravità che deve allarmare chi assiste al paziente che ha subito un colpo di calore. In questi casi, infatti, l'esposizione ha causato dei danni all’organismo ed è quindi necessario chiamare i soccorsi rapidamente.

La sostanziale differenza tra colpo di calore e colpo di sole è che in questo secondo caso, alle conseguenze tipiche del colpo di calore si aggiungono anche sintomi cutanei simili a ustioni, causati dall’esposizione prolungata ed eccessiva ai raggi solari”.

È importante allora sapere come comportarsi quando osserviamo i primi sintomi del colpo di calore in noi stessi oppure nelle persone che ci stanno attorno.

“Le prime preoccupazioni devono iniziare nel momento in cui si ravvisano i sintomi più leggeri, in modo da evitare un aggravamento della situazione”, avvisa Bordonali. “Perciò, se una persona che è rimasta esposta al caldo per molto tempo comincia ad avere nausea, vomito, vertigini e cefalea deve essere immediatamente trasferita in un ambiente fresco (evitando però uno sbalzo termico esagerato: ad esempio, chi ha passato molto tempo in un ambiente a 40 °C non può ritrovarsi subito dopo in un luogo in cui ce ne sono 18) e reidratata con acqua fredda per rimediare alla dispersione di liquidi”.

“In presenza di sintomi gravi, va assolutamente contattato il 118 e lasciare che la persona con colpo di calore sia assistita da soccorritori esperti”, prosegue Bordonali. “Il paziente che viene portato al pronto soccorso, oltre ad essere reidratato con fleboclisi di soluzioni saline e spostato gradualmente in un ambiente molto fresco, viene solitamente sottoposto ad un elettrocardiogramma, che serve a controllare la frequenza cardiaca (indice di una eventuale sofferenza metabolica) e al controllo della pressione arteriosa. È importante anche misurare la quantità di elettroliti per rimediare, eventualmente, alla perdita di sali (soprattutto sodio e potassio) causata dalla sudorazione”.

Le persone più soggette al colpo di calore sono quelle anziane e i bambini, precisa Bordonali. “Gli anziani sono particolarmente a rischio principalmente per due motivi: innanzitutto, soffrono di meno il caldo, dato che il loro centro termoregolatore, situato nell’ipotalamo, è meno sensibile alla variazione di temperatura; inoltre, tendono a bere poco a causa di una frequente assenza del riflesso della sete. Essendo meno idratati, rischiano di essere colpiti da un colpo di calore anche a temperature più basse e in seguito a esposizioni al caldo di minore durata rispetto alla media degli adulti. Per gli anziani, quindi, è particolarmente importante restare al fresco durante l’estate e sforzarsi di bere anche quando non si ha sete, poiché la disidratazione potrebbe persino alterare il ritmo cardiaco.

I bambini, invece, sono soggetti a rischio perché la loro superficie corporea è minore, e quindi il loro organismo ha una più scarsa capacità di disperdere il calore attraverso la sudorazione. Nel loro caso, comunque, i tempi di ripresa sono solitamente più rapidi. Bambini e bambine sono dotati di una maggiore riserva idrica rispetto agli adulti e perciò si riprendono più facilmente. Spesso, infatti, basta dare loro dell’acqua fresca e farli stare all’ombra per un po’ perché si rimettano in sesto completamente. Qualora invece accusino sonnolenza, nausea e vomito, e non riescano quindi a bere, è necessario portarli al pronto soccorso”.

Per quanto sia fondamentale sapere come comportarsi in caso di colpo di calore, è ancora più importante imparare le principali strategie di prevenzione. Abbiamo quindi chiesto al dottor Bordonali quali sono i comportamenti da adottare per evitare il colpo di calore e goderci la stagione estiva in sicurezza.

“È importante seguire le indicazioni che vengono solitamente diffuse da media e professionisti sanitari durante l’estate”, consiglia Bordonali. “Meglio evitare, quindi, di esporci al sole nelle ore più calde e uscire di casa quando le temperature sono molto elevate. Questo, come abbiamo detto, vale a maggior ragione per bambini e anziani. Inoltre, bisogna cercare di bere molta più acqua rispetto a quanto facciamo normalmente, anche quando non abbiamo particolarmente sete. Infine, dobbiamo stare attenti ai segnali che ci invia il nostro corpo quando prendiamo il sole. Non appena iniziamo ad accusare sintomi di malessere, per quanto lievi, dobbiamo ripararci all’ombra e, all’occorrenza, utilizzare del ghiaccio o dell’acqua fresca per abbassare la temperatura corporea”.

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