Ora lo possiamo certificare: chi ha detto – durante l’estate da poco passata – “mamma mia che caldo” o qualcosa del tipo “mai sentito una cosa del genere dalle mie parti” non stava esagerando, affatto. A trasferire le sensazioni in dati concreti ci ha pensato il rapporto Seasonal lookback: summer 2024, redatto pochi giorni fa da Copernicus. L’ente che si occupa di dare informazioni autorevoli sul cambiamento climatico all’interno dell’UE è chiaro: “L’estate 2024 è stata la più calda d’Europa”. Le anomalie fuori scala registrate non riguardano solo la temperatura dell’aria ma anche altri aspetti che vanno dalle precipitazioni, allo stato di salute dei fiumi, passando per le temperature dei nostri mari.
La temperatura dell’aria in superficie e lo stress da caldo
Da giugno ad agosto 2024, la temperatura superficiale è stata di 1,54° C superiore alla media compresa tra il 1991 e il 2020. Il record della passata stagione estiva ha superato di 0,2° C il precedente primato, stabilito nel 2022.
Nel complesso, le temperature sono state superiore alla media in quasi tutte le aree del continente europeo. Si sono registrati, però, record soprattutto nelle zone del sud Europa e in quelle della regione denominata Fennoscandia (che comprende la Finlandia e l’area geografica della penisola scandinava. In netto contrasto, nelle zone Ovest (Islanda, Regno Unito e Irlanda e sud della Norvegia) le temperature registrate sono state più basse della media. Menzione speciale per l’Inghilterra, che – anomalia nell’anomalia – ha avuto l’estate più fredda dal 2015.
Infine, alcune parti dell’Europa hanno subìto vere e proprie ondate di calore, anomale e prolungate: a giugno in Turchia e nel Sud dell’UE le temperature hanno raggiunto i 40° C in molte località, infrangendo molti record locali. In luglio, Italia, Grecia e Bulgaria hanno sofferto condizioni simili. In agosto, tutta zona Sud e, in particolare, Italia, Portogallo e Spagna sono state colpite dall’ultimo grande ondata di calore.
Da queste osservazioni si arriva a una delle prime vere e proprie anomalie: in Italia, Turchia, Balcani e Grecia i giorni con le temperature superiori alla media sono stati superiori del 60% rispetto al periodo di riferimento 1991-2020.
Dal giorno alla notte, poco cambia. Se il sole tramonta, non è il caldo a scomparire assieme a lui. Di nuovo, Italia, parte della Spagna e il sudest europeo si sono ritrovate con un valore sopra media per il numero delle cosiddette notti tropicali. Si definiscono tali le notti in cui la temperatura non scende mai sotto ai 21° C. La combinazione tra caldo diurno anomalo e notti tropicali può essere causa di forte stress per il nostro corpo, incapace di raffreddarsi correttamente. La condizione viene chiamata, in inglese, heat stress.
Il comfort (e il mancato tale) termico – incluso l’heat stress, si legge nel rapporto Copernicus, può essere monitorato attraverso diversi parametri come quelli UTCI (Universal Thermal Climate Index) che tengono in considerazione temperature, umidità, velocità del vento, rifrazione solare e calore emesso dall’ambiente circostante. L’insieme di questi aspetti, applicato al modo in cui il corpo umano reagisce a differenti ambienti termici, possono essere usati per stabilire il livello di stress termico da noi sopportato.
Copernicus ha determinato che la temperatura media massima percepita, nel corso dell’estate del 2024, sia stata di 2,1° C superiore alla media: gran parte del Sud Europa, insomma, ha percepito un forte stress termico per 60 giorni. In alcuni casi, in alcune zone della Grecia e della Turchia, il forte stress termico è stato percepito ogni giorno.
Le temperature del mare
Le temperature dell’acqua hanno stabilito nuovi record, raggiungendo il loro picco massimo a metà agosto con 28,45° C, “scippando” il precedente valore di 28,20° C del luglio 2023.
In generale, le temperature del mar Mediterraneo sono state tutte sopra la media, ma quelle dell’Adriatico hanno visto nuovi picchi assieme alle zone a est della regione. Anche il mar di Norvegia ha visto temperature molto più alte delle medie.
Precipitazioni e livelli dei fiumi
Le precipitazioni sono state variabili durante la stagione e nel continente. A giugno, sono state prevalentemente superiori alla media nella maggior parte delle regioni occidentali e settentrionali, mentre le regioni sud-orientali, il Regno Unito e l'Irlanda hanno registrato valori inferiori alla media. A luglio, le aree con deficit di precipitazioni si sono estese verso nord e est. Ad agosto, la maggior parte dell'Europa continentale, così come il sud del Regno Unito e l'Irlanda, sono stati più secchi del solito. La maggior parte della regione mediterranea e dell'Europa orientale ha registrato una carenza di precipitazioni durante tutta la stagione.
Copernicus segnala come, in alcune regioni (compreso anche il Nord Italia) ci siano state delle anomalie nei giorni consecutivi di pioggia e nella quantità di acqua caduta al suolo.
Un ultimo dato riguarda i fiumi che scorrono lungo i confini dell’Europa: mediamente, il 35% dei corsi d’acqua hanno registrato valori notevolmente o eccezionalmente sotto la media. Gioco forza, le zone più colpite sono le stesse che hanno subìto il maggior numero di giorni di caldo eccezionale e di assenza di piogge. Eccezione il sud della Germania, colpita a giugno da inondazioni nelle zone della Bavaria e del Baden-Wuerttemberg.