MONDO SALUTE

“Stiamo vincendo un po' alla volta la battaglia contro il cancro ”

“Stiamo vincendo la battaglia contro il cancro. La stiamo vincendo un po’ alla volta, strappando ogni anno un morso alla mortalità per tumori”. Ad affermarlo è Pier Paolo Di Fiore, oncologo molecolare, professore di patologia generale all’università degli studi di Milano e direttore del programma di Novel Diagnostics dell’Istituto Europeo di Oncologia, intervenuto in questi giorni al Festival della Scienza di Genova.

Fino alla metà degli anni Novanta, spiega Di Fiore, la mortalità per tumore era stabile o in aumento, essenzialmente perché un numero maggiore di persone rispetto ad oggi contraeva la malattia e non la superava. Negli ultimi 20 anni, invece, le curve di mortalità sia per gli uomini che per le donne sono in costante diminuzione, grazie ai miglioramenti ottenuti in ambito diagnostico, preventivo e terapeutico. “La mortalità è in diminuzione dell’1,5% all’anno, per anno. Oggi noi siamo in grado di curare poco più del 50% dei tumori, se riuscissimo a mantenere una diminuzione della mortalità dell’1,5% all’anno, per anno, entro due decadi avremmo un tasso di cura dell’80%. Ma questo dipende anche da quanto investiremo in ricerca”.

La mortalità è in diminuzione, dunque, come risultato di più fattori, e tra questi un ruolo di rilievo assumono le misure di prevenzione primaria e secondaria. Ciò significa da un lato adottare comportamenti e stili di vita in grado di evitare o ridurre l’insorgenza della patologia, dall’altro fare diagnosi precoce. “Gli stili di vita sono importantissimi - sottolinea l'oncologo -: il fumo, l’obesità, la sedentarietà, l’assunzione di alcol appena più che moderata (non bisognerebbe mai bere più di un bicchiere di vino al giorno) aumentano il rischio di cancro. Esistono alcuni agenti infettivi come il virus del papilloma che provoca il cancro del collo dell’utero, il virus dell’epatite sia B che C che possono provocare il carcinoma epatico, l’Helicobacter pylori che può causare il cancro dello stomaco. Ebbene, questi tipi di neoplasie sono prevenibili: esiste un vaccino contro il virus del papilloma estremamente efficace, e uno contro il virus dell’epatite B. Non esiste ancora, purtroppo, un vaccino contro il virus dell’epatite C, e nemmeno contro l’Helicobacter pylori, ma esistono delle strategie per eradicarlo. La diagnosi precoce è fondamentale, gli screening da effettuare sono tre: lo screening per il tumore al seno, per il tumore al colon, per il tumore del collo dell’utero”.

Quando si parla di cancro ci si riferisce a un insieme di circa 200 malattie caratterizzate da un’abnorme crescita cellulare che si sottrae ai meccanismi di controllo dell’organismo. Normalmente esiste un equilibrio tra proliferazione e morte cellulare, ma le mutazioni nel Dna che conducono al cancro portano alla distruzione di questi processi, dando luogo a una divisione cellulare incontrollata e alla formazione del tumore. Il processo che porta una cellula normale a trasformarsi in cellula neoplastica avviene attraverso varie tappe, attraverso un accumulo di anomalie genetiche, funzionali e morfologiche. Proprio l’assetto molecolare dei tumori costituisce, oggi, il terreno di ricerca su cui si ripongono le speranze maggiori per le future ricadute cliniche.

Nel suo ultimo libro, Il prezzo dell’immortalità (Il Saggiatore 2020), Ferrari affronta queste tematiche partendo da lontano. “Per tre miliardi di anni le cellule – osserva il docente – hanno vissuto come dei solisti, capaci di suonare la loro musica in assenza di influenza da parte di altre cellule”. Gli organismi unicellulari proliferavano senza freni, seguendo la spinta all’immortalità iscritta nei loro geni. La comparsa di creature multicellulari è storia “recente” e riguarda solo un settimo della storia della vita sulla Terra. Qualcosa cambia, però, da quel momento. “Le cellule devono imparare a dar vita a un’orchestra, dove nessuno può suonare per conto proprio, ma tutti devono farlo all’unisono, obbedendo a un direttore”. In Homo Sapiens, questa orchestra (il nostro organismo) è composta da circa 10.000 miliardi di cellule.

Ferrari spiega che la logica del cancro è connessa alla logica della vita in una maniera inestricabile. Le mutazioni permettono lo sviluppo della vita, ma nel momento in cui la vita diventa pluricellulare tali mutazioni possono acquistare un significato particolarmente negativo, se vanno ad alterare i meccanismi di controllo che hanno sottomesso le singole cellule alla logica del bene comune dell’organismo. Il cancro, quindi, non è nient’altro che un momento in cui una singola cellula si sottrae al “patto sociale” rispetto alle altre, a causa di mutazioni che la rendono indipendente. E, a caro prezzo per la salute del nostro corpo, va a prendersi il sogno proibito dell’immortalità.

Per queste ragioni, dunque, è fondamentale capire quali siano le mutazioni che guidano la crescita tumorale e, a livello internazionale, molti progetti di ricerca vanno in questa direzione. A inizio anno, per esempio,  Nature ha dedicato uno speciale al progetto Pan-Cancer Analysis of Whole Genomes che ha visto oltre 1300 clinici e ricercatori, di 37 diversi Paesi, sequenziare più di 2.600 genomi completi di 38 diversi tipi di cancro, individuando le principali mutazioni che potrebbero avere un ruolo significativo nell’evolvere del tumore.

“I vari tumori hanno tipi di mutazioni diverse, alcune sono comuni, alcune sono individuali per tipi di cancro. All’interno di un singolo tumore (al seno per esempio) in realtà si possono identificare delle sottocategorie, che hanno dei quadri di mutazione diversi tra di loro. Quello che chiamiamo cancro è in realtà un insieme di centinaia di malattie molecolarmente diverse: questo da un lato costituisce una cattiva notizia, perché significa che non avremo mai una singola cura che possa guarire tutti i tipi di cancro, dato che sono malattie diverse tra di loro. Al tempo stesso, però, è anche una buona notizia perché ci permette di sviluppare terapie individuali contro ogni singolo tipo o sottotipo di cancro”.

Oggi esistono farmaci molecolari su cui si ripongono grandi speranze ma, nonostante vengano spesso raccontati come la panacea per il trattamento dei tumori, serve parlarne con cautela, secondo Di Fiore. Alcuni di questi medicinali, infatti, sono molto efficaci, ma altri meno: si tratta di un processo ancora in divenire.

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