SCIENZA E RICERCA

Sulle tracce dei vichinghi in America con l'analisi di antichissimi cerchi negli alberi

L'età di un albero caduto o abbattuto viene conservata nel suo tronco tagliato. È abbastanza risaputo, infatti, che contando i cerchi visibili all'interno di un ceppo di legno si può stimare quanti anni avesse l'albero a cui apparteneva, ed è possibile che molti di noi ci abbiano provato almeno una volta nella vita per gioco o per curiosità. Esiste però anche una scienza, chiamata dendrologia, basata proprio sullo di studio degli anelli di accrescimento presenti nei tronchi degli alberi che, come sappiamo, formano uno di questi cerchi per ogni anno di vita.

Le informazioni custodite nel legno di alcuni antichissimi alberi ritrovati nel sito archeologico vichingo di Anse aux Meadows, in Canada, si sono rilevate di fondamentale importanza in un recente studio, ideato e coordinato dal professor Micheal Dee dalla facoltà di scienze e ingegneria dell'università di Groningen, che ha permesso di confermare la presenza dei vichinghi nel continente americano esattamente 1000 anni fa.

È infatti ormai pressoché accertato che Cristoforo Colombo non sia stato il primo europeo ad essere giunto sulle coste del Nuovo mondo. Questo primato sembra spettare proprio ai vichinghi che, come gli storici hanno confermato già da tempo, hanno attraversato l'Atlantico e raggiunto la regione di Terranova, in Canada, tra il primo e il secondo millennio. I risultati dello studio di Dee e coautori, da poco pubblicato su Nature, suggerisce però una data molto più precisa per collocare nel tempo questo avvenimento: il 1021 d.C.

Gli autori di questo lavoro hanno usato un approccio cronometrico avanzato basato sulla conoscenza di un antichissimo evento atmosferico – probabilmente una tempesta solare – avvenuta nell'anno 992-993 d.C. e testimoniata dall'altissima percentuale di radiocarbonio conservata negli anelli di accrescimento di moltissimi alberi in tutto il mondo.

Ma andiamo per ordine. “Gli anelli di accrescimento possono essere considerati i codici a barre degli alberi, perché hanno alcune caratteristiche, a cominciare dallo spessore, che li rendono riconoscibili in diversi esemplari che si trovano nelle stesse zone geografiche e che appartengono a specie affini”, spiega Andrea Scifo, ricercatore al Centre for isotope research dell'università di Groningen, che ha preso parte a questo lavoro di ricerca. “Per questo motivo, è possibile confrontare campioni provenienti da alberi diversi, i quali hanno vissuto in periodi in parte sovrapposti, e rintracciare in ognuno di essi gli anelli le cui caratteristiche “combaciano” e che quindi si sono formati nello stesso anno. Sulla base di queste osservazioni è possibile ordinare i campioni di alberi dal più antico al più recente e costruire così delle lunghe sequenze temporali.

Per sapere in che epoca si è formato un anello di accrescimento si può usare la tecnica di datazione al radiocarbonio, che permette di datare un oggetto fino a 50.000 anni nel passato”, continua Scifo. “Purtroppo, però, non è possibile ottenere un dato per ogni anno perché per fare questo sarebbe necessario datare ogni singolo anello. I costi, in questo caso, sarebbero assolutamente proibitivi, perché ognuno di questi esami è molto costoso (stiamo parlando di centinaia e centinaia di euro per singolo data point) e non è sufficiente effettuare una sola misurazione per anello, perché ogni datazione deve essere confermata in diversi laboratori in modo tale da ottenere una statistica abbastanza solida da confermare il dato. Per questo motivo, le misurazioni si eseguono solitamente su un campione di anelli che si sono formati tra i 5 e i 10 anni di distanza l'uno dall'altro.

Fino a una ventina di anni fa, inoltre, si credeva che la concentrazione di carbonio-14 non variasse più di tanto da un anno all'altro negli anelli di accrescimento. Questa convinzione è stata però messa in discussione quando è stato scoperto, quasi per caso, che può capitare che la concentrazione di carbonio-14 cambi in modo repentino da un anno all'altro a causa di alcuni eventi straordinari di origine extraterrestre, come ad esempio un'intensa attività solare, che causano un picco nella concentrazione del carbonio-14 nell'anello corrispondente a quell'anno. Il radiocarbonio si crea infatti come conseguenza di un'interazione dei raggi cosmici con alcune molecole presenti in atmosfera.

Questi aumenti vertiginosi di carbonio-14 in corrispondenza di alcuni cerchi negli alberi possono essere quindi usati come dei segnalibri per orientarsi nel passato. E gli eventi atmosferici che li hanno causati rappresentano dei punti di riferimento storici, anche se non sono facili da rilevare né da accertare. La scoperta di ognuno di essi, infatti, viene fatta a partire dalla raccolta e l'analisi di vari campioni di alberi in tutto il mondo e per essere considerata attendibile necessita di essere sottoposta a una lunga serie di studi.

I due momenti di attività solare straordinaria più famosi risalgono al 774 e al 993 d.C e sono stati scoperti e confermati già da parecchi anni, poiché è stata rilevata un'alta concentrazione di carbonio-14 in corrispondenza degli anelli di accrescimento formati in quei due anni in molti alberi di diverse specie in tutto il mondo.

L'obiettivo del nostro studio, quindi, era verificare se nei campioni di alberi che avevamo ritrovato nel sito di Anse aux Meadows fosse possibile rintracciare degli anelli di accrescimento con una concentrazione di Carbonio 14 che potesse corrispondere ai record storici globalmente riconosciuti relativi all'anno 993. Ebbene, abbiamo avuto la fortuna di rintracciare l'anello corrispondente all'evento del 993 in tre dei nostri campioni e, misurando la distanza tra l'anello in questione e quello più esterno, che si trova sul bordo del tronco, abbiamo concluso che gli alberi da cui provengono i nostri campioni sono stati tagliati nel 1021.

Siamo abbastanza certi di questa affermazione perché l'analisi di tre campioni diversi provenienti dallo stesso sito archeologico e in cui abbiamo identificato questo picco dell'attività solare hanno dato gli stessi risultati. Siccome, infatti, questa concentrazione di carbonio-14 si trovava nel ventinovesimo anello dall'esterno, possiamo dedurre che l'albero sia stato stato tagliato circa 29 anni dopo il picco di attività solare del 993. Naturalmente, siccome ogni misura ha il suo errore, abbiamo svolto dei test statistici per confermare questo risultato. Ebbene, gli esiti di tutte queste indagini suggeriscono che i vichinghi fossero presenti in America nel 1021”.

Attenzione però, questo non significa necessariamente che i vichinghi siano approdati in Canada proprio in quell'anno: potrebbero infatti essere arrivati da tempo e aver tagliato gli alberi in un secondo momento. Eppure, è razionale pensare che sia andata proprio così. Infatti, osserva Scifo “L'arrivo dei vichinghi in Nord America nel 1021 è coerente con quanto riportato nelle saghe islandesi, ovvero le trascrizioni dei racconti mitologici del popolo. Grazie a queste fonti, sappiamo che i vichinghi arrivarono in America dopo aver abbandonato l'ultima loro colonia, che si trovava in Groenlandia. I loro viaggi erano sostanzialmente finalizzati all'approvvigionamento di legname, e la Groenlandia ne era scevra. Per questo motivo è verosimile che questi antichi viaggiatori appena approdati in una regione ricca di boschi come il Canada non si siano accontentati degli alberi già caduti. Al contrario, essendo esperti nel taglio e nella lavorazione del legno, è più probabile che abbiano preferito abbattere degli alberi freschi e quindi di migliore qualità rispetto a quelli già caduti.

Naturalmente, queste solo sono supposizioni. Ciò che viene provato nel nostro studio è che gli alberi da cui provengono i campioni analizzati sono stati tagliati nel 1021. Inoltre, il fatto che siano stati proprio i vichinghi a reciderli è confermato non solo dal loro ritrovamento in un sito archeologico associato a loro, ma anche dall'analisi dei residui organici di legno, che sono compatibili con gli strumenti di taglio di cui essi disponevano”.

I risultati di questo lavoro rappresentano quindi un importante punto di partenza per gli studi successivi sulle tracce dei vichinghi nel continente americano. “Per quanto non possiamo essere sicuri che i vichinghi non siano arrivati sulle coste del Canada poco tempo prima del 1021, possiamo comunque affermare con un buon grado di certezza che fossero attivi nel nuovo continente in quell'anno: un'informazione preziosa per chi si occupa di storia, antropologia e archeologia”.

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