CULTURA

Anche Venezia celebra (finalmente) Marco Polo

È probabilmente il viaggiatore più famoso di tutti i tempi, capace di affascinare genti di tutto il mondo (soprattutto a oriente): il testo al quale deve la sua fama, il Milione o Devisement dou Monde, continua ancora oggi ad essere pubblicato e a suscitare interesse, ispirando film e serie tv. Eppure a 700 anni dalla morte nella sua stessa città Marco Polo non è ricordato da alcun monumento, come notato con un certo sgomento da molti visitatori cinesi. Nella Serenissima infatti i Polo, nonostante gli sforzi di Marco per convincere il sovrano dei mongoli a lasciarlo tornare in laguna, non raggiunsero mai una posizione paragonabile a quella ricoperta presso la corte del gran khan.

Oggi però Venezia sembra finalmente decisa a colmare il debito verso il suo cittadino più famoso; tanti infatti gli eventi e le iniziative, a cominciare dal grande convegno tenutosi a gennai. Ora però le celebrazioni entrano nel vivo con una grande mostra a Palazzo Ducale: I mondi di Marco Polo. Il viaggio di un mercante veneziano del Duecento, aperta fino al 29 settembre, intende celebrare, ripensare e raccontare Marco Polo attraverso oltre 300 opere provenienti dalle collezioni civiche veneziane e dalle maggiori istituzioni italiane ed europee, fino ai prestiti provenienti dai musei di Armenia, Cina e Qatar.


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Il percorso, curato da Giovanni Curatola e Chiara Squarcina, parte dal personaggio storico e da quel poco che su di esso ci è rimasto: ecco dunque la ricostruzione della sua casa-fondaco nell’area di san Giovanni Crisostomo, vicino alle attuali corte prima e seconda del Milion, con la restituzione degli inediti reperti, frutto di scavi e studi condotti nell’area del Teatro Malibran. Vicino si potrà leggere il suo testamento, dettato in punto di morte il 9 gennaio 1324 (1323 secondo il computo del tempo veneziano, per il quale il capodanno era fissato il 1° marzo) al sacerdote e notaio Giovanni Giustinian. Con esso ci sembra di conoscere qualcosa di più sull’uomo oltre il personaggio, ascoltando dalla sua viva voce le disposizioni a favore della moglie Donata Badoer, delle tre figlie Fantina, Bellela e Moretta e del servo tartaro Pietro, liberato in extremis per salvarsi l’anima (“ut Deus absolvat animam meam ab omni culpa et pecato”).

A impressionare il visitatore c’è poi il grandioso mappamondo dipinto tra il 1450 e il 1460 dal monaco camaldolese fra’ Mauro con le sue 3.000 iscrizioni di luoghi, delle quali almeno 120 riconducibili al Milione (anche se libro e autore non vengono mai citati). E proprio il capolavoro dettato a Rustichello da Pisa è il cardine di una delle sezioni della mostra: del resto si tratta di uno dei testi più celebri e influenti di tutti i secoli, che ha attraversato le epoche proliferando in traduzioni e diverse versioni; una guida di viaggio con consigli e curiosità ante litteram che ha fatto da modello per molte celebri opere letterarie, dal Viaggio al centro della terra di Jules Verne a Le città invisibili di Italo Calvino. Sono solo alcuni dei tributi, omaggi ed esempi di una fortuna critica che destinata a seguire Il Milione e Marco Polo per tutto l’Ottocento e il Novecento, una fama che prosegue nei decenni con rivisitazioni in chiave pop, fonte di ispirazione per artisti moderni e contemporanei, esposti in mostra.


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Il resto della mostra è dedicata ai luoghi visitati da Marco Polo nel corso del suo viaggio: dal regno cristiano dell’Armenia, presente con gli splendidi codici miniati, ai meravigliosi manufatti – ceramiche e porcellane, tessuti, monete statuette e monili – provenienti dalla Cina e dall’India, che a distanza di secoli continuano a sorprendere per lo stato di conservazione e soprattutto per la qualità della fattura. Colpisce ad esempio il cenotafio in granito proveniente dallo Shanghai History Museum, scolpito durante la dinastia Yuan (1271-1368) e dedicato al sacerdote e principe nestoriano Siraq, a testimonianza della diffusione del cristianesimo nell’impero e tra le élites mongole, tale da generare la leggenda – riportata dal Milione – del Prete Gianni.

A chiudere, attraverso l’esposizione di manifesti, locandine e libri, è la sezione dedicata alla fortuna popolare della figura di Marco Polo, al quale nel corso degli ultimi decenni sono stati dedicati film, serie tv e addirittura fumetti. Segno che anche ancora oggi, con la Cina che si avvia a divenire la prima potenza economica mondiale riprendendo il suo ruolo di Chung Kuo, centro del mondo, la figura del mercante veneziano, con il suo spirito curioso e l’approccio assolutamente non ideologico, ha ancora tanto da dire a oriente quanto a occidente.

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