CULTURA
"Una casa, una famiglia, molte storie": una mostra multimediale svela i segreti di Palazzo Cavalli
La Scala a Bovolo a Palazzo Cavalli, aperta per la prima volta al pubblico (foto: Tommaso Rocchi)
Vicende familiari, amori e misteri, persino un delitto: un viaggio alla scoperta di Palazzo Cavalli, che il 22 dicembre 1585 fu teatro dell'uccisione della nobildonna Vittoria Accoramboni e che sarà la prossima sede del Museo della natura e dell'uomo dell'università di Padova. Un'occasione per ripercorrere le vicende (spesso misteriose) e conoscere i personaggi che attraversarono gli spazi del prestigioso palazzo nobiliare alla Porte Contarine. Fino al 16 giugno la mostra Palazzo Cavalli. Una casa, una famiglia, molte storie (a ingresso gratuito), a cura di Chiara Marin e Federico Milanesi, offre al visitatore l'opportunità di approfondire un pezzo di storia della città, muovendosi da una sala all'altra, ammirando collezioni, affreschi e stucchi barocchi e facendo esperienza di un allestimento multimediale, tra video e pannelli con Qr code, utilizzando il proprio smartphone.
Il taglio narrativo dell'esposizione permette a chiunque di esplorare le belle sale affrescate - da quella della caccia a quelle delle storie romane e delle storie bibliche, passando per lo scalone fino al magnifico piano nobile - ed entrare dentro le vite dei protagonisti: dall’ambasciatore veneziano Marino Cavalli il Vecchio, a cui si deve la costruzione del palazzo negli anni Sessanta del Cinquecento, alla sfortunata Vittoria Accoramboni, assassinata nella sua camera da letto al piano superiore, per mano di un cugino del defunto marito Paolo Giordano Orsini. E ancora, l’operista Francesco Caletti Bruni, che scelse il nome d’arte di Francesco Cavalli, in onore di Federigo Cavalli senior che lo scoprì a Crema e, ammaliato dalla sua arte, nel 1616 lo portò con sé a Venezia, infine Federico Cavalli e la moglie Elisabetta Duodo, che commissionarono l'apparato decorativo, in buona parte conservato.
Con l'occasione, il visitatore può ammirare la Scala a Bovolo, aperta per la prima volta al pubblico, custode di bellezza e segreti: "Discendendo porzione della scala a lumaca si trova una porta munita di serramento che mette ad una stanza ricavata fra il Piano Nobile e l'anticucina". Pavimentato a pianelle e illuminato da una finestra a pavimento, il camerino segreto fu murato alla fine dell'Ottocento ed è tuttora inaccessibile. Quali sorprese potrebbe rivelare questa stanza dei segreti?
La mostra è il risultato di una attenta e paziente ricerca condotta da Chiara Marin, con la collaborazione di Federico Milanesi per l'allestimento multimediale. L'accurato lavoro di studio e ricerca di Marin ha permesso di fare interessanti scoperte e ricostruire tappe e passaggi fondamentali, individuando la presenza del camerino segreto inframurario, quella di ovali monocromi sul soffitto di Dorigny e sullo zoccolo, nascosti dalle librerie primonovecentesche, l'esistenza di una parete per dividere due ambienti del salone nobiliare tra il XVIII e il XIX secolo (abbattuta negli anni Trenta con l'insediamento dell'Istituto e Museo di Geologia). E ancora, di immaginare lo scalone illuminato da un lucernario ottagonale e l'attuale sala Fossa come la camera più elegante del palazzo, anticamente scrigno di opere di artisti come Veronese e Tintoretto e mobili di pregio, infine di accertare la donazione a fine Ottocento di quattro porte originali ai Musei civici, da parte dell'università.
Le sette postazioni video riproducono documenti e immagini inedite, utili a comprendere le trasformazioni del palazzo e ad attuare un confronto con gli interni recentemente restaurati di Villa Cavalli Lugli a Teolo. Il video conclusivo propone interviste alla direttrice del Cam-Centro di ateneo per i musei Giuliana Tomasella, alla prorettrice al Patrimonio artistico, musei e biblioteche Giovanna Valenzano, al professore e delegato per il progetto di comunicazione istituzionale Telmo Pievani e al rettore Rosario Rizzuto sull'atteso futuro Museo della natura e dell'uomo.
Dal 24 maggio, ogni venerdì, si alternano appuntamenti trasversali per immergersi nella Padova cinquecentesca: conferenze d’arte, accompagnamenti all’ascolto dedicati alla musica di Francesco Cavalli e uno speciale incontro dedicato a Vittoria Accoramboni. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso gratuito con obbligo di prenotazione.