Il 26 febbraio 1770 moriva a Padova Giuseppe Tartini: il “primo violino d’Europa”, probabilmente il maggior insegnante di violino del Settecento, con un influenza incalcolabile sui musicisti coevi e successivi. Eppure per molti il suo nome rimane legato esclusivamente alla sua opera più famosa: quel “Trillo del diavolo” che lui diceva essergli stato ispirato direttamente dal Maligno.
“Il Trillo è stato comunque importante, perché se vogliamo ha garantito la sopravvivenza del mito tartiniano durante l'Ottocento, quando gli stili musicali erano cambiati – spiega a Il Bo Live Sergio Durante, docente di musicologia all’università di Padova –; con il tempo però è divenuto anche una condanna, perché da un certo momento in avanti Tartini è stato considerato un one piece composer, quando in realtà ci ha lasciato 420 opere, molte delle quali assai più interessanti”. Parliamo con lo studioso poco prima del concerto dedicato a Tartini dall’Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori, che lo scorso 7 settembre ha aperto ufficialmente quest’ultimo tratto di percorsi tartiniani che ci porteranno fino alle celebrazioni del 2020.
L'intervista a Sergio Durante su Tartini e sul programma padovano per le celebrazioni tartiniane
Un'intera orchestra di giovani virtuosi di sette nazionalità, provenienti dai conservatori di tutta Italia e con strumenti originali e solisti d'eccezione (Enrico e Marcello Gatti, Marie Rouquié e Gaetano Nasillo) ha eseguito un programma tratto interamente dall’opera del musicista istriano. Ed è solo l’inizio: tutto l’autunno sarà infatti punteggiato dalle iniziative del progetto culturale Tartini 2020, che quest’anno è dedicato alla memoria di Claudio Scimone (1934-2018).
Si parte con le “esplorazioni tartiniane”: quattro escursioni turistiche illustrate da guide specializzate, nei luoghi legati a Tartini: da Prato della Valle a Sant’Antonio, dove lavorò per anni come “primo violino e capo di concerto” nell’orchestra della Basilica, dalla chiesa dei Servi a quella di Santa Caterina. Le visite (14, 21, 28 settembre e 5 ottobre), inizieranno alle 15.30 e si concluderanno alle 17.30 con quattro diversi brevi concerti proprio nella chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, che ospita la tomba del musicista e della moglie Elisabetta. Si continuerà tra ottobre e dicembre con gli incontri di cultura: cinque conferenze che si terranno presso i Musei civici eremitani con presentazione di studi, libri e CD.
Tartini 2020 è un progetto dell’università di Padova (Disll – Dipartimento di studi linguistici e letterari), sostenuto dal Comune e realizzato in collaborazione con l’associazione Amici della Musica di Padova e con il conservatorio “C. Pollini”. Proprio per avvicinare il grande pubblico al grande violinista e compositore Sergio Durante ha pubblicato nel 2017 Tartini, Padova, l'Europa, che ne ripercorre in maniera agile e divulgativa la vita e l’opera. “Tartini è uno dei musicisti più importanti della storia della musica, effigiato tra l’altro nella sala da concerto della Harvard University – conclude Sergio Durante –. Uso questo esempio per dare l’idea di come all’estero sia spesso considerato in misura maggiore che da noi. Speriamo solo che nel 2020 Padova sappia celebrare degnamente questo personaggio, forse il più importante musicista ad avere mai lavorato nella nostra città”.