CULTURA
Little Richard, un uomo che ha saputo rendere il rock and roll trasgressivo
È la metà degli anni Cinquanta, più precisamente l’ottobre del 1955, quando nelle radio spopola “A whop bop-a-lu a whop bam boom”, che altro non è che un’onomatopea di uno passaggio musicale di batteria. Così Little Richard conquista il pubblico mondiale: un testo nonsense, un ritmo incalzante e uno stile eccentrico. Per il mondo sarà difficile dimenticare la voce e il carattere unico di uno dei pionieri della musica rock and roll, scomparso all’età di 87 anni lo scorso 9 maggio.
Richard Wayne Penniman ha avuto molti soprannomi nella sua vita. Little Richard è sicuramente il più conosciuto, affibbiatogli già durante la sua infanzia per la sua costituzione esile; quelli successivi, invece, dipingono la sua importanza all’interno della musica rock and roll: “The Innovator”, “The Originator”, “The Architect of Rock’n Roll” oppure “The Original King of Rock and Roll”. La sua figura trasgressiva ed eccentrica si contrappone all’immagine pulita di altri artisti dell’epoca, come Elvis Presley e Jerry Lee Lewis: il ciuffo dall’altezza considerevole, i vestiti appariscenti e il trucco cinematografico hanno contribuito, insieme al suo audace stile musicale, a creare uno degli artisti più influenti del secolo scorso.
Per costruire un personaggio di quest’importanza, è interessante guardare il contesto da cui proviene: Richard Wayne nasce in Georgia nel 1932 da una famiglia molto religiosa, grazie alla quale entra in contatto con la musica gospel, trovando la sua prima fonte d'ispirazione, la voce di Sister Rosetta Tharpe, cantante e chitarrista pioniera del genere. All’età di 13 anni inizia la sua carriera musicale negli spettacoli itineranti, in cui sviluppa il suo approccio teatrale alla scena. Dopo alcuni contratti discografici senza futuro, nel 1955 firma per la Speciality Records, portandolo alle vette del successo: nello stesso anno, infatti, venne lanciato il singolo Tutti Frutti.
Una hit nel vero senso della parola: la canzone conquista le classifiche sia americane che internazionali e numerosi altri artisti, come Elvis Presley, Pat Boone e i Queen, omaggiano questo successo con la loro personale rivisitazione. Long Tall Sally, Slippin' and Slidin, Rip It Up, Good Golly Miss Molly, Ready Teddy e Lucille sono alcuni dei singoli che Little Richard pubblica agli inizi della sua carriera, che lo consacrano come protagonista del rock and roll.
Tuttavia, mentre cavalca l’onda del successo, il suo lato eclettico si scontra per la prima volta nel 1957 con la sua spiritualità: durante la sua tournée in Australia, Little Richard annuncia il suo ritiro dalle scene per diventare un predicatore, dopo aver visto in cielo un segno di Dio (si pensa che Richard abbia visto uno dei satelliti russi Sputnik); a questo primo stop dal rock and roll ne seguiranno altri. Nel 1962 ritorna, per iniziare un tour in Europa insieme a Sam Cooke: ad aprire i suoi concerti europei ci sono i Beatles. Alcuni anni dopo Paul McCartney ammette di aver accettato alcuni consigli da Little Richard per migliorare la sua voce. Anche un'altra grande rockstar viene in contatto con il re del rock and roll: Jimi Hendrix, infatti, viene assunto come chitarrista nel 1965 per registrare alcune sessioni, interrotte, secondo alcuni discografici dell'epoca, per il continuo ritardo di Hendrix. Qualche tempo dopo il chitarrista chiese a Little Richard i cinquanta dollari per il lavoro.
Anche se in Europa i suoi successi non smettono di brillare, negli Stati Uniti i gusti musicali sono cambiati. Little Richard ha difficoltà a inserirsi nuovamente nel mercato discografico: solamente una canzone raggiunge le classifiche, Freedom Blues, nel 1970. Gli anni Settanta rappresentano per il cantante un periodo di eccessi, tra droga e alcool: infatti nel 1977 ha il suo secondo cambiamento spirituale, abbracciando l’evangelismo cristiano e lasciando di conseguenza la scena musicale. Tra gli anni Ottanta e Novanta, Little Richard trova il modo di coniugare la propria spiritualità e il mondo del rock and roll. Partecipa anche come comparsa in alcuni film, compone colonne sonore e collabora con diversi artisti per brani, concerti e tournée.
Bob Dylan scrisse nel proprio annuario scolastico di voler far parte della band di Little Richard e altre star della musica, come Prince, Elton John, David Bowie, hanno dichiarato apertamente di essersi ispirati a lui. Tuttavia, la grandezza di questo artista non si fonda solamente sul suo aspetto fisico o sulle sue capacità musicali: Richard è stato un esempio di integrazione tra bianchi e afroamericani, in un periodo degli Stati Uniti caratterizzato dalla segregazione razziale. Durante la fine degli anni Sessanta, con il nascente movimento Black Power, viene suggerito a Little Richard di esibirsi solamente per un pubblico afroamericano: si rifiuta di farlo, dichiarando di voler continuare a suonare per tutti, indifferentemente dal colore delle pelle.
Il mondo lo ricorderà sicuramente per il suo contributo al rock and roll, a cui regalò visioni più sgargianti e libere dagli stereotipi, ma Little Richard ha segnato anche il mondo della popular music: la combinazione di generi diversi (rhythm and blues, gospel, rock and roll, soul) è uno degli elementi caratteristici della sua musica e anche la base per la nascita di genere successivi. Molti cantanti cercarono di replicare la sua voce graffiate e gridata ma l’unicità è difficile da imitare. Jimi Hendrix, che copiò i baffi fini e i vestiti eccentrici, disse “I want to do with my guitar what Little Richard does with his voice”, voglio replicare con la mia chitarra quello che Little Richard fa con la sua voce.