CULTURA

La nascita di Roma, oltre la leggenda

In Romulus, serie tv creata e diretta da Matteo Rovere - già regista del film Il primo re, su Romolo e Remo -, si raccontano le vicende che portarono alla fondazione di Roma, idealmente fissata il 21 aprile del 753 a.C. La prima stagione è andata in onda su Sky e si è appena conclusa, lasciando aperte diverse possibilità a partire dall'immagine finale della città di Cures, nella terra dei Sabini. Ambientata nell'VIII secolo a.C. la storia racconta un mondo primitivo e crudele nel quale il destino di ognuno è deciso dal potere della natura e degli dei. I trenta popoli della lega latina vivono sotto la guida del re di Alba, ma la siccità minaccia la pace, stravolgendo gli equilibri e la convivenza tra i popoli. Oltre i villaggi abitati, c'è il bosco, luogo oscuro dove si rifugiano creature misteriose, devote alla dea Rumia. Svelato dallo sguardo di Yemos, coraggioso principe di Alba, Wiros, giovane orfano e schiavo, e la vestale Ilia, determinata a vendicare la morte dell'uomo che ha amato, Romulus è il racconto di questo mondo antico e spietato, dove gli uomini rispondono al volere degli dei ma si preparano a determinare il proprio destino di gloria.

Anche grazie al cinema, dunque, le vicende attorno alla fondazione di Roma sono tornate al centro dell'attenzione, trovando un ideale punto di incontro tra storia e mito.

Maria Stella Busana, docente di Archeologia romana all'università di Padova, spiega il perché di questo rinnovato interesse"Il tema della nascita di Roma è sempre emozionante perché riguarda le origini della civiltà che ha plasmato aspetti fondamentali della vita dell’uomo occidentale. Rielaborando e innovando la grande tradizione greca (e in parte del Vicino Oriente), ha diffuso in Europa la “civiltà urbana”, ha modellato i paesaggi rurali, innervati di strade e infrastrutture, ha portando acqua corrente, ha eretto architetture specifiche per le diverse funzioni, ha narrato la storia con le immagini, ha elaborato i principi del diritto e molto altro. Parlare di Roma, vuol dire parlare di noi".

Il tema della nascita di Roma è sempre emozionante perché riguarda le origini della civiltà che ha plasmato aspetti fondamentali della vita dell’uomo occidentale [...] Parlare di Roma, vuol dire parlare di noi

Professoressa Busana, per prima cosa le chiedo di ripercorrere le tappe principali del racconto mitico sulla nascita di Roma.

"Come gran parte delle società antiche, i Romani hanno conservato memorie condivise di epoche anteriori e, come spesso accade, all’origine di tali memorie hanno posto un racconto mitico, che veniva periodicamente ricordato. Attraverso il mito, gli autori antichi - come Dionigi di Alicarnasso o lo storico patavino Tito Livio - attribuiscono la fondazione di Roma a un primo re di nome Romolo che, alla metà circa dell’VIII secolo a.C., avrebbe dato origine sul monte Palatino a una città destinata a diventare, nell’arco di alcuni secoli, padrona di gran parte del mondo noto. Secondo il mito, due gemelli, Romolo e Remo, erano discendenti della famiglia regnante nella città di Alba Longa, la capitale dei Latini fondata, secondo la leggenda, nei Colli Albani da Ascanio, figlio di Enea, in quanto figli della principessa Rea Silvia, figlia del re Numitore, usurpato del trono dal fratello Amulio. Costretta alla verginità dal perfido zio come sacerdotessa di Vesta, concepì i due gemelli per un intervento del dio Marte. Per salvarli, alcuni servi li posero in una cesta sul fiume Tevere e le acque li fecero approdare ai piedi del Palatino, presso la grotta chiamata Lupercale. Nutriti da una lupa e da un picchio, vennero ritrovati dal pastore Faustolo che li portò a vivere nella sua casa sul Palatino insieme alla moglie Acca Larenzia. I due gemelli, figli di una principessa e di un dio, erano destinati alla regalità; il ritorno del nonno Numitore sul trono di Alba, però, li costrinse a fondare un nuovo regno. Romolo scelse di fondare la nuova città sul Palatino, Remo invece sull’Aventino: il volere degli dei, manifestatosi attraverso il volo degli uccelli - auspicium, da aves specere, osservare gli uccelli - designò Romolo come fondatore. Remo morirà per mano del fratello, avendolo sfidato attraversando il sulcus primigenius scavato intorno al Palatino per costruire le mura che sancivano la fondazione della città".

Oltre la leggenda, però, ci sono i fatti, la Storia svelata dallo studio, dalla ricerca, dagli scavi archeologici. Cosa ci può dire sulla vera storia della fondazione di Roma?

"Comunemente si ritiene che tale mito sia stato creato nel IV-III secolo a.C., quando viene raccontato in forma scritta, allo scopo di porre alle origini della città una genealogia divina. Grazie agli scavi condotti, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, da Andrea Carandini e dalla sua équipe dell'Università La Sapienza di Roma, alle pendici settentrionali del Palatino, a sud-est del foro, è ormai chiaro che i Romani hanno fissato nel mito la realtà politica della prima urbs (città), che inizia proprio a partire dalla metà dell’VIII secolo a.C. Sono emersi infatti resti di edifici risalenti ai decenni centrali dell’VIII secolo a.C., rinnovati fino all’età imperiale, riferibili a una entità politica centralizzata. Innanzi tutto, viene creato il santuario di Vesta, culto preposto alla casa, qui trasposto in forma pubblica, che accoglie la prima sede ufficiale del re-sacerdote, la domus regia. In età repubblicana e imperiale questo edificio diventerà domus publica, sede del pontifex maximus, cioè la massima autorità religiosa. Ma la scoperta che sicuramente ha suscitato maggior risonanza è stata l’individuazione di un tratto del muro, con bastione e porta (Mugonia), che secondo il mito Romolo avrebbe condotto attorno al Palatino per sancire la fondazione rituale della prima Roma. Gli scavi, passati e recenti, hanno però messo in luce anche le necropoli ed estesi lembi del grande centro proto-urbano che precede la città, formatosi nel IX sec. a.C per “sinecismo”, ossia l'unione di villaggi distinti, che il mito delle origini aveva omesso, avendo necessità di porsi come inizio primordiale. Una realtà non dimenticata, però, dagli antiquari più tardi, come Varrone, I sec. a.C., che ricorda: ubi nunc est Roma, erat olim Septimontium nominatum ab tot montibus (De lingua latina, 5, 41), cioè “dove ora si trova Roma, una volta c’era il Septimontium così chiamato dal numero dei colli”.

Gli scavi, passati e recenti, hanno messo in luce anche le necropoli ed estesi lembi del grande centro proto-urbano che precede la città, formatosi nel IX sec. a.C per sinecismo, unione di villaggi distinti, che il mito delle origini aveva omesso

In questo senso, recentemente sono state fatte ulteriori importanti scoperte, quali sono e cosa ci dicono?

"Le indagini condotte in questi anni da Patrizia Fortini e dalla sua équipe del Parco Archeologico del Colosseo nell’area del Comizio, a nord-ovest del foro, hanno portato a dei risultati molto rilevanti, che confermano il quadro sopra delineato. Il Comitium era la sede politica più importante, uno spazio aperto dove si riuniva il populus romano diviso in curiae; era legato alla Curia, l’edificio dove si riunivano i capi delle curiae, che costituivano il “consiglio” del re, divenuto il Senatus in età repubblicana. Se agli inizi del Novecento l’archeologo Giacomo Boni avevano individuato la prima pavimentazione di questo spazio scoperto, databile solo alla metà del VII secolo a.C., le ultime ricerche hanno, da un lato, accertato che per realizzare tale pavimentazione l’area era stata sottoposta a un pesante asporto dei livelli di vita precedenti, fatto che giustifica l’assenza di una stratigrafia più antica, dall’altro, hanno rinvenuto tratti di pavimentazioni e gradinate del comizio risalenti almeno alla metà dell’VIII secolo a.C. Tutto ciò dimostra in modo difficilmente controvertibile che nell’VIII secolo a.C. a Roma esisteva una struttura politica centralizzata, una realtà che è stata rielaborata, non inventata, dal racconto mitico. Molti studiosi, in primis Andrea Carandini, sono oggi persuasi che notizie sporadiche e frammentarie trasmesse da annalisti e antiquari possano risalire al momento in cui la fondazione di Roma si stava attuando e che il racconto mitico mantenga uno stretto rapporto con i luoghi e gli oggetti coinvolti nella realtà che si voleva fissare nella memoria".

A Roma esisteva una struttura politica centralizzata, una realtà che è stata rielaborata, non inventata, dal racconto mitico

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