SCIENZA E RICERCA
Nove parole della fisica: vuoto, inerzia, atomo, simmetria, spazio-tempo, massa, eclissi, quark, cosmo
Prendete “vuoto”. Il primo a parlarne fu Esiodo, nel VII secolo avanti Cristo, e oggi non abbiamo particolari problemi a pensarlo. Ma tra Esiodo e noi ci sono stati secoli di dibattito, più o meno chiuso con Aristotele che ne negava l’esistenza, riaperto con cautela dagli allievi di Galilei e poi da Pascal. Richiuso con decisione da Cartesio, per cui l’horror vacui era una specie di dogma. E poi mandato all’aria da Newton, dall’elettromagnetismo e dalla fisica moderna.
“ Quante cose è stato il vuoto
Ripercorrere la storia di questa parola e di questo concetto, fino alla precisa definizione attuale, significa ripercorrere una parte cruciale della storia del pensiero occidentale. Ed è quello che fa Alessandro Bettini in questo libro nato come glossario, poi diventato rubrica fissa nel giornale della Società Italiana di Fisica, infine condensato in nove saggi brevi e godibili raccolti da Bollati Boringhieri. Ogni saggio una parola, e nell’insieme gli strumenti fondamentali per capire dove va la fisica moderna.
Bettini è uno dei maggiori fisici italiani: professore emerito di fisica all’Università di Padova, è stato per sei anni direttore del Laboratorio Nazionale del Gran Sasso e per otto del Laboratorio sotterraneo di Canfranc in Spagna, e vicepresidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Ha scritto numerosi altri libri per il grande pubblico e si è molto speso per raccontare la fisica nella sua cornice filosofica, dandole il senso di una grande impresa culturale collettiva. Qui fa un’operazione di pulizia lessicale e filosofica e restituisce al lettore il senso di termini complicati, come la parola “simmetria”, che nel corso del tempo ha acquisito significati sempre più profondi, passando da applicazioni puramente estetiche alle domande sull’origine dell’Universo. O il senso di eventi naturali come le “eclissi” che hanno affascinato l’uomo da sempre e che sono stati cruciali per l’affermazione della fisica moderna grazie all’avventurosa spedizione che rese Albert Einstein una delle persone più popolari del mondo. E quello di concetti che oggi ci appaiono innocui, come quello di “atomo”, che in fondo sono stati immaginati millenni fa, ma che a un certo punto della storia sono diventati, come si dice oggi, divisivi. Tanto da essere considerati un’eresia al Concilio di Trento.
L’idea di fondo è chiara sin dall’introduzione: la fisica, attraverso i suoi millenni di storia, non ha solo cambiato il nostro modo di vedere la natura, ma ha anche modellato il nostro immaginario e la nostra cultura. Lo ha fatto con i suoi esperimenti, i suoi strumenti, le sue teorie, i suoi concetti. Lo ha fatto con le sue due rivoluzioni scientifiche: la prima, quella dei filosofi greci di ventisette secoli fa, che ha svincolato la lettura dei fenomeni naturali dalle spiegazioni soprannaturali. La seconda quella galileiana, che ci ha insegnato a leggere le cose che succedono intorno a noi attraverso esperimenti e matematica. Ma lo ha fatto tantissimo anche con le sue (ben più di nove!) parole.
“ La fisica non ha solo cambiato il nostro modo di vedere la natura, ma ha anche modellato il nostro immaginario e la nostra cultura