SOCIETÀ

Un patto per il futuro

Le crisi internazionali procedono a un ritmo molto più veloce rispetto alla nostra capacità di risolverle. Vediamo divisioni geopolitiche fuori controllo e conflitti violenti e incontenibili, non ultimi quelli ora in corso in Ucraina, nel medio oriente e in Sudan. Assistiamo all’alterazione incontrollata del sistema climatico, della natura, della qualità dei suoli, dell’aria e delle acque; a profonde disuguaglianze e a debiti sovrani che sembrano crescere inarrestabili. Vediamo uno sviluppo irrefrenabile e la mancanza di misure di salvaguardia dai rischi legati all’introduzione e diffusione di nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale.

Queste crisi, seppur diverse tra loro, interagiscono e si alimentano a vicenda. Per esempio, il cambiamento climatico interagisce – il più delle volte con effetti negativi – con la perdita di biodiversità, e viceversa. Il cambiamento climatico interagisce anche con lo sviluppo tecnologico: si pensi, ad esempio, alla disinformazione sul cambiamento climatico che viene diffusa proprio tramite le tecnologie digitali, che così contribuiscono a ridurre la fiducia verso la scienza del clima e screditare le soluzioni proposte dagli scienziati.

L’inadeguatezza delle istituzioni internazionali

Mantenendo la nostra attenzione sui temi ambientali, vediamo che le istituzioni internazionali e gli strumenti a loro disposizione – come le varie Convenzioni sorte nell’ambito delle Nazioni Unite su temi come il cambiamento climatico, la lotta alla desertificazione e la conservazione della biodiversità – sono oggi poco adeguati ad affrontare queste sfide complesse ed esistenziali. Gli obiettivi e i traguardi previsti da queste Convenzioni e dagli accordi e i trattati che ne sono conseguiti, a parte qualche eccezione, sono sistematicamente disattesi dalle nazioni che li hanno sottoscritti e/o ratificati.

È ormai evidente che i framework, le organizzazioni internazionali, gli accordi multilaterali e in generale tutte le istituzioni multilaterali, essendo nate in un’epoca passata e pensate per un mondo passato, risultano ormai obsolete rispetto alle realtà politiche ed economiche odierne e inadeguate per affrontare le grandi sfide globali del nostro tempo.

Di fronte a questo scenario, già nel 2021 – nel tentativo, sulla scia dell’epidemia globale da Covid-19, di convincere i leader mondiali della necessità di ristrutturare e rilanciare la cooperazione e il multilateralismo – il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres aveva proposto, nel rapporto “Our Common Agenda”, di organizzare un incontro di alto livello, alla presenza dei leader mondiali, su come rinnovare il sistema multilaterale.

Nel 2022, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha deliberato di tenere un summit sulle “Soluzioni multilaterali per un domani migliore”, sottolineando come questo evento dovesse svolgere un ruolo importante nel “riaffermare la Carta delle Nazioni Unite, rinvigorire il multilateralismo, rafforzare l’attuazione degli impegni esistenti, concordare soluzioni concrete per le sfide odierne e ripristinare la comprensione e la fiducia tra gli Stati membri”. Infatti, un’efficace cooperazione tra i Paesi a livello globale è oggi sempre più essenziale per la sopravvivenza delle nostre società; eppure, paradossalmente, una cooperazione a tale livello è più difficile da realizzare in un clima di sfiducia come quello attuale.

Un Vertice e un Patto per il Futuro

L’incontro, denominato Summit of the Future, si è tenuto dal 22 al 23 settembre 2024, con la partecipazione di oltre 60 Capi di Stato e di governo e più di 70 ministri e altri funzionari di alto livello, che hanno espresso le loro opinioni su come riformare il sistema multilaterale. Alla riunione hanno partecipato anche rappresentanti delle organizzazioni non governative, delle organizzazioni della società civile, delle istituzioni accademiche, del settore privato e dei giovani.

I principali risultati del Summit of the Future sono stati il “Pact for the Future” e i suoi due allegati: il “Global Digital Compact” e la “Declaration on Future Generations”.

Nel “Patto per il futuro”, i firmatari sostengono che il documento rappresenti l’inizio di un nuovo corso per il multilateralismo e sottolineano ripetutamente il primato del diritto internazionale. Secondo il Segretario Generale delle Nazioni Unite, il “Patto per il futuro” rappresenta un importante passo in avanti verso la riforma del sistema delle Nazioni Unite.

Il documento affronta diversi temi, tra cui la riforma e l’ampliamento del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di rendere l’organismo più rappresentativo. Inoltre, il testo esamina il ruolo che le Nazioni Unite dovrebbero svolgere nel governo dell’intelligenza artificiale, nel guidare l’eliminazione graduale dei combustibili fossili dai sistemi energetici, nel processo di riforma delle istituzioni finanziarie multilaterali, nell’affermazione di un nuovo impegno per il completo disarmo nucleare e, non ultimo, nella modernizzazione dei metodi adottati per il mantenimento della pace tra le Nazioni Unite, con l’obiettivo di un’evoluzione verso la prevenzione della guerra.

Tra le decisioni concrete vi è l’istituzione di un vertice biennale delle Nazioni Unite sull’economia globale, la fondazione di una piattaforma di emergenza per la gestione di problemi globali come le pandemie, l’insicurezza alimentare e i disastri ambientali, e la costituzione di un nuovo organo di controllo composto da esperti che forniscano consulenza sui rischi che l’intelligenza artificiale pone alle economie nazionali.

Leggendo il documento, si nota un crescente slancio per rilanciare e rafforzare il multilateralismo, la cooperazione internazionale e la governance globale; d’altro canto, tuttavia, rimane incertezza sul fatto che gli impegni dichiarati siano sufficienti e abbastanza sostanziali da garantire benefici collettivi diffusi e a lungo termine. Il mondo, infatti, è ancora gravemente diviso su molte questioni.

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