Nulla di scontato in lei, nessun tratto immutabile nella sua autentica e complessa personalità, forte e fragile al tempo stesso. Solo l'irresistibile caschetto resta segno particolare, fisso e inconfondibile. Oltre il fumetto, in una terra di mezzo tra sogno e realtà, Valentina nasce e cresce, vive e muta, ama e seduce, soffre e invecchia come il suo creatore, Guido Crepax, autore di straordinario talento, scomparso a Milano nel 2003 all'età di settant'anni. Bambino prodigio - figlio d'arte di Gilberto, primo violoncello della Fenice di Venezia e poi della Scala di Milano - già a undici anni Guido costruisce teatrini popolati di storie e figure tratteggiate con cura (" [...] il divertimento più grande sarà quello di fare le marionette: le maschere, gli antichi guerrieri e altri personaggi medievali", scrive lui stesso, nel 1944, mentre si trova a Venezia, città dove risiede per un paio d'anni con la famiglia per sfuggire alla guerra) e nel 1945 realizza i primi esperimenti a fumetti raccolti in tre albi con trame rielaborate dai film horror degli anni Trenta e Quaranta, visti o raccontati dalla madre: L'uomo invisibile, Il Dottor Jekyll e Il vampiro. Una fantasia sconfinata e la grande passione per storie e personaggi ne preannunciano il felice destino artistico. Dopo le campagne pubblicitarie, l'illustrazione di copertine per riviste, libri e dischi, le scenografie di spettacoli teatrali e gli storyboard cinematografici, dalla metà degli anni Sessanta Valentina si mette al centro dell'universo creativo di Crepax e, per trent'anni, la sua vita disegnata attraversa i generi, dal noir all'onirico-erotico. In mezzo trovano posto altre prove (le rivisitazioni a fumetti di importanti romanzi e i giochi da tavolo) e altri personaggi femminili (Belinda, Bianca, Anita, e ancora Giulietta e Francesca), ma a lei viene riservata una attenzione costante e una produzione ricca che conta una cinquantina di storie per un totale di quasi duemilacinquecento pagine.
“Quando ho inventato Valentina volevo fare una donna diversa da quella degli altri fumetti - spiega, nel 1980, lo stesso Crepax -. Prima di tutto niente capelli lunghi e biondi, tipo Brigitte Bardot. Avevo una foto di Louise Brooks del 1929 che mi piaceva molto. I capelli neri e corti erano perfetti, adatti a inquadrature tagliate dritte, senza svolazzi. Gli occhi e la bocca erano fondamentali per rendere subito riconoscibile la faccia […] Poi ci sono i racconti. E qui Valentina è veramente molto diversa dalle altre. Nelle sue storie non c’è solo erotismo, ma anche politica, costume, sogno, psicanalisi, fantascienza, avventura”. Valentina nasce già grande e appare per la prima volta ne La curva di Lesmo, pubblicata nel 1965 sul numero due della rivista Linus; poi ripercorre la sua vita al contrario, rintraccia frammenti di sé, della sua infanzia e dell'adolescenza, gioie e dolori, i primi amori, la perdita prematura dei genitori e i disturbi alimentari, infine torna agli anni della maturità segnati dalla volontà di difendere sempre la propria indipendenza, dalle relazioni sentimentali, da desideri e paure, da un lavoro e un figlio.
Gli spazi espositivi del Museo civico di Bassano del Grappa ospitano Valentina, una vita con Crepax (fino al 15 aprile), progetto ideato dai figli dello stesso Crepax che gestiscono l'archivio delle sue opere, mostra che svela il legame profondo tra l'autore e la sua creatura, tra Guido Crepax e Valentina Rosselli, classe 1942, professione fotografa, nata da una ispirazione cinematografica, dalla bellezza insolita dell'attrice Louise Brooks, diva anticonformista del cinema muto anni Trenta, e portata nella vita vera da Luisa, la moglie di Crepax. Una relazione intensa quella tra Valentina e Crepax, tanto che nel 1985 l'autore milanese scriveva: "Vorrei provare ad abbandonarla... farle spegnere la luce una sera e non andare a disturbarla mai più. Vorrei, ma sono indeciso, ho paura a lasciarla. Strano, perché ho un carattere maniacale: passioni fortissime, amori travolgenti, finché all'improvviso stacco, mi raffreddo, metto tutto da parte. L'ho fatto spesso, ma coi fumetti, con Valentina, non ci riesco".
“ Crepax è un ottimo narratore, sa che l'immagine deve essere viva, raccolta in un lampo [...] per non allentare mai la suspense Roland Barthes, 1975