SCIENZA E RICERCA

La giornata della Terra, l’Etica ambientale e l’estinzione delle specie animali

Mai come in questo momento celebrare il Cinquantesimo anniversario della Giornata della Terra ha avuto l’effetto di unire i diversi popoli della Terra attorno ai temi comuni della minaccia dell’ecosistema. E la modalità telematica ha esaltato il senso di questa unione, al tempo del lock down per il coronavirus.

I temi comuni sono stati quelli più dibattuti negli ultimi tempi, dal cambiamento climatico e la distruzione degli ecosistemi come causa, almeno indiretta, della pandemia, allo sfruttamento degli animali come causa prossima della minaccia alla salute umana grazie allo spillover - il salto di specie.

Questi temi, pur nella loro dirompente attualità, non sono così diversi dai temi dibattuti al tempo in cui è nata l’iniziativa ‘EarthDay’. La giornata della Terra è nata nel solco di una nuova sensibilità ambientale generatasi in seno alle nuove generazioni degli anni Sessanta e fu un’idea sostenuta già di J. Kennedy. Sino a quando, nel 1969, JohnMcConnell, un attivista per la pace, avanzò la proposta di istituire una giornata per celebrare la Terra e la pace e fu sostenuto dal segretario generale delle Nazioni Unite U. Thant. Così, il 22 Aprile del 1970, 20 milioni di persone negli Stati Uniti, soprattutto grazie alla movimentazione degli studenti universitari, parteciparono ad una storica manifestazione a difesa della Terra.

Di fatto, negli anni in cui si consolidava questa iniziativa nasceva anche un nuovo ambito disciplinare, l’Etica ambientale, in grado di far risaltare la stretta connessione tra approccio scientifico e approccio etico alle questioni legate alla protezione dell’ambiente, la difesa della Natura, la preservazione degli ecosistemi e così via. Confluiscono nell’etica ambientale spunti provenienti da diverse discipline, tra le quali la teoria dell’evoluzione di Darwin e l’ecologia, e il pensiero ambientale e il movimento ambientalista si muovono in parallelo per diverso tempo. Dalle prime proposte di un’Etica della Terra in prospettiva olistica – concentrata sul tutto, non più sulle singole parti -  di Aldo Leopold si arriva al saggio del 1973 Il superficiale e il profondo. Movimento Ecologico a lungo raggio, scritto dal filosofo norvegese Arne Næss, che ha rappresentato un vero e proprio manifesto dell’etica ambientale.  

Oggi l’etica ambientale rappresenta un campo di studi vasto ed articolato, in cui trovano spazio tutti i temi affrontati nella Giornata della Terra, compreso lo sfruttamento delle risorse animali. Certo, se la discussione in merito allo sfruttamento intensivo degli animali per il consumo alimentare – considerata come una delle cause prossime della pandemia in cui ci troviamo -  si colloca più propriamente nell’ambito dell’etica animale, la discussione sullo sfruttamento degli animali su scala globale, a partire dagli animali selvatici, come una delle grandi cause dell’estinzione delle specie e della distruzione degli equilibri ecosistemici, coinvolge direttamente anche l’etica ambientale e unisce le preoccupazioni nel giorno dedicato alla Terra.

Il commercio degli animali selvatici, soprattutto illegale, per il consumo alimentare, per la medicina tradizionale, per status sociale e per ornamento è un fenomeno di enorme portata, che interessa un numero enorme di specie ed è causa dell’estinzione di oltre il 20% delle specie di vertebrati sul Pianeta. Un problema, come altri, che stiamo consegnando in eredità direttamente ai giovani e alle generazioni future.

Così, nel giorno della Terra, sono stati tanti i giovani, oltre a Greta Thunberg - che nella sua conversazione telematica con Johan Rockström, direttore dell'Istituto di ricerca sull'impatto climatico di Potsdam, Germania, ha sottolineato che “la pandemia ha mostrato che questa società non è sostenibile” - e a tutti coloro che la seguono fedelmente, che hanno partecipato alle varie iniziative di discussione e sensibilizzazione. Lo ha sottolineato anche il Papa, nel discorso tenuto in occasione della Giornata della Terra: “Bisogna che i giovani scendano in strada”. Come Bella Lack, ad esempio, 17 anni, ‘Conservation Youth Advocate’, che ha moderato con disinvoltura e competenza alcune lezioni all’interno dell’iniziativa ‘Five Lessons’, organizzata dall’associazione inglese Encounter Edu in Occasione dell’Earth Day (https://encounteredu.com/). La lezione ‘Confronting Extinction” è stata dedicata al traffico illegale degli animali selvatici e a chi è impegnato per contrastare i suoi effetti. Tra gli ospiti del Panel di esperti, il coordinatore del Progetto BioRescue, dedicato al rinoceronte bianco del Nord, uno degli animali simbolo oggi del dibattito sull’estinzione delle specie sulla Terra.

Cambiare la mentalità delle persone. Questo è il punto decisivo, come ha sottolineato anche Bella Lack, per cambiare il destino di specie ‘critically endangered’ come il rinoceronte bianco del Nord, portato sull’orlo dell’estinzione dai nostri comportamenti e la nostra trascuratezza: il bracconaggio per il corno, le guerre civili, la distruzione degli habitat. In questo caso, si ricorre anche alla scienza e alle ultime scoperte nel campo delle tecnologie riproduttive e delle cellule staminali per cercare di salvare una specie chiave per gli equilibri degli ecosistemi. In altri casi, come nel caso del pangolino, anch’esso critically endangered, e identificato come uno dei probabili intermediari del salto di specie del coronavirus, si tratta di cambiare la mentalità delle persone alle radici, per preservare direttamente la loro stessa salute.

Come recita il nuovo slogan del WWF, riprendendo temi cari alle campagne contro il fumo passivo, “Il traffico illegale degli animali selvatici uccide anche te”.

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BARBARA DE MORI

Laureata a Padova in filosofia morale nel 1996, e con un dottorato di ricerca in Etica, Barbara de Mori lavora presso il dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione e insegna bioetica animale ed etica del benessere animale nei corsi di laurea in Medicina Veterinaria, Animal Care e Biotecnologie dell’università di Padova. Si occupa di questioni etiche nell’ambito del benessere e della gestione degli animali nella conservazione, nella sperimentazione, nell’allevamento intensivo, nella pet therapy. È responsabile di accordi di cooperazione internazionale e collabora con Università statunitensi ed europee, con Enti e Università in Sudafrica e in Cina. E’ Direttore dell’Ethics Laboratory for Veterinary Medicine, Conservation and Animal Welfare dell’Università di Padova e della rivista Internazionale Journal of Applied Animal Ethics Research. È membro di Comitati etici per la sperimentazione e per le attività assistite con gli animali e dirige i Corsi Post Lauream in Conservation e Animal Welfare Ethics. È responsabile della collana editoriale Etica e Bioscienza per l’editore Mimesis e membro di comitati scientifici di riviste e di organizzazioni scientifiche.

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