Altan. Foto: Contrasto
Il triveneto Francesco Tullio Altan compie ottanta anni, venerdì 30 settembre 2022, buon compleanno! Chi non ha avuto o non ha saputo parzialmente costruire alcune delle sue straordinarie doti di sintesi lessicale e supporto grafico potrebbe limitarsi a un affettuoso grato saluto a distanza, le parole usate saranno comunque inadeguate e troppe: l’elenco delle vignette e delle immagini di accompagno dovrebbe poi essere lunghissimo e aperto, ci si potrebbero strutturare un migliaio di mostre differenti, con temi e titoli di ogni genere e materia. Altan ha segnato la cultura materiale italiana dell’ultimo cinquantennio in modo indelebile, le parti familiari e sociali delle nostre vite, ogni angolo del nostro pensare e agire, anche quelli non fotografabili. Grazie.
Durante tutto il 2022 si stanno moltiplicando interviste e servizi su Altan. In questi giorni a Torino gli hanno organizzato un originale tributo e una simpatica festa nella sede della militante associazione “Volere la luna”, con una bellissima mostra molto particolare. Altan è stato invitato per tempo e ha deciso di partecipare, è stato presente all’inaugurazione del 23 settembre, ad appena una settimana dal prossimo compleanno, ha partecipato a due eventi pubblici e ha firmato con splendidi rapidi disegni le copie dei suoi libri consegnategli da decine e decine di famiglie e bambini. Le opere a lui dedicate saranno visibili per un paio di mesi, fino alla fine di novembre, varrebbe proprio la pena farci una scappata se capitate in Piemonte, l’articolo è corredato di foto di quel che forse vi sarà divertente scoprire in presenza, fanno intuire qualcosa.
Del resto, Cipputi è vivo e vegeto e lotta insieme a noi. Sicuramente il mitico operaio metalmeccanico intellettuale in tuta blu (dai Sessanta ai Novanta facilmente rintracciabile nelle grandi fabbriche e nei quartieri operai di mezz’Italia, per esempio di Venezia, Milano, Torino), inserito in dialoghi secchi e graffianti, appartenente a una classe ormai destrutturata o ristrutturata, fu il primo personaggio famoso creato da Altan al suo rientro in Italia alla metà degli anni settanta, il primo a uscire in volume nell’apposita raccolta Bompiani del 1977. Spiega ora di non essere mai riuscito a disegnarlo davanti a un computer “anche se oggi questa realtà è diffusa. Le vignette hanno bisogno di persone in carne e ossa e di materialità. Per lo stesso motivo non riesco a immaginare oggi di disegnare un padrone diverso da quello in giacca e cravatta. Non saprei come si disegna un fondo di investimento”, ben consapevole comunque delle novità imposte a Cipputi: “purtroppo la funzione che aveva prima non c'è più, però quella saggezza lì non va sprecata”; resta “la persona che fa bene il suo lavoro e gli piace farlo bene”, come disse Vittorio Foa.
Francesco Tullio è il figlio del grande antropologo e accademico friulano Carlo Tullio Altan (San Vito al Tagliamento, 30 marzo 1916 - Palmanova, 15 febbraio 2005). Nato a Treviso (città natale della madre Eleonora Sernagiotto, lì in attesa del padre impegnato in guerra), studia non solo nel nord-est (i genitori si separano) e inizia quindi a frequentare facoltà universitarie, a un certo punto architettura a Venezia, dedicandosi però presto a sceneggiature e scenografie nel mondo romano del cinema e della televisione, poi al fumetto. Dopo alcuni anni a Rio in Brasile, già dal 1974 e poi definitivamente dal 1976 è tornato in Italia (stabilitosi prima a Milano e poi ad Aquileia, in Friuli Venezia Giulia, dove tuttora vive nella bella casa di famiglia, un tempo tenuta agricola), divenendo uno dei commentatori da prima pagina di maggior successo di critica e di pubblico (illustratore grafico dei temi correnti), ancor oggi motivatamente venerato: satira e ironia a commento dei quotidiani eventi, politici e sociali, grandi e piccoli. Prima iniziava dalle figure (dai nasi), più recentemente dalla frase, ognuna delle poche parole sempre usata con garbo e misura, con la giusta dose di ambiguità e acume.
Il secondo eccezionale personaggio prestissimo creato (nel 1975, per svolgere al meglio la propria stessa funzione genitoriale insieme alla moglie brasiliana Mara verso la figlia Kika-Chicca) fu Pimpa, una cagnolina bianca a grandi pois rossi, lunghe orecchie e lingua spesso a penzoloni. I miei due figli (1984 e 1994) sono cresciuti a loro modo con le sue storie, apparse prima sul Corriere dei Piccoli, poi (dal 1987) su autonomi colorati albumetti mensili e anche in centinaia di volumi (il primo Rizzoli nel 1978), utilissimi allo scopo del godimento reciproco di padre e prole, su cui si sarebbero potuti poi scrivere trattati di didattica e semiologia dell’apprendimento, basati non su schemi e operazioni scolastiche (importanti altrove) bensì sulla curiosità e sulla fantasia al servizio della cognizione. Esiste ancor oggi, vivace e aggiornata, la trovate in edicola, ormai sono stati superati i quattrocento numeri: vi divertirete qualunque sia la vostra età o generazione, leggendone le brevi storie sia da soli che in compagnia, oppure appassionandosi ai connessi cartoni animati, film, oggetti di merchandising prodotti in questi decenni.
Il padre non si perdeva il leale lucido candore di Cipputi, coerente in ogni contingenza, anche quando subiva gli ombrelli, sia nel metodo (il pensiero ironico) che nel merito (a sinistra); i figli collezionavano Pimpa e gli altri personaggi e giochi del mensile, realizzato dal maestro con tante brave collaboratrici e collaboratori, via via sempre più indipendenti. Altan ha disegnato e firmato centinaia di volumi con le sue “creature” (soprattutto Pimpa) ma disegnato e redatto ovviamente puremolto altro con svariati editori: dalle celebri biografie illustrate in chiave satirica di personalità famose come Giacomo Casanova, Cristoforo Colombo o Francesco d’Assisi (o immaginarie come Sandokan e Ben) al corredo grafico di poliedrici opere letterarie di Gianni Rodari, dai reportage con Paolo Rumiz ai divertissement con Stefano Benni, dalle illustrazioni per i capolavori di Eliot e Swift a racconti fiabe raccolte cortometraggi, vincendo numerosi premi.
Dal 23 settembre al 27 novembre 2022 la sede di Volere la Luna, in via Trivero 16 a Torino (zona Parella, nuova Stazione Porta Susa e nuovo Palazzo di Giustizia, ex quartiere operaio nord occidentale, ormai non distante dal centro) ospita l’autore ed è divenuta per l’appunto “Il mondo di Altan”, molto più di una esibizione o di una manifestazione, per altro uniche nel loro genere: installazioni, percorsi nell’immaginario, dibattiti, proiezioni, laboratori a disposizione del quartiere e della città. Nella stessa sede erano già stati proposti lavori di Altan, per esempio lo scorso anno, attraverso la sfolgorante mostra “Mondo Babonzo”, un bosco di creature immaginarie legato anche a invenzioni letterarie di Stefano Benni. Quest’anno un collaboratore e amico di Altan, l’ex operaio Pietro Perotti (1939), a Mirafiori dal 1969 al 1985, prima di “licenziare” la Fiat, poi artista scultore e scenografo, a sua volta “maestro” della gomma piuma, ha contribuito a progettare un percorso di rivisitazione dei personaggi dei fumetti, fedelmente raffigurati in grandi sagome di gomma, di legno e di cartone, realizzati e montati insieme a una squadra di sodali volontari.
Un’altra sezione presenta e valorizza il segno schietto e pulito di alcune storie di Altan, di famose vignette con battute fulminanti (spesso divenute indispensabili citazioni nel dibattito pubblico), delle tante illustrazioni prodotte nel corso di questi anni, montate su pannelli o disegnate sui muri dell’edificio, che ora trasudano leggerezza e felicità. L’iniziativa è ad accesso libero e gratuito, aperta giovedì e venerdì dalle 15,00 alle 18,00, su appuntamento negli altri giorni delle prossime settimane di ottobre e novembre. L’associazione Volere la Luna, nata nella primavera del 2018, ha una dimensione nazionale e un particolare radicamento a Torino (sito www.volerelaluna.it, dedicato all'analisi critica della realtà culturale e politica) ed è presieduta da Livio Pepino (Caramagna Piemonte, 1944), magistrato dal 1970 al 2010 (a lungo prima segretario poi presidente di Magistratura Democratica). A livello torinese le attività si svolgono prevalentemente nella sede, dove sono in funzione una biblioteca e sportelli di consulenza gratuita in ambito legale, sanitario e sulla questione casa, gestiti con la collaborazione di avvocati, medici ed esperti e dove ora l’immaginario inventato da Altan è collocato dentro una curiosa storia edilizia, per molti versi “edificante” (senza sprechi di suolo).
Le strutture erano fino a qualche anno fa inutilizzate, di proprietà del Centro Studi Piero Gobetti. Su quei 651 metri quadrati insistono una piccola palazzina di due piani fuori terra e un ampio capannone, tutto regolare sotto il profilo edilizio, nel piano regolatore destinato ad “attrezzature di interesse comune”. Fra l’altro c’è tuttora uno dei pergolati più belli di Torino, circa 200 metri quadri di verde e di grappoli di uva fragola, all’interno di un quartiere ormai prevalentemente residenziale, pur con presenza ancora di qualche attività produttiva e persistendo talora bassi tassi di scolarità, disoccupazione e lavoro precario, povertà economica e di tessuto associativo. Palazzina e capannone furono edificati all’inizio dei Cinquanta da un gruppo di ex partigiani e di simpatizzanti comunisti che, col proprio lavoro e i propri mezzi, tirarono su la palazzina, con al pianterreno un bancone da bar, e l’ampio capannone con una cucina, buone finiture, impianti di riscaldamento ed elettrico. L’ideale per stare insieme e discutere dopo le ore di lavoro.
In quella sede si tennero per decenni assemblee, convegni, feste e pranzi sociali, proiezioni cinematografiche e rappresentazioni teatrali, presentazioni di libri e conferenze, fino al 1989, quando, con la fine del Pci, i fondatori decisero di donare quella “proprietà comune” al Centro Studi Piero Gobetti, presieduto da Bianca Guidetti Serra, partigiana e avvocata (che aveva lasciato il Pci nel ’56 dopo i “fatti” d’Ungheria e che aveva difeso in giudizio infinite volte operai licenziati e militanti politici denunciati). Dopo di allora gli spazi sono rimasti attivi per alcuni anni tramite l’Arci, finché le energie degli anziani militanti non si sono esaurite. I locali sono rimasti a lungo abbandonati con un crescente rischio di degrado fino all’estate 2018… e ad Altan nell’autunno 2022. In vista del suo compleanno vi saranno manifestazioni di spettacolo e animazione diffusa, altri eventi in tutt’Italia. Ancora auguri!