SOCIETÀ

Bambini, riti satanici e isterie collettive

Se ne parla da alcune settimane ma le polemiche sono sempre più aspre: addirittura per Luigi Di Maio, “Il PD è il partito che in Emilia-Romagna toglieva alle famiglie i bambini con l’elettrochoc per venderseli!” Di che cosa si tratta? Tutto nasce dall’inchiesta della procura di Reggio Emilia sugli affidi familiari ad opera dei servizi sociali della Val d’Enza. L’ipotesi è che alcuni bambini siano stati sottratti alle famiglie di origine sulla scorta di dichiarazioni manipolate per presentarli come vittime di abusi sessuali, per poi essere affidati ad amici e conoscenti degli organizzatori, che ricevevano fondi pubblici, incarichi e altri vantaggi.

Naturalmente, nessuno “vende” bambini (un’accusa antichissima, che nei secoli ha colpito soprattutto gli zingari), come si può leggere in un’ampia ricostruzione del casosul sito Valigia Blu. Il sindaco del PD di Bibbiano è indagato per violazioni amministrative e non per abusi su minori; nessun uso di elettroshock è stato fatto sui bambini e, curiosamente, proprio il M5S aveva fatto un’importante donazione al centro coinvolto nell’inchiesta. È però interessante che in brevissimo tempo si sia scatenato un panico morale non sugli abusi sessuali di bambini ma attorno alle pratiche nate per combatterli, in particolare l’allontanamento dalle famiglie.

Secondo la procura di Reggio Emilia, che ha avanzato le accuse di frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, peculato, lesioni personali ai minori, i sospettati dipingevano “il nucleo famigliare originario come connivente (almeno se non complice o peggio) con il presunto adulto abusante, e a supportare in modo subdolo e artificioso indizi o aggravare quelli esistenti, nascondendo elementi indicatori di possibili spiegazioni alternative ai segnali o comportamenti dei minori”. I bambini venivano mandati in una struttura pubblica, La Cura, gestita da una onlus sovvenzionata dall’ente locale. In quel luogo venivano sottoposti a sedute da parte di psicoterapeuti privati – quindi a pagamento - legati all’associazione Hansel e Gretel, presieduta dallo psicologo Claudio Foti e dalla moglie Nadia Bolognini, entrambi indagati, la Bolognini agli arresti domiciliari, lo psicologo con l'obbligo di dimora dopo la revoca della misura cautelare per decisione del Tribunale del Riesame. Tutti condividevano la stessa metodologia di lavoro, ossia “l’emersione del ricordo dell’abuso e la rielaborazione del trauma”, tecniche nate negli Stati Uniti negli anni Ottanta e successivamente screditate dagli scienziati.

Il caso di Bibbiano ha fatto emergere anche altri episodi, sempre legati a presunti abusi sessuali, tra cui uno avvenuto a Salerno nel 2007 (ne ha parlato Rosaria Capacchione su fanpage.it). In quel caso erano state denunciate sette sataniche in provincia della città campana, basandosi sulle dichiarazioni di tre bambini, poi allontanati dalle famiglie. Le inchieste, però, successivamente non trovarono alcun riscontro. Nel 1996, invece, nel biellese quattro persone si suicidarono in seguito alle accuse di abusi sessuali su due. A far parlare i due minori erano stati ancora una volta psicologi della Hansel e Gretel.

Ciò che a noi interessa è il fatto che il tema della minaccia nei confronti dei bambini si acutizza periodicamente fino a diventare una vera e propria ossessione, stavolta rovesciatalo slogan di questi giorni è “Chi tace su #Bibbiano è complice!”. Il tema, sempre presente nell’immaginario collettivo, assume le caratteristiche di ciò che Stanley Cohen ha definito un panico morale in cui “Una condizione, episodio, persona o gruppo di persone viene definito come una minaccia ai valori e agli interessi della società; la loro natura viene presentata in modo stilizzato e stereotipato dai mass media; il pulpito morale viene affollato da direttori di giornali, vescovi, politici e altri benpensanti; esperti socialmente riconosciuti pronunciano le loro diagnosi e le loro soluzioni; si ricorre a vari modi di affrontare la situazione; la condizione poi scompare, o degenera e diviene più visibile. Talvolta l’oggetto del panico è assai nuovo mentre in altri momenti si tratta di qualcosa che esisteva da tempo, ma improvvisamente sale alla ribalta”.

Negli ultimi trent’anni il tema degli abusi sessuali sui bambini è sempre rimasto al centro del dibattito pubblico: l’anno scorso l’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha perfino chiesto le dimissioni di papa Francesco, accusandolo di aver protetto un cardinale americano ritenuto colpevole di  abusi su un minore. Oggi, la situazione è rovesciata, con politici, artisti e commentatori che si esprimono sul caso di Reggio Emilia, tra cui i cantanti Laura Pausini e Nek. Quest’ultimo scrive: “Sono un uomo e sono un papà: è inconcepibile che non si parli dell’agghiacciante vicenda di Bibbiano. Penso a mia figlia e alla possibilità che mi venga sottratta senza reali motivazioni solo per abuso di potere e interesse economico. È proprio così. Ci sono intere famiglie distrutte, vite di bambini di padri e di madri rovinate per sempre…e non se ne parla. Ci vuole giustizia!!”.

Non sappiamo cosa emergerà dalle fasi successive dell’inchiesta, ancora ai primi passi, ma è importante sottolineare che il panico morale nato negli Stati Uniti attorno alla pedofilia si basava fin dall’inizio su ricostruzioni degli avvenimenti quanto meno sospette. Dagli interrogatori del caso McMartin in California, nel 1983, emergevano non solo bambini stuprati, costretti a partecipare a film pornografici e a farsi fotografare nudi ma anche la mutilazione e l’uccisione di animali,  la partecipazione a rituali satanici, compreso l’omicidio rituale di bambini: il principale imputato avrebbe bevuto il sangue e bruciato i cadaveri. I bambini avrebbero visto partecipare a questi riti anche degli attori famosi come Chuck Norris e uomini politici, sarebbero stati chiusi in una bara e calati in una fossa, sarebbero stati molestati in un mercato e in un autolavaggio. Il processo alla McMartin Preschool si conclude solo sei anni dopo con la piena assoluzione degli imputati

Lo stesso avviene in Francia, a Outreau, dove nel 2000 un’inchiesta basata su racconti simili di riti satanici e sevizie coinvolge 80 persone, la stampa parla di un traffico di pedofilia internazionale con ramificazioni in Belgio, in cui sarebbero coinvolti decine adulti e di bambini. Solo nel 2005 le fantasiose accuse cadono e gli imputati vengono assolti, la giustizia francese chiede scusa.

E in Italia? Rignano Flaminio, alle porte di Roma, è la sede di una lunga storia giudiziaria che per quasi dieci anni rimane su tutti i media nazionali. Tutto ha inizio nel 2006 quando i genitori di alcuni bambini della scuola materna vanno dai carabinieri per raccontare una storia di abusi che i loro figli avrebbero subito. L’inchiesta poi si allarga a 21 bambini, le maestre vengono arrestate, i racconti seguono il copione già visto: atti sessuali e rituali bizzarri, stregoni che volano, ministri di Satana che bevono il sangue di animali, sacrifici umani e punizioni sadiche. I verbali dei processi contro le streghe di Salem nel 1693 erano molto simili. Solo dopo due processi, nel 2014, gli imputati verranno assolti

Questo significa che nel caso Bibbiano hanno ragione gli accusatori? Non lo sappiamo: quello che sappiamo, però, è che il panico morale attorno alla pedofilia aveva creato un vasto apparato di assistenti sociali, associazioni, terapisti, psicoanalisti, poliziotti, giudici e giornalisti frettolosi e creduloni nel credere alle storie che emergevano dagli interrogatori dei bambini, interrogatori condotti in maniera suggestiva per confermare i pregiudizi degli adulti. Oggi ciò su cui dobbiamo riflettere non sono le responsabilità dei singoli indagati, a cui penserà la magistratura, ma la vulnerabilità della nostra società a fenomeni di isteria collettiva sproporzionati alle dimensioni del problema originario, in questo momento quello dei bambini sottratti alle famiglie senza ragione. L’Italia sembra essere il paese al mondo dove la distanza tra la percezione di alcuni fenomeni e la loro realtà è maggiore: per esempio, la maggioranza degli italiani è convinta che la percentuale di immigrati presenti nel nostro paese sia del 30%, circa quattro volte il numero reale, che è attorno all’8%. Riflettere sulle conseguenze delle false percezioni e delle isterie collettive è la cosa più urgente.

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012