Foto ESA–L. Ricci
Prima sono stati in Germania a studiare i crateri da impatto, poi si sono spostati in Italia nel canyon del Bletterbach sulle Dolomiti, e infine questa settimana sono a Lanzarote, una delle isole delle Canarie al largo della costa dell'Africa occidentale. Gli astronauti si stanno preparando alle future missioni spaziali sulla Luna e su Marte e per farlo studiano anche geologia sul campo, esaminando sulla Terra dei luoghi simili a quelli che potrebbero incontrare nello spazio.
Si tratta di un addestramento (Pangaea) voluto dall’European Space Agency per formare una nuova figura di esploratore spaziale, in grado di muoversi in autonomia su eventuali superfici planetarie, di esaminare sul campo gli affioramenti rocciosi e di stabilire le priorità di campionamento, seguendo in pratica il metodo di lavoro classico di un geologo. Una figura che sia in grado anche di comunicare efficacemente con gli scienziati e gli ingegneri sulla Terra.
Francesco Sauro, in collegamento da Lanzarote, racconta come si è svolto in questi giorni l'addestramento degli astronauti
In questi giorni la squadra, composta dagli astronauti e da docenti provenienti da tutta Europa tra cui Padova, è a Lanzarote. Il sito è un ottimo ambiente per studiare i fenomeni vulcanici, soprattutto i fenomeni vulcanici basaltici che avvengono sulla Luna. In quest’area esistono inoltre tubi di lava, strutture sotterranee presenti anche sulla Luna e su Marte che offrono un buon riparo dalle radiazioni, possono contenere acqua e dunque essere interessanti anche per la ricerca di vita microbica extraterrestre. E questo li rende un sito ideale da esplorare in vista delle future missioni spaziali.
Oggi, in particolare, il gruppo si trova al parco nazionale di Timanfaya. Francesco Sauro, geologo, esploratore e coordinatore del corso Pangaea racconta a Il Bo Live come sta avvenendo l’addestramento. “Questa è una zona di crateri vulcanici e colate laviche ed è un luogo molto ben preservato. Gli astronauti hanno fatto un percorso di alcuni chilometri. Dopo aver guardato le immagini satellitari, sono andati sul terreno a verificare che tipo di litologie possono trovare, quali sono i rapporti tra le diverse litologie, hanno osservato fratture e colate, ricostruendo la storia evolutiva di questa zona. E hanno raccolto dei campioni, in un modo analogo a come avverrebbe sulla Luna e con uno scambio continuo di informazioni con gli scienziati”.