CULTURA

Dai piedi alle vetrine: il museo delle calzature

La Riviera del Brenta è un luogo conosciuto in tutto il mondo per la presenza delle bellissime ville, che nobili e patrizi veneziani tra Quattrocento e Settecento costruirono  su progetto dei più importanti architetti dell’epoca, da Palladio a Scamozzi e Frigimelica.

Dimore importanti come luoghi di potere e rappresentanza ospitavano altresì sontuose feste e ricevimenti. Ogni villa infatti cela una storia del passato che rivive ogni volta che si percorre, magari in battello,  l’intero itinerario del Brenta. 

A Stra una di queste residenze ci racconta, oltre alla sua eredità storica, anche un’attività legata al presente e al suo territorio: Villa Foscarini Rossi sede del Museo della Calzatura. Progettato sul finire del Cinquecento da Vincenzo Scamozzi, il complesso celebra il prestigio di Giacomo Foscarini, conosciuto per il suo ruolo di pacificatore del Mediterraneo dopo la battaglia di Lepanto. Il luogo si compone di casa padronale, scuderie e foresteria. Dopo l’avvicendarsi di diversi proprietari il complesso di Villa Foscarini Rossi viene acquistato nel 1989 dall’imprenditore calzaturiero Luigino Rossi, che già dal 1970 viveva nelle vecchie scuderie adiacenti e decide di trasformare poi la casa padronale nel proprio Museo d’Impresa e la foresteria in un centro congressi che ospita eventi di prestigio.

L’attività della famiglia Rossi inizia nel 1947 quando il padre di Luigino, Narciso, operaio nel calzaturificio Voltan decide di mettersi in proprio con due colleghi e fonda “Rossimoda” per  produrre calzature femminili di lusso griffate. Il museo racconta la storia di questa manifattura. 

Nel 1956 Luigino entra in azienda collaborando con i due fratelli e nel 1963  ha l’intuizione di stipulare il primo contratto di licenza per la produzione di calzature di lusso con l’astro nascente Yves Saint Laurent.

Questa collaborazione di grande successo durerà ben trentotto anni e porterà molte altre case di moda a rivolgersi alle aziende della Riviera del Brenta per la produzione  di sofisticate calzature. Nel 2003 il gruppo finanziario del lusso LVMH acquista il calzaturificio e la villa.

Il museo occupa gli spazi dell’antica casa padronale ed è aperto al pubblico dal 1993: uno scrigno delle meraviglie che catapulta il visitatore indietro nel tempo, sia nella storia della calzatura, sia nel racconto delle tante collezioni ospitate. Ci sono infatti circa 1350 modelli di calzature femminili di lusso prodotte grazie alla collaborazione di brand prestigiosi come Christian Lacroix, Dior, Emilio Pucci, Fendi, Ghivency, Loewe, Yves Saint Laurent e tanti altri.

Vi è anche una preziosa collezione di calzature antiche che testimonia il passato di questa importante attività del territorio, dalle origini illustri con la Scuola dei Calegheri veneziani, la confraternita dei calzolai della Serenissima.

Inoltre il museo ospita altresì la collezione di modelli etnici, assortita dal fondatore Luigino Rossi durante i suoi innumerevoli viaggi.

Tra le calzature particolari ed eccentriche vi sono quelle della collezione di “Kirkwood 10” del designer Nicholas Kirkwood, ispirata ai suoi ricordi d’infanzia come le scarpe che si rifanno alle schede madri dei primi computer Macintosh e ai paesaggi futuristici di Blade Runner.

Il designer ha elaborato anche un modello che evoca nelle forme il Millenum Falcon di Star Wars e ancora il modello Pac Man, ispirato al celebre video- gioco del 1980.

Il Museo di Villa Foscarini Rossi oltre a raccontare l’attività di un territorio, la sua storia e la sua eredità cerca, come tutti i musei, di coinvolgere il suo pubblico nel modo più stimolante e creativo. Soprattutto i ragazzi delle scuole, che attraverso diversi laboratori didattici hanno la possibilità di fare esperienza diretta di come viene creata una calzatura, dal modello al prodotto finito. In questo processo è molto importante conoscere la provenienza dei materiali utilizzati per la produzione delle calzature e a questa domanda risponde il workshop “Riciclando la pelle di impara”, dove le scolaresche utilizzano dei pezzetti di pelle  riciclati che provengono dalla lavorazione del calzaturificio,  e creano un portachiavi a forma di scarpetta, che decorano poi con stoffe e dettagli colorati.

Un’altra esperienza molto amata dai visitatori di ogni età, è “la Formella in legno” (lo stampo che serve per creare la calzatura), che prende ispirazione dall’opera d’arte “The Christmas Last” realizzata da Andy Warhol nel 1956 con colori a tempera. Il gruppo coinvolto decora la propria formella di legno utilizzando colori, tessuti , accessori e al termine del lavoro ognuno porta a casa la sua opera.

L’offerta didattica continua con i laboratori dedicati alle performance attoriali come “Le maschere veneziane e della commedia dell’arte”, dove i visitatori imparano a conoscere le maschere della Commedia dell’Arte scoprendo i loro segreti e avendo la possibilità di mettere in scena le diverse maschere, come veri attori di teatro.

Queste solo alcune delle esperienze attraverso le quali i ragazzi e tutti i visitatori possono vivere il museo in modo completamente diverso rispetto dalla consueta visita guidata, ma immergendosi completamente nella storia e nel modo di creare una calzatura.

Oggi il Museo della Calzatura è guidato dalla figlia di Luigino, Cristina Rossi, responsabile di tutto il complesso di Villa Foscarini Rossi e dalla curatrice Federica Rossi.

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