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Cure psicologiche più efficaci e accessibili: le strade da seguire in Italia

Riorganizzare la rete dei servizi assistenziali dedicati alla diagnosi e alla cura dei disturbi mentali comuni quali ansia e depressione, migliorare la preparazione di medici, professionisti e operatori sanitari riguardo alle modalità di intervento più efficaci in termini di costi/benefici, promuovere un accesso alle cure più sostenibile e inclusivo, diffondere la consapevolezza verso queste tematiche. Sono questi gli obiettivi principali contenuti nel documento finale della Consensus conference sulle terapie psicologiche per ansia e depressione promossa dal Dipartimento di psicologia generale dell’università di Padova con il patrocinio dell’ISS che è iniziata dopo la conclusione di un convegno tenutosi a Padova nel 2016 il cui ospite principale era stato David Clark, professore alla Oxford University e teorico del programma “Improving Access to Psychological Therapies” (IAPT) sul quale dal 2008 si basa il sistema di assistenza psicologica nazionale del Regno Unito.

Il lungo lavoro svolto dalla consensus conference, coordinato dal professor Ezio Sanavio, docente al Dipartimento di psicologia generale dell’università di Padova, ha coinvolto psicologi, psichiatri ed epidemiologi che lavorano nelle università, nel settore privato e nei servizi rivolti alla comunità, ma anche rappresentati della società civile con l’obiettivo di definire strategie e indicazioni per ripensare il modo in cui sono attualmente strutturati, erogati e promossi nel nostro paese gli interventi psicologici per trattare i disturbi dell’ansia e della depressione.

Questo processo di consultazione scientifica è nato in risposta all’osservazione di alcune lacune assistenziali presenti nel nostro paese, dove il mancato riconoscimento precoce dei disturbi, il costo di questi servizi spesso proibitivo e la mancanza di una conoscenza diffusa sull’argomento ostacola l’accesso alle cure per molte persone. Nel documento finale della consensus conference possono essere quindi individuati quattro principali ambiti di intervento: la diagnosi tempestiva dei disturbi mentali comuni, l’applicazione di trattamenti efficaci, la comunicazione con la società civile per estendere l’accesso alle cure e la formazione accademica e post lauream dei professionisti della salute mentale.

La Consensus conference sulle terapie psicologiche per ansia e depressione ha seguito l’iter consueto con cui si svolge questa forma di consultazione scientifica, che prevede la definizione di specifici quesiti sull’argomento formulati da un comitato tecnico-scientifico, la somministrazione di tali quesiti ad alcuni gruppi di lavoro composti da esperti sull’argomento provenienti da diversi contesti disciplinari e lavorativi, e la valutazione delle risposte prodotte dai tavoli di lavoro da parte della giuria composta da rappresentanti della società civile che ha il compito di formulare delle raccomandazioni finali e che nel caso della consensus conference sulle terapie psicologiche per ansia e depressione è stata presieduta da Silvio Garattini, presidente dell'istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”.

Il contenuto del documento finale è stato esposto nel corso di un evento organizzato dal Dipartimento di psicologia generale dell’università di Padova il 7 giugno 2022 da Sanavio, Garattini, Gemma Calamandrei, direttrice del Centro di riferimento per le scienze comportamentali e la salute mentale dell’ISS, e Paolo Michielin, professore di psicologia clinica all’università di Padova e membro del comitato tecnico-scientifico della consensus conference.

Dopo i saluti istituzionali da parte di Daniela Mapelli, rettrice dell’università di Padova, Gemma Calamandrei, David Lazzari, presidente dell’ordine nazionale degli psicologi, Luca Pizzullo, presidente dell’ordine delle psicologhe e degli psicologi del Veneto, Santo di Nuovo, presidente dell'Associazione Italiana di Psicologia, Francesca Pazzaglia, direttrice del Dipartimento di psicologia generale dell’università di Padova e Pasquale Borsellino, direttore dell’Unità operativa Famiglia, minori, giovani e servizio civile della Regione Veneto, gli esperti hanno presentato gli obiettivi principali della Consensus conference e i punti in cui si articola la relazione finale.

Efficacia, egualitarismo economico e informazione

Come è stato evidenziato dai relatori nel corso della presentazione del documento, nel nostro paese esiste ancora un grosso divario tra i bisogni e le risposte: fin troppo spesso i disturbi mentali comuni quali ansia e depressione sono sottostimati, sottodiagnosticati, e non trattati in maniera efficace. Nonostante esistano delle terapie di comprovata efficacia per curare tali disturbi, nella maggior parte dei casi esse non vengono applicate nella pratica clinica. Per questo motivo, come ha rimarcato Calamandrei, durante la consensus conference sono state raccolte e sintetizzate le informazioni provenienti dalla letteratura scientifica sull’argomento per individuare le migliori terapie psicologiche dotate di un fondamento scientifico evidence-based. Promuovere la conoscenza e l’applicazione delle terapie psicologiche di efficacia dimostrata servirà a migliorare anche l’accesso alle cure più appropriate da parte della popolazione.

Inoltre, come hanno sottolineato gli esperti, in Italia la cura dei disturbi mentali avviene in gran parte in forma privata. Sarebbe quindi il caso ripensare l’organizzazione e l’operatività dei servizi pubblici disponibili e adottare le misure necessarie per costruire un diverso rapporto tra pubblico e privato, ad esempio incoraggiando delle forme di convenzionamento tra queste due tipologie di servizi e creare quindi una rete assistenziale per trattare al meglio questi disturbi che compromettono la qualità della vita, delle relazioni e della salute delle persone.

Come è stato sottolineato dagli esperti, al problema della scarsa offerta si aggiunge anche quello della scarsa domanda, dovuta sia allo stigma ancora molto presente nella società verso i pazienti con psicopatologie, sia alla diffusa disinformazione riguardo ai sintomi associati ai disturbi di ansia e depressione e alle possibilità di intervento. Per questo motivo, nel documento finale della consensus conference si raccomanda di migliorare l’informazione rivolta al pubblico e viene espressa la necessità di sensibilizzare tutti gli operatori del sistema sanitario, a cominciare dai medici di base, che possono giocare un ruolo fondamentale nella lotta contro i disturbi mentali. Infatti, è stato osservato che la maggior parte dei cittadini e delle cittadine che cerca un aiuto psicologico si rivolge innanzitutto al medico di famiglia, che quindi deve essere in grado di indirizzarli alle strutture più adeguate; inoltre, come ha sottolineato il professor Michielin, siccome molte persone che avrebbero bisogno di un supporto psicologico non ne fanno esplicitamente richiesta, tutti gli operatori sanitari dovrebbero essere in grado di riconoscere i principali sintomi dei disturbi psicologici comuni e di intervenire prontamente per intercettare i bisogni dei pazienti.

Il modello britannico

Per rispondere alle criticità che al momento caratterizzano il sistema nazionale di assistenza psicologica, i partecipanti alla consensus conference propongono di ispirarsi al modello IAPT varato nel Regno Unito nel 2008 con lo scopo di migliorare l’accesso alle cure psicologiche per tutti i cittadini e le cittadine. Come illustra il professor Sanavio, lo IAPT prevede l’uso esclusivo di  terapie psicologiche basate su alti livelli di efficacia nella pratica clinica, adotta un protocollo specifico per valutare il completamento della formazione degli psicoterapeuti, si basa sul modello step-care, che distingue tra interventi a bassa o ad alta intensità a seconda dei bisogni dei pazienti, richiede ai professionisti di stilare delle puntuali valutazioni dopo ogni seduta di psicoterapia, attua una supervisione costante degli operatori per valutarne le competenze periodicamente e offre ai cittadini la possibilità di accedere direttamente ai servizi psicologici.

È possibile realizzare in Italia una rete di servizi così strutturate ed efficace? Secondo Garattini, la risposta è sì. “Anche nel nostro paese esistono le competenze e i mezzi per implementare l’assistenza psicologica, quindi è il momento di farlo”, afferma. “È sempre importante comparare ciò che già esiste con le innovazioni che si dimostrano più efficaci. È quindi necessario che le autorità sanitarie sviluppino una sensibilità di questo tipo”. Per implementare l’attuale sistema di assistenza psicologica non serve aumentare il budget destinato alle cure psicologiche, bensì riorganizzare il sistema assistenziale per estenderlo a tutte le fasce di reddito.

Istruzione e formazione: verso un cambio di mentalità

Il documento finale della consensus conference propone alcuni miglioramenti anche nel settore della formazione universitaria e post lauream che, secondo gli esperti, richiede un’importante azione di adeguamento e ampliamento a seconda degli specifici settori di intervento: cure primarie, assistenza di adolescenti e giovani adulti, ambito lavorativo, ecc. Garattini rimarca anche l’importanza di strutturare un sistema di formazione continua che permetta ai professionisti della salute di rimanere continuamente aggiornati sulle più recenti evidenze scientifiche valutando periodicamente la loro preparazione.

Infine, riflette il farmacologo, “anche nel campo della salute mentale serve una rivoluzione culturale che metta in primo piano la prevenzione. Le malattie mentali non sempre si sviluppano dal nulla. Possono insorgere come conseguenza delle condizioni ambientali in cui si vive o in seguito a situazioni di disagio sociale, personale o familiare. Per questo l’aspirazione principale del sistema sanitario nazionale non dovrebbe essere solo quella di difendere il benessere psicologico ma anche quella di cercare di prevenire l’insorgenza dei disturbi mentali. La prevenzione tutela il diritto alla salute dei cittadini e permette di tagliare i costi economici che deve sostenere il sistema sanitario nazionale: è il miglior strumento a nostra disposizione nei confronti del mercato della medicina e anche della psicoterapia”.

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