“Si fa presente che i dati al momento disponibili sono già pubblicati sul portale Italia Domani”. Una risposta chiara, diretta, apparentemente esaustiva. Per conoscere tutti i dati inerenti al PNRR quindi, basta accedere al portale italiadomani.gov e andare sul catalogo open data. Un’azione che abbiamo fatto più volte da quando, nell’agosto del 2021, il sito è stato pubblicato. “Ma se c’è addirittura un portale che contiene tutti i dati del PNRR, compreso un folto catalogo OpenData, cosa c’è da lamentarsi?” ci chiedevamo nel dicembre scorso. Ecco, da lamentarsi, nuovamente, ci sarebbe il fatto che tutti questi dati sono aggiornati al 31 dicembre 2021 ed è quantomeno preoccupante che la Ragioneria dello Stato dica che quelli sono tutti i dati al momento disponibili sul PNRR.
“ Si fa presente che i dati al momento disponibili sono già pubblicati sul portale Italia Domani
Facciamo però un passo indietro e vediamo come mai è arrivata questa risposta dalla RdS. Un mese fa OpenPolis, che sta realizzando un meritevole monitoraggio del PNRR, ha inviato al governo una seconda richiesta di accesso agli atti (Foia), per chiedere la pubblicazione di dati sul piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). In particolare si richiedevano informazioni aggiornate su tutti i progetti finanziati, con relativi stati di avanzamento (fisico e finanziario) al 31.12.2022 o, se differente, all’ultima data di aggiornamento disponibile, su tutti i bandi/avvisi fin qui pubblicati, con i relativi esiti e le informazioni relative alla localizzazione delle risorse, dei progetti e dei soggetti attuatori coinvolti.
Insomma si chiedeva al Governo di fare chiarezza sui fondi del PNRR, perché parlare di PNRR significa parlare di più di 190 miliardi di euro che devono costruire il nostro futuro. Ci sarebbe poi anche una legge che obbligherebbe il Governo a pubblicare tutti i dati relativi al PNRR. È la legge di bilancio per il 2021, con cui il nostro Paese si impegnava a rilevare i dati di attuazione finanziaria, fisica e procedurale relativi a ciascun progetto del PNRR e a renderli disponibili in formato elaborabile.
La risposta della Ragioneria dello Stato però lascia inevitabilmente interdetti. Non è possibile e tanto meno auspicabile che i dati del Governo siano aggiornati al 31 dicembre 2021, e non è ammissibile che cittadini ed operatori non possano conoscere nel dettaglio dove finiscono questi fondi.
Non è possibile poi che il Governo non abbia dati aggiornati anche perché, in modo meritorio, ci sono alcune regioni che cercano di rendere trasparente il processo del PNRR. È il caso della Toscana, che condivide tutti i dati relativi alla localizzazione dei progetti, alle risorse spese e all’avanzamento dei lavori in un portale creato ad hoc. Progetti simili poi esistono anche in Emilia-Romagna e in Valle d’Aosta.
Anche la Regione Veneto ha un portale in cui rilascia un pdf con alcuni dati sul PNRR. Il dataset, se così possiamo definirlo, è molto scarno ma almeno si ha un’idea delle risorse allocate. Al 27 febbraio 2023 infatti, in Veneto, le risorse PNRR assegnate al territorio erano di 6.219,20 milioni di euro. La maggior parte di queste sono state assegnate alle infrastrutture, ai trasporti, alle politiche sociali e all’istruzione. Sono suddivise poi per diversi enti, dalle università ai porti, dalla Regione stessa agli istituti scolastici, di cultura o allo IOV.
In particolare ai comuni veneti sono arrivati quasi due miliardi di euro (1.959,32 milioni). 560 comuni poi, hanno ricevuto risorse sulla digitalizzazione pari a 162.545.088,00 euro. Questi però, ad oggi, sono gli unici dati che disponiamo e sono lungamente insufficienti per poter effettuare un monitoraggio sia quantitativo che qualitativo delle opere.
La necessità di avere dati aperti a livello nazionale e locale è anche quella di capire dove vengono realmente investiti i fondi e seguire passo dopo passo la realizzazione delle opere che, è bene ribadirlo, devono essere concluse e rendicontate per poi avere realmente il finanziamento. Ciò che OpenPolis ha messo in evidenza poi, è che l’Italia sembra essere in ritardo con le scadenze del primo trimestre del 2023. La commissione volta a valutare l’avanzamento delle opere fa un controllo ogni sei mesi, quindi quella del primo trimestre non è strettamente vincolante per la ricezione dei fondi.
Inoltre, sempre OpenPolis, ricorda che “l’Italia è in attesa dell’esito dell’ultima richiesta di finanziamento, inviata alla commissione europea il 30 dicembre 2022, insieme alla documentazione che dovrebbe provare il raggiungimento delle 55 scadenze europee che erano previste per il secondo semestre del 2022. Tuttavia, in base alla nostra ultima verifica dello scorso giovedì 16 marzo, non possiamo ancora considerare conseguiti 12 adempimenti su 55 (1 del terzo trimestre e 11 del quarto)”.
Insomma il PNRR è tema tanto scottante quanto importante per il futuro del Paese e l’avanzamento dei lavori dovrebbe coincidere con la totale trasparenza possibile.