SOCIETÀ

"The end of the Line": il documentario shock sulla pesca intensiva

They are the only oceans we have.

 

Inizia in questo modo, con una frase semplice, ma allo stesso tempo così potente, The End of the Line, il film-documentario di Rupert Murray, tratto dal libro-inchiesta firmato dal giornalista del Daily Telegraph, Charles Clover. L’argomento è tanto taciuto, quanto di importanza vitale per la Terra e per il suo ecosistema: il documentario, infatti, traccia un crudo resoconto dell’immane disastro ambientale che sta riducendo i nostri mari – la culla della vita sul nostro pianeta – a un deserto privo di vita, senza più la possibilità di tornare indietro. Si parla delle pesca intensiva e della cecità del genere umano, non in grado di comprendere e di porre un freno a un’attività spinta da fortissimi interessi economici e da mode alimentari nefaste

Il pesce, così come lo conosciamo – secondo il documentario – è sotto attacco e senza un aiuto concreto, un cambio di paradigma nel modo di pescare e nel modo con cui l’uomo si alimenta di prodotti ittici, si rischia il collasso entro il 2050. 

Non si tratta solo di un film, ma di una campagna per il consumo sostenibile del pesce, per la creazione di aree marine protette in grado di permettere al mare di rigenerarsi, attraverso una nuova etica della pesca. 

Il documentario – diretto da Rupert Murray, eco-regista militante – ha suscitato scalpore e ha già favorito il cambiamento nell’approvvigionamento del pesce da parte di alcune importanti catene commerciali. 

The End of the Line viene messo in onda il 28 settembre 2018, durante Venetonight, la notte dei ricercatori: l’appuntamento, su prenotazione – per sensibilizzarsi sul tema – è in Aula Magna di Palazzo Bo con due proiezioni alle 18 e alle 21

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