SCIENZA E RICERCA

La lunga tradizione dell'Astronomia a Padova

È dal 1300 che a Padova viene insegnata l’Astronomia. La tradizione astronomica padovana annovera almeno ben sette secoli di storia, iniziando con Pietro d’Abano (1250-1315), chiamato nel 1307 come professore presso il nostro Ateneo, tra i primi a introdurre in Italia l’interesse per le scienze esatte. Da Padova transitò Niccolò Copernico (1473-1543), astronomo e cosmologo noto per la sua rivoluzionaria teoria eliocentrica, che trascorse a Padova alcuni anni di studio. Galileo Galilei (1564-1642) proprio da Padova osservò il cielo con il suo telescopio dando un contributo determinante alla fine della concezione geocentrica dell’universo e dando inizio alla rivoluzione che avrebbe portato alla nascita della scienza moderna. La fondazione della Specola da parte dell’università diPadovacon Giuseppe Toaldo (1719-1797) risale al 1767 nell’ambito di un vasto programma di rinnovamento, che portò la Specola patavina a diventare durante l’Ottocento un riferimento internazionale.

Nei primi decenni del secolo scorso iniziò a emergere l’esigenza di avere a Padova un telescopio di grandi dimensioni, di cui altri Paesi erano già dotati dall’Ottocento, che fosse capace di rivelare gli oggetti celesti più lontani. Nel 1917 era già entrato in funzione il telescopio con lo specchio primario del diametro di due metri e mezzo di Monte Wilson in California, destinato a rivelarci l’espansione dell’Universo. La scelta del sito astronomico padovano ricadde sull’Altopiano di Asiago per la sua altitudine e lo scarso inquinamento luminoso. 

Il telescopio riflettore dedicato a Galileo con specchio primario di 122 cm fu inaugurato nel 1942 sotto la direzione di Giovanni Silva (1882-1957), e per diversi anni rimase il più potente d’Europa.

Fino agli anni Cinquanta del secolo scorso lo studio universitario dell’Astronomia si appoggiava, per quanto riguarda la didattica, al corso di laurea in Matematica o in Fisica. Erano numerosi gli studenti interessati a elaborare una tesi di laurea di carattere astronomico lavorando presso l’Osservatorio, sotto la guida del professore che deteneva la Cattedra di Astronomia e che per statuto ne era anche il direttore. Questa tendenza era favorita senz’altro dalla disponibilità di una struttura di avanguardia come l’Osservatorio di Asiago, dotato di strumentazione di ultima generazione. Negli anni ‘50-’60 era infatti uno dei pochi a disporre di uno spettrografo nebulare con cui era possibile fare spettroscopia a righe di emissione utilizzata per lo studio di oggetti nebulari e per la dinamica delle galassie, strumentazione che dava la possibilità di interpretare le righe di assorbimento estese per studiare la dinamica di galassie vicine. In quegli stessi anni, campi di ricerca di punta erano inoltre lo studio di stelle variabili, la ricerca di supernovae e di novae nella galassia di Andromeda, M31. L’Osservatorio Astronomico di Asiago vantò fin dai suoi esordi un carattere spiccatamente europeo, animato da sempre da un’atmosfera internazionale grazie alle visite di astronomi provenienti dall’Inghilterra, dalla Francia e dalla Germania, che regolarmente raggiungevano l’Altopiano per fare ricerca anche perché sprovvisti di telescopi tanto performanti nei loro Paesi. 

Questo crocevia di nazionalità differenti ha contribuito a rendere l’ambiente astronomico padovano particolarmente vivo dal punto di vista scientifico e culturale, influendo anche sul carattere internazionale della didattica. Gli stessi docenti padovani erano a loro volta protagonisti di esperienze all’estero e le foresterie dell’Osservatorio di Asiago erano costantemente frequentate dagli studenti dell’ateneo patavino e da molti studenti stranieri.

Il fervore degli studi astronomici a Padova e un contesto scientifico culturale in grande fermento, favorì un interesse crescente verso gli studi di astrofisica e astronomia, e fece emergere l’esigenza di istituire un percorso di formazione universitaria specifico. 

Gli anni Sessanta sono caratterizzati da una concomitanza di eventi che ne rese particolarmente movimentato il contesto socio-culturale. Sono gli anni del fenomeno universalmente noto come Sessantotto, un periodo di mutamento generale, di rivolgimenti politici e sociali che si diffondono profondamente anche nell’ambiente universitario. Nel 1957 si apre ufficialmente l’era spaziale con il lancio dello Sputnik a opera dell’Unione Sovietica. Lo Spazio è il terreno di sfida per eccellenza delle due superpotenze USA e URSS, e nel giro di pochi anni si susseguono imprese uniche dal punto di vista scientifico e tecnologico: Yuri Gagarin effettuò il primo volo spaziale della Storia (missione Vostok 1, 1961), Valentina Vladimirovna Tereshkova fu la prima donna andare nello spazio (missione Vostok 6, 1963), lo sbarco dell’uomo sulla Luna (missione NASA Apollo 11, 1969). 

All’astronomia e all’astrofisica si aggiungono - oltre alla connotazione teorica e osservativa - anche una dimensione spaziale e ingegneristica. Sono gli anni in cui si progettano e costruiscono le grandi infrastrutture astronomiche mondiali e nasce lo European Southern Observatory (ESO). Questo vivace contesto favorisce un aumento generale dell’interesse verso le discipline astronomiche e spaziali, sia in termini di investimenti per la ricerca scientifica sia come numero di giovani interessati a formarsi in queste discipline. 

L’iter - non banale - che portò all’istituzione a Padova del nuovo corso di laurea, si snodò per gradi tra i Consigli della Facoltà di Scienze, le Adunanze del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo di Padova, fino ad arrivare al Ministero della Pubblica Istruzione.

Nel 1968, con il Decreto n.779 del Presidente della Repubblica, il Ministero della Pubblica Istruzione decreta l’istituzione del Corso di Laurea in Astronomia presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali di Padova a decorrere dall’anno accademico 1968-69, seguito dopo pochi anni da quello dell’Alma Mater di Bologna, a cui non se ne aggiunse in futuro nessun altro in Italia. 

In data 25 marzo 1967 il Rettore Guido Ferro informa il Consiglio di Amministrazione che nell’Adunanza del 25 maggio 1968 del Senato Accademico:

“[...] la Facoltà di Scienze ha proposto l’istituzione di un nuovo corso di laurea in Astronomia [...]. Trattasi infatti di un nuovo corso di studi, finora non esistente in Italia e che oggi si pone quale moderna necessità, in considerazione dell’importanza assunta negli ultimi decenni degli studi di astronomia e di astrofisica, in relazione al progresso della conoscenza della costituzione della materia e allo sviluppo dell’astronautica e delle ricerche spaziali. Tale laurea viene già da tempo conferita presso numerose Università straniere ed offre vaste prospettive per i giovani laureati sia in rapporto alle attività di studio spaziali in senso teorico, sia nelle applicazioni pratiche delle industrie chiamate  a lavorare nel campo di tali attività. [...]”.

Nell’Adunanza successiva del 22 maggio 1967 venne infatto ribadito che:

“[...] La Laurea in Astronomia viene da tempo conferita presso numerose università straniere; essa è stata di recente istituita pure presso istituzioni universitarie a prevalente indirizzo tecnico come il Politecnico del Massachusetts. In Italia, ai giovani che intendono avviarsi verso questa branca della Scienza, si offrono due vie, che hanno entrambe un evidente carattere di ripiego:

1°) seguire il corso di studi per l’indirizzo applicativo della laurea in Fisica per il quale è stato introdotto a Padova e in altre sedi, un orientamento astrofisico;

2°) seguire il corso per l’indirizzo applicativo per la Laurea in Matematica, per il quale è stato introdotto, almeno a Padova, un orientamento meccanico-astronomico.

E’ chiaro come l’associazione degli studi astronomici con gli indirizzi applicativi delle due lauree costituisca una contraddizione in termini, che salta agli occhi anche ai profani. [...] I giovani che intendano dedicarsi agli studi astronomici in Italia urtano dunque fin dall’inizio, contro queste e altre innumerevoli difficoltà. [...] i giovani non arrivano alla laurea che con una preparazione incompleta e lacunosa. Se si considera che in Italia esistono alcuni grandi complessi astronomici, ed altri sono in progetto per un prossimo divenire, non può non preoccupare gravemente il fatto che non sia prevista la preparazione di un numero adeguato di elementi che abbiano la necessaria formazione di base [...]. 

La nuova Laurea dovrebbe essere istituita soltanto presso quelle Università che già dispongono delle grosse attrezzature necessarie, come quella di Padova con l’Osservatorio di Asiago, di Firenze con l’Osservatorio di Arcetri, e di Bologna col Laboratorio di Radioastronomia [...].” 

Durante l’Adunanza del Senato Accademico del 15 giugno 1967 venne messo a verbale che:

“[...] Il Rettore informa di aver conferito in merito alla proposta di istituire il nuovo corso di Laurea con il collega Prof. Rosino, ordinario di Astronomia, e con l’On. Ministro della Pubblica Istruzione.

Il Senato Accademico, vista la proposta formulata dal Consiglio della Facoltà di Scienze in data 22 maggio 1967 [...], ritenendo opportuna tale proposta sia sotto il profilo dello sviluppo degli studi astronomici sia dell’importanza assunta dalle ricerche astronautiche, esprime parere favorevole al riguardo e prega [...] di trasmetterla al Ministero, trattandosi di una modificazione da introdurre al vigente ordinamento didattico universitario [...].”

Nacque così il primo corso di laurea in Astronomia in Italia.

Nei primi anni Settanta nasce l’Istituto di Astronomia che rimane tale fino all’istituzione dei dipartimenti universitari a seguito della legge n. 28 del 1980, quando il Magnifico Rettore Mario Bonsembiante istituisce il dipartimento di Astronomia (1986). Poiché il personale universitario condivideva gli spazi di lavoro con i ricercatori dell’Osservatorio, e aumentava costantemente il numero degli studenti di Astronomia, con grande lungimiranza il Rettore Bonsembiante assegnò al Dipartimento nei primi anni Novanta l’edificio ex-Rizzato che si affaccia sul Tronco Maestro del Bacchiglione ed è addossato alla Specola. L’edificio venne restaurato nel corso di una decina di anni diventando operativo nel 2000. Oggi, il Dipartimento collabora strettamente con l'Osservatorio Astronomico di Padova, una delle sedi dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), ed è parte del Centro Interdipartimentale di Studi e Attività Spaziali “Bepi Colombo” (CISAS) dell'Università di Padova. Dal 2012 il dipartimento di Astronomia è parte del nuovo dipartimento di Fisica e Astronomia “G. Galilei”. 

Fedele alla sua lunga tradizione, l’astronomia padovana continua a essere riconosciuta e rappresentata a livello internazionale ai più alti livelli. Studenti formatisi nella Scuola di Padova hanno ricoperto e ricoprono tuttora posizioni di rilievo in istituzioni scientifiche di tutto il mondo, in progetti spaziali e di ricerca di punta, e sono membri delle più prestigiose accademie scientifiche regionali, nazionali e internazionali. A tal proposito citiamo l’Accademia Nazionale dei Lincei, in cui dall’Unità d’Italia - anno della sua rifondazione - l’astronomia padovana è sempre stata rappresentata senza soluzione di continuità. 

L’Università di Padova, a seguito della stretta rete di relazioni internazionali intessuta dagli astronomi padovani, ha assegnato le seguenti lauree honoris causa ai seguenti scienziati di chiarissima fama: Riccardo Giacconi (1983), George Coyne e Bruno Rossi (1992), William J. O’Neil  e Torrence V. Johnson (1996), Tim de Zeeuw (2014).

Le nuove frontiere della ricerca in campo astronomico si concentrano sulle grandi sfide rappresentate dallo studio dei buchi neri, delle onde gravitazionali e della materia oscura. Le nuove missioni spaziali e la costruzione di osservatori e rivelatori sempre più grandi e potenti permetteranno di scrivere le nuove pagine della ricerca astronomica nei prossimi cinquant’anni, pagine in cui Padova è pienamente proiettata.  

Giovedì 19 settembre si celebra presso l’Aula Nievo di Palazzo Bo il cinquantennale del corso di laurea in Astronomia con il convegno “Il corso di laurea in Astronomia a cinquant'anni dalla sua istituzione: storia e prospettive”, con l’intento di ripercorrere la storia, discutere lo stato attuale e considerare le prospettive future del Corso di Laurea in Astronomia a cinquant'anni dalla sua attivazione.

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