In un’epoca in cui si diffondono credenze irrazionali e pseudoscientifiche, alimentate dalla potenza dei social network, il ruolo del Cicap (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze) come baluardo della divulgazione scientifica è quanto mai evidente: si sente il bisogno di divulgatori che siano davvero disposti a comunicare, senza arroganza, con chi è in bilico tra la razionalità del pensiero scientifico e la paura alimentata dai condivisori compulsivi di bufale e fake news.
Il Cicap ha proprio questo compito, e ce lo conferma il suo direttore generale Massimo Polidoro: “Il ruolo del Cicap è quello di dare al pubblico gli strumenti per discendere ciò che può essere attendibile da ciò che non lo è. È importante non aggredire le persone, perché spesso queste credenze nascono da timori legittimi e non c’è malafede: il primo passo è quello di imparare a distinguere le fonti, anche quando non è facile.”
Per questo motivo bisognerebbe introdurre capillarmente nelle scuole una sorta di educazione al metodo scientifico: se alcuni adulti hanno delle convinzioni talmente radicate che nemmeno l’evidenza scientifica le potrebbe scalfire, i bambini possono essere presi per mano sulla via della corretta informazione. Anche per questo una parte del Cicap Fest si rivolge a loro.
“Dobbiamo parlare con le persone curiose che vogliono capire – continua Polidoro – perché loro di fronte ai fatti oggettivi riescono a capire se un’informazione è attendibile o è una fantasia campata in aria. Chi invece si confronta con chi la pensa allo stesso modo, appena sente qualcuno che gli fa presente che forse si sbaglia si chiude immediatamente. È importante riuscire a capire, già da ragazzi, come funziona il metodo della scienza, che è alla portata di tutti: chiedere le prove e verificare i fatti per capire se le affermazioni hanno un fondamento. Il metodo scientifico si può applicare anche nella vita di tutti i giorni, quando leggiamo i giornali e troviamo le affermazioni di personaggi pubblici, star dello spettacolo ma anche politici che parlano di scienza quando magari non ne sanno niente, ripetendo cose che hanno letto su Facebook senza essersi informati”.