UNIVERSITÀ E SCUOLA
Museo diffuso Unipd. Nella collezione di Scienze statistiche i calcolatori che hanno fatto storia
La tappa conclusiva del nostro percorso che ci ha portato a scoprire le 12 collezioni del Museo diffuso di Scienza e tecnica, inaugurato in occasione delle celebrazioni per gli 800 anni dell'università di Padova e allestito in chiave permanente, arriva al dipartimento di Scienze statistiche che ha sede nel seicentesco Complesso di Santa Caterina.
Qui, sotto al portico che dall'ingresso porta verso la biblioteca e le aule, sono state allestite le vetrine che ospitano alcune preziose macchine da calcolo utilizzate nel passato per l’elaborazione dei dati. Il modello più antico risale agli anni '30 del Novecento e come spiega il professor Gianpiero Dalla Zuanna, responsabile scientifico del progetto del Museo diffuso per il dipartimento di Scienze statistiche, questi oggetti "testimoniano come la statistica, a partire dalla sua nascita e poi soprattutto nel corso del ‘900, si sia evoluta insieme all’evoluzione delle macchine da calcolo".
Il professor Gianpiero Dalla Zuanna, responsabile scientifico del Museo diffuso del dipartimento di Scienze statistiche illustra la collezione. Servizio, riprese e montaggio di Barbara Paknazar
Il dipartimento di Scienze statistiche è stato fondato nel 1984 ma le sue radici affondano molto più lontano nel tempo. Ha raccolto l’eredità della facoltà di Scienze statistiche che nacque nel 1968 su impulso del professor Bernardo Colombo, "ma prima ancora quella di importanti studiosi che si erano occupati anche di calcolo delle probabilità all’interno dell’ateneo patavino, a partire da Galileo Galilei e Girolamo Cardano", ricorda Gianpiero Dalla Zuanna.
Attualmente, oltre a seguire i corsi di laurea e il dottorato di Scienze statistiche, i docenti del dipartimento sono fortemente impegnati in attività di didattica anche all'interno di altri corsi di laurea dell'ateneo che prevedano insegnamenti in ambito statistico. "In questi anni la statistica vede sempre più un intreccio tra la matematica, le scienze sociali e le scienze "dure". Il dipartimento infatti afferisce alla Scuola di Scienze, proprio perché l’obiettivo di questa disciplina è utilizzare al meglio i numeri e le tecniche statistiche per trasformare i dati, di cui siamo inondati, in informazione e quindi in conoscenza utile per cambiare in meglio la società e la nostra vita", osserva Dalla Zuanna.
La collezione del Museo diffuso presenta quattro modelli di macchine, corredate da foto che ingrandiscono alcuni particolari consentendo di apprezzare gli aspetti di design industriale, e spaziano dagli anni '30 agli anni '80 del Novecento. Sono oggetti che permettono di ripercorrere la storia dei calcolatori meccanici ed elettronici e di capire come il loro progressivo sviluppo e perfezionamento abbia consentito di risolvere rapidamente problemi sempre più complessi. "Il loro compito era proprio quello di semplificare il lavoro di chi doveva raccogliere i dati ed elaborarli attraverso dei meccanismi di tipo meccanico e in seguito elettronico", fa notare Gianpiero Dalla Zuanna.
Il docente si sofferma poi sul pezzo più antico della collezione, il cui nome è "Addo-X". "E' un esemplare di cui siamo molto orgogliosi, un modello con tastiera a dieci tasti costruito nel 1938-1939, distribuito in Italia dalla ditta Lagomarsino che aveva sede a Milano".
"La piccola testimonianza offerta dagli strumenti del Museo diffuso mostra come il processo che consente di trasformare i dati in informazioni e conoscenza affondi le radici nel secolo passato. Adesso, quando apriamo il nostro smartphone o il computer, siamo i nipotini di questa storia in cui gli uomini hanno cercato di risparmiare fatica, perché calcolare a mano è molto impegnativo e c’è anche un alto rischio di commettere errori. In questo modo cerchiamo di perfezionare le cose e noi come statistici cerchiamo di dare il nostro contributo. La partecipazione al Museo diffuso è stata ispirata proprio da una logica di questo genere", conclude il professor Gianpiero Dalla Zuanna.
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