UNIVERSITÀ E SCUOLA
Come parlano di ambiente i libri di letteratura per l’infanzia?
Foto: Max Goncharov / Unsplash
Educare le nuove generazioni allo sviluppo sostenibile e alle questioni ambientali è di fondamentale importanza per l’ONU e le sue agenzie specializzate, che negli ultimi anni insistono sull’urgenza di promuovere un cambiamento culturale incentrato sulla sostenibilità e la comprensione della profonda relazione tra comunità umane e ambiente naturale. Questo atteggiamento può essere promosso fin dalla più tenera età attraverso l’educazione scolastica e la letteratura per l’infanzia. I libri che leggiamo durante l’infanzia possono infatti influenzare fortemente il nostro immaginario su questioni cruciali quali, ad esempio, i diritti umani, la parità di genere e la sostenibilità.
Questa considerazione è al centro di un approccio di ricerca – definito ecocritico – che ha lo scopo di analizzare alcune caratteristiche dei libri di letteratura per l’infanzia e sviluppare metodi di insegnamento che incoraggiano lo sviluppo di una sensibilità ecologica. In questo ambito lavorano Nina Goga, professoressa di letteratura per l’infanzia alla Western Norway University of Applied Sciences di Bergen, e Marnie Campagnaro, professoressa di letteratura per l'infanzia e l'adolescenza all’università di Padova. Le due studiose collaborano a un progetto di mobilità internazionale chiamato Green dialogues, coordinato da Goga, volto alla formazione di futuri insegnanti capaci di promuovere una maggiore consapevolezza ecologica nei loro alunni attraverso la lettura condivisa e il dialogo inclusivo.
“L’approccio ecocritico allo studio della letteratura ambientale nasce negli anni Novanta”, racconta la professoressa Goga. “Da allora, queste ricerche hanno approfondito il modo in cui la natura viene rappresentata nei libri per l’infanzia e il tipo di rapporto tra natura e persone che questi testi promuovono – se antropocentrico, in cui l’essere umano viene messo in primo piano, o ecocentrico, con una prospettiva che esalta la relazione tra comunità umane e ambiente. Inoltre, è interessante analizzare come le caratteristiche di questi libri siano cambiate nel tempo, adattandosi a nuove sensibilità ecologiche e riflettendo le preoccupazioni per la crisi ambientale attuale”.
Come spiega Campagnaro, questo approccio può essere applicato all’analisi di libri di divulgazione scientifica. “Penso a testi di non fiction che raccontano la scienza a bambini e bambine in modo semplice e divertente, ma non banale”, precisa la professoressa. “In questo ultimo periodo, ad esempio, stanno avendo molta fortuna le biografie di donne ambientaliste, genere in cui campeggia la figura contemporanea di Greta Thunberg. Ma non solo. È importante studiare da una prospettiva ecocritica anche i libri di narrativa”. Stiamo parlando di romanzi fantastici, fiabe, albi illustrati e persino classici della letteratura per l’infanzia.
Goga e Campagnaro spiegano come in passato questi testi tendessero a veicolare rappresentazioni utopiche e per certi versi ottocentesche della natura, raccontando allo stesso tempo un rapporto quasi idilliaco e pastorale tra persone e ambiente. “Ancora oggi accade di imbattersi in libri per bambini e bambine che parlano di paesaggi rurali incontaminati, distese d’erba, foreste integrali e fattorie dove animali sorridenti convivono in armonia”, osserva Campagnaro. “Eppure, l’esperienza della natura vissuta dalle bambine e dai bambini contemporanei è molto diversa, soprattutto quando abitano in città. Rappresentazioni così idilliache difficilmente possono aiutare questi giovani lettori a sviluppare un senso critico riguardo alle questioni ecologiche.
“Oggi il rapporto tra natura e persone nella letteratura per l’infanzia sta diventando progressivamente meno idilliaco e più problematico”, prosegue Goga. “Negli ultimi 20-25 anni, con la diffusione dei movimenti ambientalisti e la stesura dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, i temi trattati in queste opere sono cambiati.
Sono aumentati, in particolare, i libri distopici per adolescenti, in particolare quelli di climate fiction, in cui si narrano storie ambientate in scenari post-apocalittici all’alba di catastrofi ecologiche. Una tendenza simile si nota anche nei libri destinati a un pubblico più giovane, dove sta crescendo, allo stesso tempo, la presenza di protagoniste di sesso femminile. Negli ultimi anni le bambine sono entrate nella letteratura per l’infanzia in maniera dirompente: si osserva una maggiore presenza di personaggi femminili competenti, indipendenti e dallo spirito ribelle, spesso ispirati a Greta Thunberg. Viene inoltre dedicata più attenzione, tra le righe, ai diritti dei bambini e delle bambine, in particolare a quello di esprimere la loro opinione e di essere ascoltati”.
Campagnaro segnala inoltre la tendenza, nella letteratura per l’infanzia contemporanea, a promuovere un rapporto più olistico tra persone e natura. Oggi questi libri cercano di mostrare quanto la vita e il benessere della nostra specie siano strettamente interconnesse con il resto del mondo animale e vegetale. “Alcuni esempi di questa tendenza si possono trovare nei libri senza parole dell’illustratore spagnolo Roger Olmos che racconta in modo innovativo il rapporto tra persone e animali, di Irene Penazzi, che promuove l’incontro con il mondo naturale con Nel mio giardino il mondo, o di Sara Donati, che in Amico albero spinge a ragionare sui vari aspetti che accomunano la nostra vita a quella degli organismi vegetali”, spiega la professoressa.
La ricerca ecocritica sulla letteratura per l’infanzia non prende in esame solo e necessariamente opere a tema ambientale, ma può basarsi, come anticipato, anche sullo studio dei classici. “In Italia è molto interessante lo studio di Pinocchio da una prospettiva ecocritica”, spiega Goga. “Nel celebre romanzo di Carlo Collodi vengono infatti narrate le avventure di un pezzo di legno che esplora diversi ambienti e paesaggi. Il libro propone inoltre alcune riflessioni profonde sul valore dell’essere umano, del bambino e sull’autorealizzazione. In tutte le culture esistono libri classici per bambini e bambine – nei paesi scandinavi, ad esempio, è celebre il romanzo Ronja di Astrid Lindgren – che possono essere studiati “retrospettivamente” per approfondire il modo in cui influenzano il pensiero dei giovani lettori”.
La ricerca ecocritica sui libri di letteratura per l’infanzia non ha una finalità esclusivamente teorica, ma è anche mirata allo sviluppo di metodi pedagogici che possono essere utilizzati dagli insegnanti per aiutare i bambini e le bambine a sviluppare una sensibilità ambientale attraverso la lettura.
“La promozione di un atteggiamento ecocritico nei bambini e nelle bambine non può passare solamente attraverso interventi didattici che spiegano in maniera didascalica perché bisogna chiudere i rubinetti, spegnere la luce o rispettare gli alberi”, sottolinea Campagnaro. “Questo è un approccio senza dubbio valido, ma per riuscire davvero a trasmettere una cultura ecologista, basata su una profonda comprensione del rapporto tra ambiente e persone, è necessario adottare una metodologia didattica incentrata sulla lettura condivisa e l’apertura di un dialogo inclusivo”.
Come spiega Goga, il tipo di dialogo promosso dalla ricerca ecocritica si compone di diverse dimensioni. “Si tratta non solo di riconoscere e analizzare i dialoghi tra i personaggi del libro o tra le illustrazioni e il testo”, sottolinea la professoressa. “Ma è importante anche promuovere il dialogo tra i bambini e le bambine con il libro anche in quanto oggetto materiale da conoscere ed esplorare attraverso il tatto; per non parlare poi del dialogo tra i bambini e le bambine che leggono e commentano insieme il libro e di quello con gli insegnanti che coordinano l’attività”.
Con questo spirito è nato il progetto Green dialogues, un programma di mobilità internazionale rivolto agli studenti e le studentesse in scienze della formazione della Western Norway university of applied sciences di Bergen, dell’università di Padova e dell’università della Catalogna. “L’obiettivo è quello di favorire l’incontro e la collaborazione tra studenti e studentesse di diversi paesi per spingerli a ragionare sul modo in cui la letteratura per l’infanzia possa veicolare la consapevolezza ambientale e condividere tra loro approcci, prospettive e metodologie didattiche”, spiega Campagnaro.
“Ci basiamo sui risultati della ricerca ecocritica per formare i futuri insegnanti di scuola primaria, aiutandoli a sviluppare approcci innovativi per promuovere l’educazione ambientale attraverso la letteratura”, precisa Goga. “Vogliamo che gli insegnanti e le insegnanti di domani invitino i loro studenti a dialogare su questi argomenti in maniera critica e collettiva, offrendo argomenti di discussione, ponendo quesiti basati sulla lettura dei testi e sull’analisi dei temi ricorrenti nella letteratura per l’infanzia. La nostra speranza è quella di rendere gli studenti e le studentesse che un giorno lavoreranno nel campo dell’educazione in grado di costruire nei loro alunni una consapevolezza sui temi dell’ecologia, della sostenibilità e dell’inclusione, nel rispetto degli obiettivi dell’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile”.
Entro il 2030, assicurarsi che tutti gli studenti acquisiscano le conoscenze e le competenze necessarie per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso, tra l’altro, l'educazione per lo sviluppo sostenibile e stili di vita sostenibili, i diritti umani, l'uguaglianza di genere, la promozione di una cultura di pace e di non violenza, la cittadinanza globale e la valorizzazione della diversità culturale e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile.
Obiettivo 4.7 dell’Agenda 2030 dell’ONU