Foto: Bady Abbas/Unsplash
Nel 2022, l’UNEP (United Nations Environmental Program) ha dato avvio ai lavori che porteranno, entro la fine del 2025, alla pubblicazione della settima edizione del Global Environment Outlook (GEO) e, nel 2026, del relativo Summary for Policymakers. Si tratta di un rapporto consultivo e partecipativo, con intento politico e di ampio respiro, che valuta periodicamente lo stato di salute dell’ambiente globale e fornisce alla politica indicazioni sulle priorità d’azione in tema ambientale – o, come afferma Lorenzo Ciccarese, «su quel che accadrà se non faremo nulla».
Ciccarese, National Focal Point italiano dell’IPBES e Responsabile dell’Area per la Conservazione delle specie e degli habitat e per la gestione sostenibile delle aree agricole e forestali dell’ISPRA, è stato nominato, insieme a Thuraya Al Sariri, Co-Chair dell’intero processo scientifico che porterà alla redazione del GEO-7. In questa veste, l’esperto avrà un ruolo importante nell’organizzazione dei lavori, che coinvolgeranno moltissimi collaboratori provenienti non solamente dall’ambito scientifico, ma anche da altre aree del sapere, troppo spesso escluse dai processi scientifici e decisionali in materia ambientale.
Il primo passo verso la redazione del prossimo GEO è già stato compiuto: nell’ottobre 2022 è stato reso pubblico lo Scoping document del Rapporto, un documento che illustra sinteticamente gli argomenti che verranno trattati e gli obiettivi che ci si propone di raggiungere nel corso di questo lavoro di raccolta ed elaborazione dei dati.
«Il rapporto – spiega Ciccarese – analizzerà lo stato e le prospettive dell’ambiente globale. Inoltre, come già nella sesta edizione, vi sarà anche un capitolo conclusivo nel quale, emulando lo stile dell’IPCC, verranno presentati suggerimenti sulle aree in cui è necessario intervenire con maggiore urgenza. Verrà lasciato ampio spazio, dunque, alla riflessione sulle policy da mettere in atto per affrontare la questione ambientale».
La settima edizione del Rapporto dell’UNEP ruota attorno a quattro temi fondamentali: «Innanzitutto cambiamento climatico, riduzione della biodiversità – o annientamento biologico del pianeta, come dicono alcuni – e inquinamento, che rappresentano i tre fattori all’origine della triplice crisi ambientale oggi in atto; inoltre, associata a questi, vi è la questione della land degradation».
A Nairobi, 2° riunione del #GlobalEnvironmentOutlook dell'@UNEP. Lorenzo Ciccarese di @Ispra, designato dal @MiTE_IT, rappresenta l'Italia e presiede l'intero processo che porterà, entro il 2025, alla redazione di un rapporto sullo stato e le prospettive dell'ambiente globale. pic.twitter.com/Ys7Z5lq6hS
— ISPRA (@ISPRA_Press) October 18, 2022
Nel Global Environment Outlook, l’obiettivo primario è indagare i nessi tra queste crisi, già parzialmente esplorate da altri rapporti internazionali, come quello nato dal lavoro congiunto di IPCC e IPBES, pubblicato nel 2021. «Nella precedente edizione del GEO – ricorda Ciccarese – erano stati posti in evidenza non soltanto i fattori diretti (che, per la perdita di biodiversità, sono cinque: perdita di habitat, uso eccessivo di risorse genetiche, inquinamento, cambiamento climatico, specie aliene invasive), ma anche i driver indiretti, che sono stati individuati in dinamiche demografiche, modificazione degli stili di vita, debolezza delle risposte politiche.
Nel GEO-7, soprattutto nella sezione finale del documento, si proverà ad individuare le modalità più efficaci per gestire i fattori diretti e indiretti che sono alla base della triplice crisi ambientale. Racconteremo anche storie di successo, spiegheremo cosa succederà se non si compiranno le scelte giuste e daremo indicazioni su quali siano le priorità».
È proprio in questo che il GEO-7 si differenza dai rapporti di organizzazioni come IPCC e IPBES: il GEO si caratterizza come un documento più politico ed esaustivo, che offre uno sguardo molto ampio sui fenomeni che attraversano l’ambiente globale. Inoltre, un altro tratto distintivo del GEO è la forte interdisciplinarità che caratterizza il gruppo di esperti che collabora alla sua stesura. Come precisa Ciccarese, «è forte la volontà di fondere le due culture, quella scientifica e quella umanistica. Lavori precedenti hanno già mostrato che la collaborazione tra diverse forme di conoscenza è estremamente feconda, e che è particolarmente importante coinvolgere diverse professionalità per individuare risposte adeguate alla complessità della questione ambientale».
La candidatura ai ruoli di Coordinating Lead Author, Lead Author, Review Editor e Fellow, che sarà possibile fino al 31 gennaio 2023, potrà dunque essere presentata non solo da esperti in scienze naturali, ambientali e biologiche, ma anche da economisti, giuristi, filosofi, sociologi e altri esperti in aree umanistiche. Lo scopo è sia rafforzare la collaborazione tra saperi diversi, sia offrire un più esteso strumentario concettuale per comprendere e affrontare la complessa realtà che ci circonda.