Palazzo Bo, Padova. Foto: Massimo Pistore
“1222. Messer Giovanni Rusca da Como podestà de Padoa. In questo tempo fu transferito il Studio di Bologna in Padoa”. Così gli antichi annali cittadini nel fissare la data e le modalità di nascita di quella che sarebbe divenuta una delle istituzioni culturali e scientifiche più importanti d’Europa. Che non sorge quindi su concessione dell’imperatore o del pontefice, ma dal basso, in nome della libertà di imparare e di insegnare, di pensare e di scrivere senza troppe intrusioni da parte di un potere occhiuto e invadente.
Un’idea destinata a divenire motto e bandiera dello studium padovano, e che oggi dà anche il nome a una nuova, poderosa, opera intellettuale: PATAVINA LIBERTAS. Una storia europea dell’Università di Padova (1222-2022), pubblicata in nove volumi da Donzelli e Padova University Press. L’iniziativa è stata presentata il 13 luglio a Roma presso il Senato della Repubblica, sede di Palazzo Giustiniani: degna apertura del ciclo di eventi e iniziative per gli 800 anni dell’ateneo che ci accompagneranno fino alla fine dell’anno prossimo. Dopo l'intervento della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, la presentazione dell'opera è stata affidata al rettore Rosario Rizzuto, alla prorettrice alle relazioni culturali, sociali e di genere Annalisa Oboe e ai curatori di alcuni dei volumi (Carlo Fumian, Vincenzo Milanesi e Carlotta Sorba), oltre che all’editore Carmine Donzelli.
Presentazione al Senato dell'opera (13 luglio 2021)
I libri presentano diverse peculiarità: innanzitutto si rivolgono a un pubblico competente ma non composto esclusivamente di esperti, come provano la ricercata freschezza dell’impostazione, i ricchi e curati apparati iconografici, la preferenza per le pur nutrite bibliografie ragionate rispetto alle note a piè di pagina. Questo d’altra parte non significa affatto che si tratti di un’opera esclusivamente divulgativa: i testi infatti sono il risultato di un ampio e minuzioso lavoro collettivo che ha comportato anche l’erogazione di alcuni assegni di ricerca e il riordino e la catalogazione di diversi fondi e archivi, i quali hanno tra le altre cose portato all’implementazione di una nuova banca dati sulla mobilità europea degli studiosi dell’ateneo padovano, collegata al grande progetto europeo Héloise. Il database include il censimento di decine di migliaia di studenti e professori dalle origini al 1980 e comprende anche la schedatura delle centinaia di stemmi conservati a Palazzo Bo. Altra caratteristica degna di nota dell’operazione è infine quella di svilupparsi attraverso il dialogo tra studiosi di lunga esperienza con altri all’inizio della loro carriera accademica, in uno scambio da cui sembrano guadagnare tutte le parti coinvolte e in particolare il lettore.
I volumi usciti finora
Un progetto editoriale di grande respiro, autorevole e innovativo, che va al di là della semplice collana editoriale per esprimere uno sguardo articolato ma profondamente coerente su una storia che parte dal medioevo per arrivare fino ai giorni nostri, con tanto di paragrafo dedicato alla pandemia a al Covid (che non poco deve aver influito sul lavoro degli autori). Il piano dell’opera, ha spiegato Annalisa Oboe durante la presentazione, è formato da due grandi blocchi tematici: una prima parte dedicata alla libertà come tema e valore fondante, cercata e praticata all’interno di uno spazio scientifico europeo, a cui se ne aggiunge una seconda che invece affronta le macroaree scientifico-disciplinari in cui si sono articolate in questi otto secoli le attività di ricerca e di insegnamento: la filosofia e le lettere, le arti e l’architettura, la scienza e la tecnica, l’arte medica. Una ricostruzione all’insegna dell’interdisciplinarità che ha coinvolto in uno sforzo comune, a partire dal 2017, diversi dipartimenti e centri dell’ateneo. Al momento sono stati pubblicati due volumi, Alla prova della contemporaneità. Intellettuali e politica dall’Ottocento a oggi (a cura di Carlo Fumian) e La filosofia e le lettere. Le origini, la modernità, il Novecento (a cura di Vincenzo Milanesi), mentre un terzo – Intellettuali e uomini di corte. Padova e lo spazio europeo fra Cinque e Seicento, curato da Ester Pietrobon – dovrebbe essere in libreria entro fine luglio.
“ Scientifici e allo stesso tempo divulgativi, i volumi raccontano la storia dell'ateneo senza omettere luci ed ombre
Un percorso, quello studium padovano durante i suoi primi otto secoli, che fin dall’inizio ha avuto respiro internazionale e che è lastricato di molti innegabili primati, spesso all’insegna della libertà: città di Galileo, definita come la culla della rivoluzione scientifica ma anche dell’umanesimo, Padova fu a lungo anche il solo ateneo italiano ad ammettere gli studenti protestanti, il primo nel 1678 a conferire la laurea a una donna, così come è l’unico ad aver ricevuto una medaglia d’oro al valore militare. Questo non significa che gli autori abbiano omesso dal loro racconto gli inevitabili periodi di decadenza e i passaggi meno onorevoli di una storia articolata e complessa, in particolare quando questa vocazione alla libertà è stata tradita: la convinta adesione al fascismo, la vergogna delle leggi razziali, la violenza politica durante gli anni ‘70. Periodi bui dai quali l’Università di Padova è sempre riuscita in qualche modo a riscattarsi, divenendo ad esempio fulcro della lotta di liberazione dal nazifascismo e poi contribuendo in maniera sostanziale alla risposta della società civile contro il terrorismo.
“ La nostra storia è bussola per il nostro futuro. Mai come oggi, con la ricerca e l’innovazione, con la formazione dei giovani, le università devono essere al servizio del Paese nel guidare la ripartenza Rosario Rizzuto - rettore università di Padova
L’Università di Padova si accosta insomma al suo ottocentesimo compleanno non con una cerimonia o una celebrazione, ma con un’iniziativa che è allo stesso tempo scientifica e di divulgazione. Un ritratto e un autoritratto a tutto tondo, in alcun modo agiografico, di un’istituzione spesso all’avanguardia e a volte in ritardo rispetto ai tempi, ma sempre e comunque protagonista nella storia e nella società: spunto essenziale per meditare sulla propria storia e soprattutto sul proprio futuro.