CULTURA

Piccole pagine: uovonero

Uovonero prende il nome da una fiaba di Luigi Capuana che esalta il valore della diversità e che Sante Bandirali, protagonista di questo terzo episodio della serie Piccole pagine, ha persino riscritto e pubblicato. La casa editrice nasce nel 2010, dall'incontro tra Enza Crivelli, Lorenza Pozzi e Sante Bandirali con l'intenzione di "creare libri speciali per dare a tutti i bambini, compresi quelli che hanno difficoltà di lettura, il piacere di leggere e condividere gli stessi libri", diffondendo una cultura della diversità intesa come ricchezza. "La consapevolezza di essere diversi ci fa crescere e contribuisce a creare un mondo migliore - spiega Bandirali a Il Bo Live -. Purtroppo a volte ci si dimentica che ognuno, con la propria specificità, può dare il proprio contributo".

Montaggio: Elisa Speronello

L'articolazione delle collane descrive il progetto: libri con rinforzi comunicativi, che utilizzano strumenti di CAA, comunicazione aumentativa e alternativa, per bimbi in età prescolare o con difficoltà cognitive, in simboli PCS (pesci parlanti) o versioni in simboli WLS di celebri albi illustrati (i libri di Camilla); saggi sull'autismo (i raggi); albi illustrati, libri di narrativa che aiutano gli altri a capire e ad accettare chi è diverso (i geodi); libri di narrativa ad alta leggibilità che affrontano il tema della dislessia in modo attento ma leggero e divertente (abbecedanze). Infine, una collana di giochi per divertirsi e imparare nel rispetto delle diversità e della collaborazione non competitiva (altrimenti).

"Se parliamo di albi illustrati, più che di alta leggibilità, in senso stretto, noi ci occupiamo di libri in simboli: insieme alle illustrazioni e al testo, utilizziamo i simboli della comunicazione aumentativa e alternativa per rinforzare la lettura, per rendere il testo più comprensibile. Sono dedicati a chi ha uno stile di pensiero più visivo ma anche a chi è straniero e sta ancora imparando a leggere in italiano. C'era un grande vuoto che volevamo colmare: nel 2010 non esistevano libri in simboli nel mercato italiano. Oggi anche altri editori pubblicano libri in simboli: noi siamo felici di aver aperto una strada e speriamo che con il passare del tempo sempre più editori possano pensare di abbracciare questo tipo di pubblicazione perché ce ne è molto bisogno".

A distanza di qualche anno dalla nascita, uovonero ha coinvolto altri undici editori ne i libri di Camilla, collana "attraverso cui ripubblichiamo albi illustrati di successo con le stesse caratteristiche dell'originale ma, in più, con i simboli. Una versione accessibile di albi molto noti già presenti nel mercato editoriale". 

Per quanto riguarda l'alta leggibilità, "parliamo di narrativa, romanzi destinati a un pubblico più adulto. Qui ci sono caratteristiche grafiche - il font, l'impaginazione, la spaziatura tra le righe - che aiutano i lettori dislessici o con difficoltà di apprendimento, di lettura o visione, ad avvicinarsi più facilmente alla pagina".

Quanto conta il rapporto tra editore, genitori ed educatori? "L'idea di fare questi libri è di Enza Crivelli, socia fondatrice di uovonero ed esperta di autismo. Dirige tre centri per l'autismo ed è docente di Pedagogia speciale all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Brescia. Lei si rapporta costantemente con genitori, ragazzi, insegnanti, operatori, tutti i soggetti che hanno a che fare con l'autismo. Un modo in cui ci relazioniamo con loro è collaudando i progetti sul campo prima di andare in stampa con i libri in simboli e i libri ad alta leggibilità, ma lo facciamo anche per i nostri giochi". Grazie a questo confronto è possibile perfezionare, correggere, aggiustare i materiali prima di metterli sul mercato. Dunque, il dialogo con le associazioni e i genitori è molto stretto e diretto.

Durante la pandemia sono nati I quaderni di #intantofaccioqualcosa con attività inclusive (dalle ricette ai giochi, fino agli esperimenti scientifici e agli esercizi con la CAA) per sviluppare competenze e autonomie divertendosi: progettati con un occhio di riguardo per chi ha uno stile di apprendimento visivo, questi piccoli quaderni fuori collana si sono offerti come strumento per non interrompere le attività con i bambini e le loro famiglie durante il lockdown, come risposta all’emergenza sanitaria che ha portato alla chiusura delle scuole e di diversi centri specializzati per la presa in carico di persone con disabilità.

Per Sante Bandirali un libro può essere definito un buon libro quando è "onesto, quando racconta una bella storia, con personaggi credibili, e quando propone una lingua letteraria su cui si è fatto un attento lavoro: a volte si pensa che per parlare ai bambini sia necessario semplificare una lingua, questo è un grosso errore. I bambini hanno voglia di crescere e quando vengono responsabilizzati, nella forma e nei contenuti, si avvicinano più volentieri alla lettura".

E, in conclusione, alla richiesta di condividere il libro della propria infanzia, risponde: "Sono stato un lettore precoce, ho iniziato a leggere prima dei cinque anni. Il libro della mia infanzia non è esattamente un libro per l'infanzia: sto parlando di Qualcuno volò sul nido del cuculo di Ken Kesey, letto all'età di dieci anni, credendolo una lettura per ragazzi. Quel mondo ha probabilmente determinato le mie scelte da adulto, anche nel lavoro. McMurphy è un personaggio che porterò nel cuore per tutta la vita".

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