SOCIETÀ

Radio Brod: una radio pirata contro la guerra

Una storia di utopia. Che può forse, ancora, dire qualcosa a chi oggi guarda indietro e ricorda e cerca di rielaborare quella storia. Quella di un conflitto vicinissimo a noi eppure così poco capito, raccontato e studiato. La guerra, o meglio le guerre, della ex Jugoslavia, iniziate 30 anni fa. 

Due anni dopo, nel 1993, un gruppo di giornalisti serbi, croati, montenegrini, macedoni, sloveni e bosniaci fondano "Radio Brod", emittente pirata che trasmette dalla nave Droit de parole, grazie a un finanziamento che arriva dall'Unione Europea, e che trasmette al largo del Mar Adriatico. Dove, negli stessi mesi, iniziano ad ammassarsi anche le navi da guerra. I giornalisti condividono una vera e propria utopia, appunto. Quella di poter usare l’informazione, il racconto della realtà, attraverso le loro voci per “spegnere l’incendio dell’odio etnico che sta devastando i loro paesi.”

La vicenda della radio pirata ricorda quella di un'altra battaglia, iniziata quasi 30 anni prima, nel 1964, al largo delle coste britanniche, dove nel giro di poco tempo diverse navi divennero altrettante radio pirata che trasmetteva musica rock, in aperta contestazione alle trasmissioni tradizionali e conservatrici della BBC, di fatto monopolista dell'etere. Quella fu una battaglia per l'emancipazione culturale giovanile, questa assai più accorata per tentare di fare la guerra. 

Una specie di controcanto, che cerca di raccontare agli ascoltatori la realtà attraverso una visione diversa, puntando su una informazione libera e corretta per combattere la narrazione di propaganda che si usa i media tradizionali per alimentare l’odio degli uni verso gli altri. Oggi parleremmo di fake news e di hate speech. Ma, come la storia insegna, la manipolazione dei media non è certo stata inventata in epoca social. 

Radio Brod non solo si rivolge alle popolazioni di quella che una volta era la Jugoslavia che si sta disintegrando in modo violento ma diventa anche uno strumento importante come connettore dei messaggi lanciati dai tanti, tantissimi rifugiati che fuggono dalla guerra e cercano di ritrovarsi in giro per l’Europa. 

"Radio Brod" è il titolo di un audio documentario, in quattro puntate, realizzato per la trasmissione “Tre Soldi” di RAI Radio3 dai giornalisti Andrea Borgnino e Marina Lalovic, autore, conduttore e curatore di RadioRAI il primo e giornalista a RAI News 24 e RAI Radio3 la seconda. 

Grazie a una notevole selezione di materiali d’archivio, Borgnino e Lalovic, che conosceva il lavoro di alcuni dei protagonisti in quanto nata e vissuta a Belgrado prima di trasferirsi in Italia, riportano in onda le voci di molti dei protagonisti. “Abbiamo scelto poi di rintracciarne tre - racconta Marina Lalovic al Bo Live - per avere tre voci rappresentative di quel momento ma anche, oggi, di tre dei paesi coinvolti. Ed è stato interessante anche sentire come, a distanza di 30 anni, loro tornassero con occhi e sentimenti diversi a quell’esperienza”. 

Non c’è stata, nei paesi che si sono formati a seguito di quella guerra, una vera elaborazione di quel conflitto e ancora oggi, commenta Lalovic, è difficile a volte fare un discorso chiaro, diretto, perché molto facilmente si generano fraintendimenti, prese di posizione. Parlare del genocidio di Srebrenica, ad esempio, significa manifestare una precisa posizione politica, perché sulla stessa definizione di genocidio non sono affatto tutti d’accordo. Non solo tra i paesi dell’area ma anche al loro interno, tra le persone, nelle cerchie di colleghi e amici. 

Perfino nei libri di testo scolastici, racconta Lalovic, alla guerra sono dedicati solo pochi paragrafi. È come se ci fosse una rimozione collettiva, una sorta di sospensione. Anche per questo risulta ancora più affascinante tornare a quell’esperimento che per alcuni dei suoi protagonisti rimane un punto di riferimento e un ricordo positivo e con un suo senso compiuto e per altri, al contrario, un emblema della propria sconfitta. 

Oggi, commenta ancora Marina Lalovic, ci sono due elementi che sembrano accomunare le repubbliche balcaniche. La loro coesione nel rifiuto di accogliere i migranti che passano da quella rotta, una posizione che evidenzia quanto la storia, anche così vicina, abbia insegnato molto poco, dopo la massiccia fuga di rifugiati da questi stessi paesi negli anni della guerra. E, al tempo stesso in un paradosso quasi stridente, la massiccia emigrazione da parte delle generazioni più giovani verso l’Unione Europea in particolare verso la Germania. “Questi paesi si stanno svuotando - conclude Lalovic - e certo questo è molto triste. Non c’è la guerra, è vero, ma i giovani se ne vanno comunque in massa.”

Radio Brod è in onda da lunedì 15 a giovedì 18 febbraio alle 19.50 su RAI Radio3. Le quattro puntate saranno poi disponibili in podcast e in streaming sullo stesso sito e sulla app RaiPlayRadio. 

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