Solo un anno fa i ricercatori si erano lasciati chiedendosi come si sarebbe configurata la fase post-pandemica sui principali quotidiani italiani.
Dalla pandemia però, di fatto, non ne siamo ancora usciti e la terza e quarta ondata in Italia ha dovuto far cambiare rotta agli autori del progetto TIPS– Technoscientific Issue in the Public Sphere. Il gruppo di ricerca, che indaga l’impatto della pandemia sulla copertura mediale della tecnoscienza, ha da poco pubblicato il suo secondo rapporto che conferma la tendenza a una maggiore salienza dei contenuti tecnoscientifici già riscontrata lo scorso anno. Per calcolare la salienza i ricercatori del Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Sociale dell'Università degli Studi di Padova hanno analizzato il rapporto che c’è tra la quantità di articoli pubblicati con un contenuto tecnoscientifico particolarmente significativo rispetto al totale degli articoli pubblicati dalle stesse testate nello medesimo periodo di tempo.
Ne è uscito uno spaccato interessante dei quotidiani italiani, in cui nel 2021 la salienza dei temi scientifici ha raggiunto una media di 6,40, un netto aumento rispetto alla media del periodo 2017-2020 (5,14). Il dato dl 2021 poi, è maggiore anche rispetto all’anno precedente, quando la salienza era di 5,84.
Il quotidiano in cui è stata riscontrata la salienza di articoli di scienza maggiore si conferma La Repubblica, mentre è evidente il calo de Il Giornale, che nel 2020 era al primo posto tra i quotidiani analizzati, mentre nel 2021 è sceso dietro alla già citata La Repubblica, il Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore.
Com’è facile immaginare, la spinta maggiore che ha portato ad avere più articoli di scienza nei grandi quotidiani italiani è venuta dalla pandemia.
Le parole della scienza
Questo si riscontra anche analizzando la frequenza delle parole più significative legate alla scienza utilizzate negli articoli del 2021. In questo caso si nota un consolidamento di alcune parole viste nel 2020, ma con l’inserimento di una che è stata preponderante nel 2021. La parola è “variante” a testimonianza dell’importanza che ha avuto la discussione attorno alle mutazioni del virus. Rispetto all’analisi della frequenza dello scorso anno poi, come mettono in luce i ricercatori nel loro report, nel 2021 tutte le prime dieci parole sono legate alla pandemia, sia che si tratti di parole legate direttamente al Covid, sia che si tratti di parole (virus, mese, dose) che con la pandemia hanno subito un riposizionamento di significato.
Se fino al 2019 i termini legati alla scienza erano quelli riferiti in particolar modo all’oncologia o alla salute in generale, vediamo come di fatto siano mutati improvvisamente dal 2020 in poi.
I topic
Analizzando poi i topic più presenti sulle pagine delle testate vediamo come ci sia stato un argomento preponderante rispetto a tutti gli altri, uno di cui dal 2017 al 2019 si parlava ben poco. È quello della “campagna vaccinale”, il cui peso relativo supera tutti gli altri, di fatto più che raddoppiando quello di “Malattie virali, virus e pandemie” (93,06 contro 45,50).
Lo share degli scienziati
La pandemia, oltre che a farci cadere nell’incertezza e nella paura quotidiana, ci ha fatto scoprire nuovi scienziati che in breve tempo si sono presi la scena pubblica tra interventi sui giornali e apparizioni televisive. Se nel 2020 i più citati erano stati Walter Ricciardi (consulente italiano dell’OMS), Anthony Fauci (direttore dei CDC americani) e Andrea Crisanti, dallo studio emerge come nel 2021 questi nomi si siano confermati ma ad essi se ne siano aggiunti altri che sono stati interpellati con maggiore frequenza sul tema dei vaccini: Guido Rasi (ex direttore European Medicines Agency), e Marco Cavaleri (EMA). A questi si aggiungono anche il patologo Sergio Abrignani e l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, oltre ad Agostino Miozzo, che ha fatto parlare di sé soprattutto dopo aver lasciato il coordinamento del CTS, l’immunologo Alberto Mantovani e il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi.
C’è anche un altro dato da evidenziare. Rispetto al 2020 la presenza femminile è ulteriormente calata. I ricercatori mettono in luce come gli unici nomi che continuano a comparire con una certa frequenza siano quelli di Antonella Viola e Ilaria Capua. Sono invece scomparse Maria Rosaria Capobianchi e Maria Van Kerkhove che lo scorso anno facevano capolino in almeno una delle tre classifiche di share.