Basilica di San Piero a Grado
San Pietro a Grado è un piccolo paese alle porte di Pisa. Poco più di duemila abitanti divisi tra la città ed il mare, con Marina di Pisa a due passi e l’Arno ad accompagnare la strada provinciale fino alla sua Bocca.
San Piero a Grado però è anche un luogo sospeso tra tradizione e modernità, tra la maestosità di luoghi sacri ed accessibili a tutti e zone esclusive. San Pietro a Grado è a metà tra la tradizione della basilica di San Pietro Apostolo e la spiaggia degli Americani o meglio Bagno degli Americani. Si chiama proprio così un pezzo del lungomare di Tirrenia, il più lungo della zona. Quasi diecimila metri quadrati che un tempo erano zona esclusiva per i militari presenti alla base di Camp Darby. Un pezzo di paese in cui i cittadini potevano solo camminare attraversandolo sul bagnasciuga ma di fatto era territorio non più italiano.
Camp Darby è una base intitolata al generale William O. Darby, fondatore del Corpo dei Rangers, e nata nel 1951, anno in cui l’allora Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi firmò un accordo segreto con gli Stati Uniti. La zona prescelta all’epoca era una di quelle considerate malfamate. C’è un film, girato nel 1947 e scritto sulla base di un articolo a firma di Indro Montanelli, che è ambientato proprio nella pineta che poi vedrà sorgere la base americana. Andrea, il protagonista di “Tombolo, paradiso nero” interpretato da Aldo Fabrizi, ha trovato lavoro nel porto di Livorno dopo la fine della seconda guerra mondiale. La moglie è morta durante il conflitto e della figlia non si hanno più notizie. Il protagonista però scoprirà che è riuscita a scampare alla morte durante la guerra ma ora per sopravvivere si prostituisce proprio in quell’angolo di costa tra Pisa e Livorno, in una zona nota per essere afflitta da fatti delinquenziali e sede di bivacco di gangster e persone che dopo la fine del conflitto mondiale vivono quasi per inerzia. Questo luogo di fatto è stato consegnato con quell’accordo agli Americani.
Da qui quindi il nome della spiaggia che è tornata a disposizione del Comune di Pisa solamente nel 2014.
Nei 133 edifici a disposizione degli USA, di cui 125 bunker, che ne fanno una delle basi più grandi in Europa, nonché la prima ad essere stata costruita, sono stipati missili e munizioni di diverso tipo. La precisione sull’armamentario presente non è possibile averla e la segretezza non fa che alimentare il dubbio sul fatto che nella base americana siano state stipate anche delle bombe nucleari. Questo non può che essere solamente un dubbio di difficile dissoluzione ma ciò che è certo è che solo pochi anni fa un incidente ha fatto temere il peggio. Nell’estate del 2000 uno dei soffitti degli edifici che contenevano munizioni di grandi dimensioni, come missili, testate e detonatori, ha rischiato di collassare provocando l’esplosione di questo armamentario. Con un’operazione durata più di 12 giorni il 31st Munitions Squadron (MUNS) di Camp Darby è riuscito a trasferire da questi bunker più di 100.000 articoli per un peso netto di materiale esplosivo maggiore di 28 tonnellate.
Un’altra cosa di cui non possiamo avere dubbi è il fatto che a pochi passi dalla base americana ci sia un piccolo deposito di scorie. Per la precisione sono 894,04 i metri cubi di rifiuti radioattivi ad oggi ancora stipati all’interno del CISAM. Questi sono rifiuti con attività molto bassa (6,44 GBq), bassa (5923,78 GBq) e media (145,22 GBq), a cui bisogna anche aggiungere sorgenti radioattive dismesse per 4503,92 GigaBecquerel di attività radioattiva.
Quello che oggi noi chiamiamo CISAM con sede a San Pietro a Grado nasce nel 1956 con il nome di C.A.M.E.N. (Centro per le Applicazioni Militari dell'Energia Nucleare).
La Marina Militare, interessata all’uso dell’energia nucleare per la propulsione navale, decide di dotare il centro di laboratori e attrezzature che all’epoca erano sperimentali. Tra queste c’era il reattore Nucleare di Ricerca RTS-1 “Galileo Galilei”. Costruito tra il 1960 e il 1963 il reattore , costituito da una piscina lunga 22 metri e profonda 9 metri, aveva una potenza massima di 5 MW.
Il reattore è stato definitivamente spento il 7 marzo 1980 ed alla fine degli anni '80 è iniziato lo smantellamento dell'impianto. La prima fase delle operazioni di decommissionng è stata la rimozione del combustibile. l'uranio usato venne trasferito nel 1986 nel Centro di ricerca ENEA di Saluggia mentre quello non utilizzato è stato venduto nel 2002 in Francia.
La gestione dello smantellamento attualmente è affidata al CISAM. Il Centro Interforze Studi Applicazioni Militari nasce nel 1994 ed è parte del Ministero della difesa. Il decreto legislativo numero 101/2020 infine, al comma 3, dice chiaramente che i rifiuti radioattivi, a bassa e media attività, derivanti da attività industriali, di ricerca e medico-sanitarie e dalla pregressa gestione di impianti nucleari dovranno essere trasferiti al Deposito nazionale.
LEGGI LE ALTRE PUNTATE DEL REPORTAGE "SCORIE A RIPOSO"
- Scorie a riposo. Dalla Finlandia il primo deposito di scorie nucleari permanente al mondo
- Scorie a riposo. Le centrali nucleari in Italia
- Scorie a riposo. Le tempistiche per realizzare il deposito nazionale di scorie nucleari
- Scorie a riposo. ISPRA-1, il primo reattore nucleare italiano
- Scorie a riposo. L'impianto CISAM a San Piero a Grado
- Scorie a riposo. La MitAmbiente a San Giuliano Milanese
- Scorie a riposo. Il reattore L54M “Enrico Fermi” a Milano
- Scorie a riposo. Viaggio a Saluggia, tra LivaNova, Deposito Avogadro e Impianto Eurex
- Scorie a riposo. I depositi Protex a Forlì
- Scorie a riposo. Il deposito Campoverde a Milano e Tortona
- Scorie a riposo. Il Centro Comune di Ricerche di Ispra
La serie Scorie a riposo è sviluppata in parte con il supporto di Journalismfund.eu