UNIVERSITÀ E SCUOLA

Scuola al via: uno slalom tra assenze, ricorsi e riforme

L’anno scolastico che si avvia in questi giorni (la prima ad aprire le aule è stata la Provincia di Bolzano il 5 settembre, l’ultima sarà la Puglia il 20) presenta, come di consueto, una serie di nodi in sospeso. A cominciare dalle ricorrenti carenze negli organici: sul fronte insegnanti, sono migliaia (20mila, secondo la Cisl) le cattedre ancora scoperte. Un primo problema riguarda il concorso riservato ai candidati in possesso di abilitazione all’insegnamento: in molte Regioni, e per diverse classi di concorso, sono state già pubblicate le graduatorie e i vincitori sono stati immessi in ruolo. Ma pochi giorni fa il Consiglio di Stato ha accolto un ricorso, sollevando la questione di legittimità costituzionale proprio sull’esclusione dei laureati non in possesso di abilitazione. Anche se le assunzioni già concluse non dovrebbero essere toccate, lo stallo rischia di rallentare pesantemente la copertura dei posti vacanti.

Grosse difficoltà anche per gli organici dei dirigenti scolastici. Lo scorso anno scolastico 1.400 istituti erano senza preside: il concorso svolto a luglio stenta a produrre assunzioni, sia per le lungaggini nelle procedure che per i numerosi ricorsi degli esclusi. Il ministro Bussetti ha garantito una legge ad hoc che consenta un percorso accelerato per i vincitori, che potranno prendere servizio senza attendere la frequenza dei corsi post-esame. Sempre riguardo ai concorsi, è ancora in sospeso la questione delle maestre senza laurea: si tratta di oltre 50mila insegnanti di scuola materna ed elementare diplomate entro il 2001/2002, che una sentenza del Consiglio di Stato ha escluso dall’immissione in ruolo tramite le graduatorie ad esaurimento. Una soluzione potrebbe essere trovata a breve: il “decreto dignità” ha stabilito una procedura ad hoc, che comprenderà anche i laureati in scienze della formazione primaria con due anni di servizio.

Ancora concorsi: entro il 2018 potrebbe uscire il bando per i docenti non abilitati ma con tre anni di servizio, nonché quello per i laureati in possesso dei crediti formativi richiesti in discipline antropo-psico-pedagogiche e in metodologie e tecnologie didattiche. Novità preannunciate anche per il FIT, il nuovo percorso formativo per gli insegnanti: secondo il ministro Bussetti, i tre anni di formazione post lauream attualmente in vigore sono troppi, e l’abilitazione dovrà essere conseguita già durante gli studi universitari. Per quanto concerne l’alternanza scuola-lavoro, il ministro ha dichiarato che il numero complessivo di ore previste dovrà essere fortemente ridimensionato, soprattutto nei licei, e non dovrà incidere sull’esame orale della maturità. A proposito di maturità, questo è l’anno segnato dall’ennesima riforma. Tra i cambiamenti, l’abolizione della terza prova (il quiz) e il ripristino dello scritto articolato su due materie. I dettagli devono ancora essere comunicati dal ministero, ma la seconda prova, per molti indirizzi, sarà multidisciplinare. Sempre da quest’anno verrà introdotta la prova Invalsi anche nell’ultimo anno delle superiori, a marzo. Il test non verrà valutato per la determinazione del voto d’esame. 

Uno sguardo anche alla situazione degli edifici scolastici, su cui è stato lanciato l’allarme dall’associazione nazionale presidi. Secondo l’ultimo rapporto di Legambiente, il 41% delle scuole italiane (circa 15mila edifici) si trova nelle aree sismiche 1 e 2, le più a rischio. Di queste scuole, il 43% è stato costruito prima del 1976, quando è entrata in vigore la normativa antisismica. Il ministro Bussetti ha annunciato che in tempi brevi verranno rese disponibili risorse per un miliardo.

Alcuni dati, infine, appena pubblicati dal Miur: nel 2018/19 gli iscritti all’insieme delle scuole statali e paritarie sono circa 8 milioni 600mila. I soli iscritti alle statali sono 7.682.635: rispetto allo scorso anno scolastico si registra un calo di circa l’1% degli studenti, pari a 75.214. Le regioni con il maggiore decremento in termini assoluti sono la Campania (15.534 alunni in meno), la Sicilia (12.487) e la Puglia (11.977). I docenti quest’anno sono in tutto 822.723, di cui 141.412 di sostegno. Gli allievi con disabilità sono 245.723. 

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