CULTURA

UniversoPoesia: "La prima frase è sempre la più difficile"

Le parole di Wisława Szymborska (1923-2012) e i disegni di Guido Scarabottolo, insieme, in un piccolo libro: poche pagine di semplice bellezza come rifugio per l'anima, come parentesi di pace e sollievo, come cura. Parole e colori di cui godere oggi, nell'intimità dei nostri spazi domestici, per resistere al caos di questi giorni. Da novembre scorso è in libreria La prima frase è sempre la più difficile (Terre di mezzo editore).

Il poeta e il mondo, il discorso pronunciato dalla poetessa polacca, in occasione del Nobel per la letteratura, nel 1996, è una riflessione sulla forza dell'ispirazione che non è propria solo dei poeti, ma appartiene a chiunque ami ciò che fa e a chiunque scelga di rispondere alle domande con un continuo "Non lo so", senza smettere mai di cercare: "Se la mia compatriota Marie Skłodowska-Curie non si fosse mai detta Non lo so, sarebbe probabilmente finita a insegnare chimica in qualche scuola privata per signorine di buona famiglia e avrebbe passato la vita a svolgere questa professione, altrimenti perfettamente rispettabile. Ma continuò a dirsi Non lo so, e queste parole la portarono - non una, ma due volte - a Stoccolma, dove gli spiriti indomiti e curiosi vengono talvolta insigniti del Premio Nobel". Questo e altri passaggi tratti dal discorso di Szymborska sono ora accompagnati dai disegni, offerti come porte d'accesso ad altri mondi, di Guido Scarabottolo, uno dei più luminosi talenti dell'illustrazione, architetto, grafico e artista attivo in Italia e all'estero, collaboratore del New York Times e del New Yorker, illustratore di libri e copertine per diversi editori, che spiega: "Wisława Szymborska sapeva dare una grande profondità alla lingua quotidiana. So bene che i disegni non corrispondono mai perfettamente alle intenzioni dell’autore da una parte e alla 'lettura' che ne viene fatta dall’altra. Tuttavia spero che qualcuno possa cogliere qualche profondità anche nel mio disegno così 'quotidiano' ”.

Riprese e montaggio di Elisa Speronello

Il titolo del libro riprende proprio le prime parole pronunciate da Szymborska in quella occasione: "In un discorso, a quanto pare, la prima frase è sempre la più difficile. Ebbene, la prima è comunque andata. Ma ho la sensazione che anche le frasi successive - la terza, la sesta, la decima e così via, fino all'ultima parola - saranno altrettanto difficili, perché si suppone che io parli di poesia. Di questo argomento ho parlato molto poco, quasi niente, a dire il vero. E ogni volta che ho detto qualcosa, ho sempre avuto lo strisciante sospetto di non essere granché brava a farlo. Ecco perché il mio discorso sarà piuttosto breve: le imperfezioni sono più tollerabili a piccole dosi".

Definendo il mondo "stupefacente", oltre le difficoltà, il senso di impotenza, le sofferenze, oltre qualsiasi pensiero, Szymborska assegna un ruolo centrale a ogni esistenza: "Nel lessico quotidiano non ci soffermiamo su ogni parola e tutti usiamo espressioni come 'il mondo normale', 'la vita ordinaria', 'il normale corso degli eventi'... Ma nel linguaggio della poesia, che soppesa ogni parola, nulla è consueto o normale. Non una singola pietra, né una singola nuvola al di sopra di essa. Non un giorno, né la notte che segue. E soprattutto, non una singola esistenza, l'esistenza di nessuno su questa Terra".

Sembra che i poeti / avranno sempre / il loro bel daffare Da "Il poeta e il mondo", Wisława Szymborska, 1996

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